Caso chiuso? Iga Swiatek è convinta di sì. La campionessa polacca ha appena concluso il mese di squalifica deciso dall’ITIA riguardo il suo caso doping e vorrebbe essersi messa definitivamente alle spalle questa vicenda ma ora sulla vicenda pesa la decisione della WADA di presentare o meno appello presso il TAS così come successo nel caso di Jannik Sinner.
Il ritorno in pubblico di Iga
Dopo la fine della squalifica, Iga Swiatek può cominciare a pensare alla prossima stagione. La campionessa polacca ha parlato della sua vicenda nel corso di un’intervista rilasciata a una tv della Polonia nella quale ha raccontato la sofferenza e la paura che ha vissuto nel corso degli ultimi mei: “Quando ho avuto la notizia stavo facendo uno shooting fotografico e ho avuto una reazione molto violente. E’ stato un misto di incomprensioni, panico e lacrime. Avevo paura di cosa avrebbe pensato la gente. Mentirei se dicessi che non mi interessa. Ho vissuto momento di terrore e di delusione e anche tornare in campo è stato difficile”.
La paura dei tennisti
Il caso di Iga Świątek come successo anche ad altri atleti riguarda la contaminazione con la tennista che è stata trovata positiva alla tritmetazidina: “Credo che le norme abbiano bisogno di un aggiornamento. Ho parlato con tanti giocatori e anche loro mi hanno rivelato che questa è per loro la più grande paura, che possa succedere anche a loro lo stesso. Da parte dei miei colleghi ho sentito sicuramente supporto ma naturalmente ci sono state anche delle eccezioni”.
Nessun paragone con Sinner
Quando si tratta di entrare nel dettaglio della vicenda doping che l’ha riguardata però l’ex numero 1 al mondo del ranking WTA, decide di non fare paragoni con quanto sta succedendo a Sinner o ad altri tennisti: “La lezione più grande per me è quella di capire che non avrò sempre il controllo su tutto quello che mi riguarda. E’ difficile fare paragoni con Jannik o con Simona Halep, ogni caso è diverso dell’altro e ognuno di noi ha dovuto affrontare una battaglia. Penso che queste siano domande per l’ITIA piuttosto che per i giocatori. La Wada? So che c’è la possibilità che facciano ricorso ma in realtà non c’è alcun motivo per farlo”.