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Tennis, Sinner alle ATP Finals ha un doppio obiettivo: vincere e fare i conti col passato

Sinner si presenterà alle ATP Finals come uno dei grandi favoriti dopo aver battuto di recente Medvedev e Alcaraz. Ma nei precedenti con gli altri 7 "maestri" è sotto 26-11.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Tutti lo temono, tutti lo esaltano, tutti lo sostengono anche nelle battaglie contro organizzatori miopi e poco attenti (il riferimento è al ritiro forzato da Parigi-Bercy dopo la maratona notturna con McDonald). Jannik Sinner è l’uomo copertina del tennis mondiale, aspettando che Djokovic metta un altro titolo in bacheca nel fine settimana e se ne torni a parlare come il Re Mida che è (vincesse a Parigi conquisterebbe il 40esimo Masters 1000 in carriera: Rublev oggi, poi eventualmente uno tra Dimitrov e Tsitsipas domani in finale a dividerlo dal proposito).

E pensando alle Nitto ATP Finals in programma a Torino dal 12 al 19 novembre, in tanti sembrano lanciarlo come l’antagonista principale al serbo, magari pensando anche alle vittime illustri mietute nell’ultimo periodo (Alcaraz e Medvedev su tutti).

Eppure ciò non si direbbe se si prendessero in esame i risultati ottenuti contro gli altri 7 “maestri” presenti alle Finals: il bilancio di Sinner racconta di 11 vittorie e 26 sconfitte nei 37 incontri disputati contro gli avversari con i quali dividerà il campo al PalaAlpitour. E soltanto con uno (Rublev) ha un bilancio positivo, mentre con Alcaraz è in parità. Il passato però è passato, e Jannik vuol dimostrarlo con i fatti.

Djokovic non perdona, ma sul veloce sarebbe la prima volta

Nel presente di Sinner ci sono tante pagine nuove da scrivere, possibilmente cominciando a farlo contro Novak Djokovic. Col quale ha giocato appena tre volte, uscendo però sempre battuto. Due precedenti sono illustri: i quarti di Wimbledon 2022, con Sinner avanti due set a zero prima di essere rimontato dal serbo, e la semifinale di Wimbledon 2023, chiusa in tre set assai combattuti. Il primo precedente, sulla terra di Monte Carlo nel 2021, vide Nole imporsi in due set.

Dovessero incrociarsi a Torino, sarebbe la prima volta che lo farebbero su una superficie veloce, e quanto potrebbe quantomeno aiutare a rimescolare le carte, poiché entrambi non avrebbero riferimenti diretti a cui attingere dal passato.

Con Alcaraz la sfida generazionale più bella e incerta

Contro Alcaraz, al netto di età simili (sono divisi da appena due anni), il bilancio è in perfetta parità sul 4-4. E curiosamente le sfide tra i due sono sempre andate a “strappi”: due vittorie iniziali dello spagnolo, nel Challenger di Villena 2019 e poi a Parigi-Bercy bel 2021, poi due vittorie di Sinner tutte racchiuse nel breve volgere di un mese nell’estate del 2022, da quella ottenuta agli ottavi a Wimbledon a quella (pesantissima) in finale sulla terra di Umago.

Le ultime quattro sfide le hanno giocate tutte sul veloce, con Alcaraz bravo a imporsi nel quarto di finale degli US Open 2022 (per Sinner, una sconfitta che ancora oggi brucia) e in semifinale a Indian Wells nella scorsa primavera. Semifinale che invece è risultata fatale al murciano a Miami, giusto una settimana più tardi, così come ha sorriso a Sinner l’ultimo precedente, sempre in semifinale, stavolta a Pechino (storia vecchia di un mese).

Montagne Russe: con Medvedev erano solo dolori…

Anche con Daniil Medvedev le sfide disputate da Sinner sono state in totale 8, ma qui il bilancio è tutto favorevole al russo, che fino a un mese fa aveva vinto tutti i precedenti contro l’altoatesino. Il filotto di 6 vittorie è stato interrotto nella finale di Pechino, vinta in due set (entrambi al tiebreak), con Jannik che s’è poi ripetuto una ventina di giorni più tardi nella finale di Vienna, stavolta al terzo dopo aver vinto sempre al tiebreak il primo e perso il secondo 6-4 (l’ultimo ha visto SInner prevalere 6-3). Quella che era la bestia nera conclamata, oggi somiglia più a un avversario durissimo, ma che quando affronta Sinner sembra come perdere gran parte della forza mentale di cui dispone.

Con l’altro russo invece le cose per Jannik sono andate meglio: il bilancio con Andrey Rublev recita 4-2 per l’allievo di Vagnozzi e Cahill, che ha vinto soprattutto gli ultimi due incontro, disputati entrambi nel 2023, senza concedere un set al rivale (è successo negli ottavi a Miami e in semifinale a Vienna).

Bilancio in rosso: le bestie nere di Sinner

Per ritrovare un bilancio con saldo negativo bisogna scendere al confronto con Stefanos Tsitsipas, che è avanti 5-2 e che può vantare soprattutto due vittorie di peso nelle ultime due edizioni degli Australian Open. E se quella del 2022 fu abbastanza netta (3-0), quella begli ottavi dello scorso gennaio ha rappresentato per Sinner una delle maggiori delusioni del suo favoloso 2023, pur se mitigata in parte dalla vittoria ottenuta a Rotterdam poche settimane più tardi, cioè a inizio febbraio.

Un altro rivale che Jannik ha dimostrato di soffrire è Sascha Zverev, che alle Finals è approdato dopo mille traversie (specie personali, come dimostrano le nuove accuse dell’ex compagna), ma che quando incontra Sinner si mostra imbattibile: dopo aver perso il primo incrocio nell’edizione autunnale del Roland Garros 2020, il tedesco ha sempre e solo vinto, infilando 4 successi consecutivi, l’ultimo dei quali (nell’ottavo degli US Open dello scorso settembre) ha lasciato una profonda cicatrice nell’animo di Jannik, battuto al quinto set dopo un’autentica maratona.

Infine, anche con Holger Rune i precedenti non sorridono all’altoatesino, sempre sconfitto nei due match disputati nelle semifinali di Sofia 2022 e Monte Carlo 2023 (in entrambi i casi Sinner aveva vinto il primo set). Insomma, le possibilità per rifarsi dopo la dolorosa rinuncia a Parigi-Bercy non mancano per Jannik.

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