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Stipendi e slealtà: Juventus deferita, ora il club trema

Si apre un nuovo fronte processuale per la Juventus: dopo il caso delle plusvalenze, il club è stato deferito dalla Procura della FIGC per la manovra stipendi. Ma non solo

19-05-2023 19:20

Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

Il periodo complicato che sta vivendo la Juventus, dentro e fuori dai campi di gioco, registra ora l’acutizzarsi di un altro fronte giudiziario che vede coinvolto il club bianconero e per il quale dovrà difendersi. Parliamo della famigerata “manovra stipendi”, alla base adesso dell’apertura di un nuovo processo giacché la Procura della FIGC ha deciso per il deferimento del club.

Che cos’è la manovra stipendi

Per fare un rapido ripasso, quando si parla della manovra stipendi ci riferiamo alla cancellazione di quattro mensilità dovute ai calciatori in pieno periodo pandemico, che secondo la teoria accusatoria fu in realtà fittizia. Ciò, sempre secondo i magistrati, avrebbe garantito alla Juventus la possibilità di truccare i bilanci 2020 e 2021 con la riduzione dei costi, omettendo la posizione debitoria (ricordiamo che il club è quotato in Borsa). Tre mensilità su quattro sarebbero rientrate poi nelle tasche dei giocatori grazie a dei bonus extra nei successivi stipendi.

Questa, in estrema sintesi (e non abbiamo menzionato la “carta Ronaldo”, tra l’altro), l’accusa rivolta alla Juve, che andrà dimostrata e per la quale, come abbiamo anticipato, il club dovrà difendersi. Il Procuratore Federale Giuseppe Chiné ha contestato alla società calcistica la violazione dell’articolo 4.1 del Codice di Giustizia Sportiva, relativo alla lealtà sportiva.

I dirigenti coinvolti e le mensilità contestate

Violazione che riguarda non solo la manovra stipendi per le stagioni 2019-2020 e 2020-2021, ma anche il filone agenti ed i rapporti di partnership con altri club, come si legge nel documento della Procura. Il deferimento è stato emanato per via della responsabilità diretta ed oggettiva dei dirigenti, prosegue l’atto che ufficializza la decisione dell’organo federale. Ergo, i destinatari del deferimento sono gli ex vertici bianconeri, a partire da Andrea Agnelli, e poi via a scalare Pavel Nedved, Fabio Paratici e Federico Cherubini. E ancora Giovanni Manna, ai tempi direttore sportivo dell’Under 23, Paolo Morganti per il settore Football Operations ed il ds del settore giovanile Stefano Braghin.

Andando sullo specifico sulle contestazioni relative alla manovra stipendi, la Procura in particolare ha impugnato le mensilità da marzo a giugno 2020 ridotte per 21 giocatori e per l’allora allenatore Maurizio Sarri, giacché non sarebbero stati depositati gli accordi economici di integrazione. Per quanto riguarda la stagione seguente sono state contestate altre quattro mensilità e 17 casi.

Gli altri filoni dell’inchiesta

Come abbiamo visto, i filoni dell’indagine non riguardano solo la manovra stipendi, ma anche i rapporti con altri club finiti sotto la lente per presunte operazioni opache (vale a dire il mancato deposito dei contratti in Lega, o in versioni diverse da quelli che effettivamente furono). Le altre società, le cui posizioni verranno valutate in seguito, sono Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari.

Per quanto riguarda poi il filone degli agenti, la Procura sostiene che “tra il 2015 e il 2022 […] il club avrebbe remunerato agenti sportivi per operazioni di trasferimento di calciatori in assenza di una reale attività di intermediazione dell’agente; si sarebbe avvalso, in relazione al trasferimento di alcuni calciatori, di un agente sportivo senza alcun conferimento di mandato; o in altri casi avrebbe conferito un mandato ‘fittizio/non veritiero’ ad altro agente; o ancora avrebbe remunerato un agente con un corrispettivo in assenza di una reale attività di intermediazione al fine di compensare e sanare le debenze nei confronti dell’agente per la trattativa di un altro calciatore all’epoca dei fatti minorenne o ‘giovane di serie’ (per il quale quindi non poteva essere pattuito alcun corrispettivo)”.

La difesa della Juventus e cosa rischia il club

Sulla questione della manovra stipendi la Juventus (anche tramite la sua nuova dirigenza) ha sempre sostenuto il fatto che le quote non ancora versate non fossero certe di dover essere corrisposte, dipendendo dalla ripresa dei campionati. “La società ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva”, aveva dichiarato il club.

La violazione della lealtà sportiva comporta sanzioni che vanno dall’ammonizione all’ammenda, salendo poi all’ammenda con diffida e alla penalizzazione di uno o più punti in classifica. In quest’ultimo caso, l’articolo 8.1 del Codice di Giustizia Sportiva prevede che “se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente”. Il procedimento per la Juve, per la quale resta aperta comunque la possibilità di un patteggiamento anche dopo il deferimento, si aprirà a giugno.

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