“Ho dato tutta la mia anima”. Continua a ripeterlo Gianmarco Tamberi, a se stesso e al mondo che lo circonda. Quel mondo che lo ha ammirato nel suo sforzo indicibile nei giorni che dovevano essere di gloria, e che invece si sono rivelati quelli della tristezza più profonda. Ma con un reel su Instagram l’olimpionico di Tokyo ha ribadito a tutti che lui ce l’ha messa tutta per provare a sfidare la sorte, quella sorte che l’ha obbligato a gareggiare al netto di una colica renale che l’ha avuta vinta sulla sua voglia di rovesciare il mondo.
Gimbo, uno che non si arrende mai
Che Gimbo sia uno “romantico”, un po’ alla vecchia maniera, non è un mistero. Solo che Parigi gli è rimasta appiccicata addosso come un’onta troppo grande. Tutti gli sforzi fatti per arrivare all’appuntamento con la gara a cinque cerchi era stato finalizzati a un finale che avrebbe dovuto contemplare un epilogo differente, pensando poi ai tanti intoppi con i quali ha dovuto fare i conti nei mesi scorsi.
La colica renale che l’ha colpito a pochi giorni dalla gara di qualificazione e poi, beffardamente, la sera prima della finale l’ha reso vulnerabile, più “umano”, ma non lo ha privato della voglia di dimostrare al mondo chi sia. Tanto che nella sua mente serpeggia ora un pensiero “stupendo”, quello cioè di spostare avanti le lancette e di vedersi competitivo e pronto alla battaglia a Los Angeles, quando le primavere saranno 36 e solitamente i suoi colleghi sono già passati dalla pista alla scrivania (o dietro al microfono).
Le polemiche inutili e quel pensiero “strisciante”…
LA28 è lontana, ma Gimbo ha voglia di credere nei sogni. E con lui tutto un movimento che sente che qualcosa gli sia dovuto, perché in fondo un finale così renderebbe amaro anche il gusto di averci provato. Le polemiche futili e sterili che hanno accompagnato gli ultimi giorni lasciano il tempo che trovano: dalla dieta estrema che avrebbe contribuito a debilitare il corpo dell’atleta (secondo qualcuno i calcoli sarebbero diretta conseguenza del regime estremo tenuto negli ultimi mesi: la logica impone che non esiste la controprova, quindi tanto vale perdere tempo a pensarlo…) al post ironico di Ceccon, che secondo alcuni avrebbe preso volutamente in giro Tamberi (reo di essere troppo istrionico nei suoi post social), tante voci si sono levate fuori dal coro, senza realmente tener conto del dolore provato da Gimbo nel vedere allontanarsi la prospettiva di un clamoroso bis olimpico.
Per certi versi, qualcuno dirà che questa sconfitta potrebbe invogliare l’atleta marchigiano a spingersi più in là di quanto mai avrebbe osato immaginare: se avesse centrato il bis a Parigi probabilmente avrebbe detto basta con l’atletica, al più limitandosi a un’altra stagione (il prossimo anno ci sono i mondiali a Tokyo, proprio sulla pista che gli ha dato la gloria immortale) prima di fermarsi definitivamente. Adesso potrebbe decidere di sfidare il destino che l’ha volutamente buttato giù con l’asticella e spingersi fino a LA: da uno come Gimbo, lecito aspettarsi di tutto.