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Tyra Grant, la wild card a Roma "serve" anche per il futuro: entro marzo 2026 può "tornare" a giocare per l'Italia

La wild card che Roma ha assegnato a Tyra Grant potrebbe avere anche uno scopo "politico": la 17enne è nata in Italia, ma sin qui ha giocato come statunitense. Ma non ha escluso di "tornare"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Una wild card allunga la vita. O magari “persuade” una scelta: quella di Tyra Caterina Grant, giovanissima tennista nata a Vigevano il 12 marzo 2008, figlia dell’ex cestista Tyrone Jeremy Grant, sulla quale l’Italia della racchetta al femminile ha deciso di puntare tante fiche nel tentativo di convincerla a giocare battendo bandiera tricolore. Non un dettaglio di poco conto: Tyra è cittadina italiana, essendo nata nel nostro Paese, dove sin da bambina ha sviluppata la passione per il tennis, tanto da unirsi all’Accademia diretta da Riccardo Piatti a Bordighera La stessa che ha svezzato Jannik Sinner, e già questa pare una felice coincidenza.

Tyra, figlia d’arte e predestinata: tutti ne parlano bene

Tyra è un po’ figlia del mondo, poiché sin da quando era una bambina ha girato in lungo e in largo e da un continente all’altro. Sua mamma Cinzia, vigevanese doc, le è sempre stata accanto, proprio come il papà. E quando c’è stato da andare a Orlando, pronta a unirsi alla United States Tennis Association, non s’è fatta troppi problemi.

In Florida la giovane Grant ha continuato la propria crescita, tanto che ben presto è diventata una delle giovani atlete più in vista dei circuiti giovanili. E la mamma è stata tra le prime persone a incoraggiarla a credere nei propri sogni: da quando è entrata nel circuito WTA è diventata anche la sua manager, curandone tutti gli affari (di famiglia, e non solo).

L’esordio è avvenuto meno di un mese fa a Miami, nel primo torneo del circuito 1000 al quale ha preso parte: sconfitta con doppio 6-4 contro l’austriaca Julia Grabher, ma quanto basta per cominciare ad annusare l’aria delle competizioni che contano, con la promessa di diventare presto un habitué di certe manifestazioni.

La vittoria a Bellinzona vale l’ingresso in top 400

Dopotutto a livello junior i risultati sono stati già piuttosto rilevanti, specialmente in doppio: Tyra ha conquistato il titolo al Roland Garros 2023 in coppa con Clervie Ngounoue e quello agli Australian Open 2024 assieme ad Iva Jovic, con la quale ha perso la finale a Parigi dello scorso anno prima di prendersi una bella rivincita a Wimbledon, alzando il primo trofeo sull’erba.

In singolare, ma relativamente ai tornei Futures (ITF), Tyra ha vinto il primo titolo sulla terra di Antalya nel marzo 2024 battendo in finale Anja Stankovic e ha poi conquistato un altro torneo a Selva Val Gardena a novembre, superando la canadese Stacey Fung. Nel 2025 ha invece ceduto al terzo set la finale di Porto contro la lituana Mikulskyte.

Proprio ieri la Grant è tornata in campo a Bellinzona, torneo 75 del circuito Futures, battendo in rimonta l’esperta italiana Jessica Bertoldo (2-6 6-3 6-2) e guadagnando così per la prima volta l’accesso alla top 400 mondiale. Chiaro però che nella sua testa tutto è già proiettato verso il debutto al Foro Italico, dove gli è stata concessa una wild card alla pari di quanto fatto a Federico Cinà in campo maschile.

L’Italia spinge per riaverla: Tyra tiene aperta la porta

Sino ad oggi Tyra ha scelto di giocare battendo bandiera statunitense, probabilmente anche in virtù del fatto che la sua formazione definitiva a livello tennistico e avvenuta a Orlando, dopo gli inizi a Bordighera. Chiaro però che la federazione italiana è da tempo sulle sue tracce: con Jasmine Paolini rimasta l’unico grande faro a livello femminile (vero, Bronzetti e Cocciaretto il loro lo fanno, ma sono lontani i fasti dell’epoca di Schiavone, Vinci, Pennetta ed Errani), poter sperare di far leva anche sulla giovanissima Grant sarebbe manna dal cielo per il movimento nazionale.

Da tempo sono stati avviati contatti con la famiglia di Tyra, che potrà decidere di cambiare nazionalità di riferimento fino al prossimo 12 marzo 2026, giorno nel quale compirà 18 anni e dovrà optare definitivamente per l’una o l’altra bandiera. La stessa Tyra ha spiegato che la scelta di giocare sin qui come statunitense è stata abbastanza casuale: “Mi trovato a un torneo organizzato da Patrick Mouratoglou e dovevo indicare una nazione di riferimento, così mio padre pensò bene di dire che avrei giocato come statunitense. In realtà però conosco molto bene il mondo della federazione italiana e sono sempre in contatto con i vari uffici (la mamma Cinzia è una istruttrice di tennis), quindi da qui al prossimo marzo avrò tempo e modo per decidere cosa fare”.

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