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Tour de France 9° tappa: Woods sul Puy de Dome, Pogacar rosicchia 8" a Vingegaard. Male Ciccone

Nel silenzio della vetta del vulcano che mancava dal Tour da 35 anni è stato il canadese a passare per primo sotto lo striscione del traguardo. Piazza d’onore per Pierre Latour, terzo gradino del podio per Matej Mohoric

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Fossero vivi Omero o Virgilio, di spunti per scrivere altri poemi ne avrebbero a iosa. Perché il duello tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar mostra una volta di più tutta la bellezza di un ciclismo che profuma d’altri tempi. Sul Puy de Dome la sfida tra i due dominatori della grand boucle riserva un altro capitolo di notevole spessore: ancora una volta la miccia l’accende lo sloveno, ma il danese riesce a limitare bene i danni accusando al traguardo appena 8 secondi.

Tutto merito di un finale di tappa e di prima settimana esplosivo, con 1.500 metri che hanno messo alla berlina tutte le residue energie dei primi due della classifica generale. Pogacar ha dimostrato di essere sulla via giusta per ritrovare definitivamente la gamba buona, ma Vingegaard ancora una volta ha ribadito di essere duro a morire.

Domani riprenderanno fiato nel primo giorno di riposo previsto dal calendario, poi però torneranno a darsele di santa ragione, per la gioia di milioni di appassionati.

Come è andata la tappa

Nel silenzio della vetta del vulcano che mancava dal Tour da 35 anni è stato però Micheal Woods a passare per primo sotto lo striscione del traguardo: la fuga composta da 14 uomini nella quale s’è inserito a inizio tappa ha pagato dividendi, complice anche una vorticosa rimonta effettuata nei chilometri finali della salita.

Piazza d’onore per Pierre Latour, terzo gradino del podio per Matej Mohoric, che quasi sulla linea del traguardo ha superato il generosissimo Matteo Jorgenson, che ha pregustato l’impresa solitaria prima di essere ripreso negli ultimi 500 (interminabili) metri.

Tra gli uomini di classifica perde terreno Jay Hindley, con Simon Yates e Tom Pidcock (bene anche Carlos Rodriguez) pronti a rilanciare la sfida per il podio verso Parigi.

Italiani lontani: Ciccone non entra nella fuga e perde una buona chance per centrare la vittoria di tappa. Domani, come detto, finalmente arriva il giorno di riposo: quando martedì si ripartirà con la Vulcania-Issoire ci saranno tante salite, ma un finale in discesa che strizza l’occhio ai finisseur.

Pagelle di tappa (i migliori e i peggiori)

  • MICHEAL WOODS 9. A 36 anni mette un altro mattone pesante nella costruzione della sua legacy ciclistica. Una vittoria di prestigio su un traguardo unico e al tempo stesso mitico, ottenuta grazie a una condotta di gara intelligente dove, anziché sperperare energie quando meno serviva, ha saputo aspettare il momento buono e sparare tutte le cartucce sulla salita finale. Chapeau.
  • TADEJ POGACAR 9. Ci prova sempre e comunque, segno che sta bene e che è in pieno controllo delle sue facoltà tecniche e mentali. Su una salita che per caratteristiche potrebbe anche rivelarsi infingarda, poiché più adatta a scalatori puri, lui non sbaglia una mossa e ai -1.500 dall’arrivo piazza l’allungo per mettere nuovamente in difficoltà il rivale. Che si difende bene, ma che mostra un’altra piccola crepa. La giornata no di Laruns è lontana e il gap quasi azzerato.
  • SIMON YATES 7,5. Altro vincitore di giornata, perché degli uomini di classifica sembra davvero essere il più in palla (dietro quei due fenomeni) e con un’accelerazione fa saltare il tappo. Alla fine non riesce a staccare un Pidcock veramente solido (voto 8 a lui e alla Ineos Granadiers), ma Simon Yates quando la strada sale sa come esaltarsi e nella lotta al podio per Parigi potrà recitare un ruolo davvero importante. Chiude bene una settimana che s’era aperta bene con l’arrivo in tandem col gemello Adam a Bilbao.
  • JONA VINGEGAARD 6. Non è propriamente un flop il suo, anzi: cede 8 secondi appena quando avrebbe potuto lasciarne per strada almeno il doppio, se non il triplo, riuscendo a mostrare una resilienza davvero notevole. Però i segnali che arrivano continuano ad essere negativi: quando Kuss si sposta, lui finisce alla mercé di Pogacar. Che ha imparato la lezione di Laruns e sembra oggettivamente più cattivo e motivato.
  • JAY HINDLEY 5. Forse sta pagando l’eccesso di generosità che a Laruns l’ha portato a vestire la maglia gialla. Da quel momento in poi le forze l’hanno un po’ abbandonato: sempre staccato dai migliori, sempre il primo ad alzare bandiera bianca quando il ritmo si fa più forsennato. Così facendo la prospettiva di chiudere sul podio rischia seriamente di diventare molto più complicata del previsto.
  • DAVID GAUDU 4,5. Il francese è il primo a perdere contatto dal gruppo degli uomini di classifica, tanto da ritrovarsi confinato a oltre 6’ di ritardo da Vingegaard nella generale proprio dopo le due tappe nelle quali avrebbe dovuto cercare di restare più aggrappato al podio. Alla fine limita anche i danni (becca 2’ da Pogacar), ma anche qui i segnali che arrivano sono assai negativi.

La classifica dopo la nona tappa

Pogacar continua il personalissimo avvicinamento alla tappa gialla: adesso sono 17 i secondi che lo distanziano da Vingegaard.

  • 1. Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) 38h37’46”.
  • 2. Tadej Pogacar (Team UAE Emirates) +17”.
  • 3. Jay Hindley (Bora Hansgrohe) +2’40”.
  • 4. Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +4’22”.
  • 5. Adam Yates (Team UAE Emirates) +4’39”.
  • 6. Simon Yates (Team Jayco Alula) +4’44”.
  • 7. Tom Pidcock (Ineos Granadiers) +5’26”.
  • 8. David Gaudu (Gorupama FDJ) +6’01”.
  • 9. Sepp Kuss (Jumbo Visma) +6’45”.
  • 10. Romain Bardet (Team DSM Firmenich) +6’58”.

La tappa di oggi

C’è un vulcano che attende di eruttare, anche se soltanto in senso metaforico: il Puy de Dome non è una salita, è una vera e propria sfida contro se stessi, oltre 13 chilometri a quasi l’8% di pendenza media (ma negli ultimi 4 chilometri si sfiora il 12%) che il caldo potrebbe far sembrare ancora più impervia.

Un arrivo col botto per chiudere una prima parte di Tour che ha già regalato scossoni, sorprese, ribaltoni e tante, forse anche troppe emozioni, almeno per quelle che erano le abitudini della prima settimana di corsa.

Il racconto della 9° tappa del Tour de France 2023. Percorso e difficoltà

Logico attendersi una lotta tra fuoriclasse, ciò che Vingegaard e Pogacar hanno dimostrato appieno di essere: saranno presumibilmente loro due a giocarsi la vittoria di tappa, a meno che non vada in porto una fuga da lontano (ipotesi non così scontata) approfittando dei tre GPM previsti prima dell’ultima salita di giornata.

I favoriti di giornata

Probabile che ci si giocherà tutto nella parte conclusiva, con i Jumbo Visma a dettare il ritmo in salita (Kelderman e Kuss uomini chiave per la maglia gialla) e gli UAE Emirates pronti a sostenere la maglia bianca finché non scoppierà la bagarre.

Fonte: Tour de France

Tour de France 2023 tappa 9. Credits: Tour de France

Possibili protagonisti gli scalatori di casa, da Romain Bardet a David Gaudu, così come Thibau Pinot (che cerca un ultimo acuto al Tour prima del ritiro dalle corse, previsto a fine 2024) e quel Guillarme Martin sin qui rimasto ai margini nelle prime tappe di montagna.

Jay Hindley potrebbe approfittarne per rafforzare la sua terza posizione in classifica dagli attacchi di Carlos Rodriguez e Simon Yates, quest’ultimo reduce da un finale di tappa nel quale ha lasciato 47 secondi per una banale caduta. Qualcuno proverà a rischiare, anche perché lunedì finalmente arriva il primo giorno di riposo.

La classifica dopo l’ottava tappa

Tutto invariato dopo l’ottava tappa vinta da Pedersen. Vingegaard in maglia gialla e Pogacar primo inseguitore con 25” di ritardo.

  • 1) Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) 34h09’38”
  • 2) Tadej Pogacar (UAE Team Emirates) +25”
  • 3) Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) +1’34”
  • 4) Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers) +3’30”
  • 5) Adam Yates (UAE Team Emirates) +3’40”
  • 6) Simon Yates Team Jayco AlUla 8″ 4:01
  • 7) David Gaudu Groupama – FDJ 4:03
  • 8) Romain Bardet Team dsm – firmenich 4:43
  • 9) Thomas Pidcock INEOS Grenadiers
  • 10) Sepp Kuss Jumbo-Visma 5:28

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