La settimana più dura della carriera professionistica di Aryna Sabalenka s’è chiusa con una racchetta spaccata e la voglia di urlare al mondo tutta la propria rabbia. Quella rabbia che ha tenuto per forza di cose dentro nei giorni che hanno preceduto la sfida contro l’ucraina Anhelina Kalinina, persa al terzo set dopo aver tentato la rimonta (aveva ceduto il primo 6-4 e vinto il secondo 6-1), vanificata però da un crollo fisico ed emotivo che nel terzo e decisivo parziale l’è costato la partita (6-1 il punteggio finale). Ed è stato proprio dopo il punto decisivo che Aryna ha finito per dare sfogo a tutta quel concentrato di emozioni che hanno segnato la sua settimana a Miami.
- Sabalenka, i giorni più difficili
- La racchetta spaccata, la voglia di rifugiarsi negli spogliatoi
- Quarta sconfitta dell'anno, ma con un significato differente
Sabalenka, i giorni più difficili
Dalla morte dell’ex fidanzato Konstantin Koltsov erano trascorse ancora troppe poche ore per riuscire a contenere ancora una volta dentro di sé le proprie emozioni. Sabalenka alla fine è crollata: contro Badosa, una delle sue più grandi amiche nel circuito, aveva trovato la forza per distogliere la propria mente per almeno un paio d’ore dalla tragedia che ha colpito il suo ex, riuscendo a piegare la spagnola e dando così un senso più compiuto al suo percorso nel secondo 1000 della stagione.
Contro Kalinina però la stanchezza, lo stress e la frustrazione per quanto accaduto a Koltsov evidentemente hanno preso il sopravvento. E in chiusura di partita, dopo l’ultimo errore gratuito (una risposta di dritto in corridoio sul servizio della rivale), non è riuscita più a contenere le proprie emozioni.
La racchetta spaccata, la voglia di rifugiarsi negli spogliatoi
Appena dopo la chiamata del giudice di linea, che ha chiaramente valutato fuori la risposta della bielorussa, Aryna ha abbassato lo sguardo e ha picchiato violentemente per tre volte la racchetta sul campo, danneggiandola in modo vistoso. A quel punto s’è diretta verso la panchina senza degnare nessuno di uno sguardo: ha preso le sue cose, s’è messo il borsone in spalla e ha raggiunto immediatamente gli spogliatoi, senza salutare né il giudice di sedia e nemmeno Kalinina, che forse però ha compreso il momento delicato attraversato dall’avversaria e non è andata volutamente a cercarla, preferendo anzi rivolgersi ai pochi tifosi rimasti sul campo centrale e omaggiandoli di alcuni polsini e asciugamani.
Quarta sconfitta dell’anno, ma con un significato differente
Per la numero due del mondo, quella patita a Miami è la quarta sconfitta nel 2024: le precedenti erano arrivate a Brisbane in finale contro Elena Rybakina, a Dubai all’esordio contro Donna Vekic e a Indian Wells negli ottavi di finale contro Emma Navarro, che a Miami ha battuto Jasmine Paolini (ultima italiana rimasta). Il computo stagionale sale così a 18 gare con 14 vittorie e 4 sconfitte, ma anche con il trionfo agli Australian Open di gennaio, dopo i quali il regno di Iga Swiatek ha cominciato a vacillare (ma per ora soprasso rimandato).
Certo però in Florida il carico emotivo sulle spalle di Sabalenka è stato enorme: l’organizzazione l’ha dispensata da qualsiasi intervista nel corso del torneo, ma quella racchetta spaccata vale più di mille parole.