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Volley femminile A1, i top e flop della prima parte di stagione: bene Santarelli ed Egonu, male Velasco

Promossi e bocciati al termine della prima parte della stagione. Conegliano continua a dettare legge, Milano è la prima rivale. La vicenda UYBA-Velasco-Fipav da dimenticare.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La prima metà di stagione se n’è andata, e sostanzialmente ha detto qualcosa che già si sapeva: Conegliano era, è e sempre sarà la squadra da battere, con Daniele Santarelli e le sue ragazze che hanno lasciato per strada appena un punto sui 42 disponibili nelle prime 14 giornate. L’Allianz Milano di Paola Egonu però ha tutte le carte in regola per poter provare a dar fastifdio alle campionesse d’Italia in carica: le titubanze di avvio stagione sono alle spalle, il Vero Volley da un mese e mezzo a questa parte sembra aver trovato la maniera per tenere testa alle Pantere. E poi c’è Scandicci che ha dimostrato a sua volta di avere più di qualcosa da dire, superando per ora Novara nel confronto diretto tra terze incomodi. Approfittando della sosta di fine anno, ecco un primo bilancio per vedere chi ha mantenuto e chi ha deluso le attese.

I top della prima parte di stagione

  • DANIELE SANTARELLI 10. Impossibile non partire dal coach di Conegliano, che sin qui in stagione ha fatto filotto vincendo 14 gare in A1, la finale di Supercoppa e le 4 gare di Champions. Nemmeno l’onta di una sconfitta nelle 19 gare disputate, tanto che qualcuno s’è stupito quando, a pochi giorni dal Natale, Pinerolo ha costretto le Pantere a spingersi al tiebreak per quella che resta l’unica vittoria davvero sudata della stagione corrente. Santarelli ha plasmato un gruppo sostanzialmente immutato rispetto al passato, dove non esistono prime donne ma dove tutte sono fondamentali. Tolta Isabelle Haak, le altre hanno sempre saputo fare un passo avanti e uno indietro a seconda del momento, dando la netta sensazione che il collettivo viene prima del singolo. Ciliegina sulla torta, il pieno recupero di Sarah Fahr. Chi vuole il tricolore dovrà per forza di cose passare sopra le Pantere. E sarà durissima.
  • VITA AKIMOVA 9. Novara non è all’altezza delle tre battistrada, eppure s’è messa giù di buzzo buono, convinta di avere i mezzi per poter alzare l’asticella. Lorenzo Bernardi (voto 9 anche per lui) ha trovato nella russa una realizzatrice coi fiocchi, capace di incidere subito tra le pieghe del massimo campionato italiano, frenata solo da qualche problema fisico nell’ultima parte dell’anno. In generale, l’Igor Gorgonzola ha dimostrato di avere un progetto serio e un futuro consistente. Se Vita continuerà a dimostrare di valere così tanto, sognare è più che lecito.
  • PAOLA EGONU 8,5. Ogni volta che decide di alzare la posta, Paola Egonu fa un sol boccone delle rivali. Ha un alibi, al netto di un avvio di stagione non troppo convincente: nelle due gare disputate contro Conegliano, sia in Supercoppa che in campionato, non era nelle miglior condizioni di forma. Quelle due sconfitte un po’ l’hanno stuzzicata, ma anche stimolata a far meglio. Oggi Milano dipende in tutto e per tutto dall’opposto di Cittadella, che lentamente sta ritrovando il sorriso e può anzi pensare anche a un’estate diversa, vista la fiducia che Velasco riveste nei suoi riguardi. La capocannoniere del torneo (già sopra quota 300 punti) a primavera vuol alzare trofei.
  • BRENDA CASTILLO 8. Se Milano da un paio di mesi ormai a questa parte ha cambiato marcia, merito è anche del libero al quale Marco Gaspari ha affidato le chiavi della difesa. Brenda ha saputo imporsi con umiltà e grande efficacia, risultando essere la migliore in ricezione di tutto il campionato (e dietro di lei c’è la compagna di squadra Sara Cazaute, ma con la metà delle ricezioni registrate) e mostrando ampi segnali di crescita. Tanto che potrebbe diventare un fattore strada facendo.
  • CAMILLA MINGARDI 7. Non più giovanissima, nemmeno nel giro della nazionale, ma nuovamente sull’altare a furia di prestazioni e palloni messi a terra. Camilla in estate s’è spostata nelle Marche, a Vallefoglia, perché a Scandicci per lei non c’era più posto, ma seppur così facendo ha smesso di bazzicare i piani alti del campionato, quantomeno ha dimostrato di meritare fiducia e attenzione. La Megabox ha mancato per un soffio l’approdo nei quarti di Coppa Italia, ma se l’ha sfiorato è anche grazie ai 18 punti di media a partita della giocatrice bresciana.

I flop della prima parte di stagione

  • CASALMAGGIORE 5. Che sarebbe stata una stagione difficile lo si poteva anche annusare, ma da qui a pensare di ritrovare Perinelli e compagne così in basso ce ne passava. La sensazione è che la stagione abbia preso davvero una brutta piega: le 8 sconfitte di fila col quale la Trasportipesanti ha chiuso l’anno hanno fatto risuonare ogni campanello d’allarme possibile. Soprattutto l’ultima patita a Bergamo, con annesso sorpasso in classifica e conseguente scivolamento al penultimo posto. A pagare per tutti, per ora, è stato coach Musso, esonerato proprio dopo il ko con Bergamo.
  • JULIO VELASCO 4. Questo voto va spiegato. Da un lato è figlio dei risultati ottenuti fino a metà novembre, fino a quando cioè è rimasto in sella alla UYBA: due vittorie e 6 sconfitte la dicono lunga sull’impatto non troppo efficace del tecnico argentino, tanto che il sostituto Cichello ha ottenuto gli stessi punti (cioè 7) ma con due gare in meno disputate. Dall’altro, soprattutto, del modo col quale ha salutato tutti, lasciando praticamente la UYBA col cerino in mano per accontentare il presidente federale Manfredi, restio al doppio incarico, e correre al capezzale di una nazionale lacerata dai contrasti interni. Non proprio una vicenda edificante.

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