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Volley femminile, Velasco: "Egonu come Maradona, Messi o Totti, ma troppe responsabilità. A Parigi sul podio"

Il nuovo CT della Nazionale italiana di volley parla della stagione olimpica alle porte e del ruolo di Paola Egonu: "Sin qui è stata sempre troppo responsabilizzata".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

La strada che porta a Parigi è lunga e piena di insidie, ma Julio Velasco è uno che ormai ha il pelo sullo stomaco. E che non si ferma di fronte a difficoltà che ad alcuni potrebbero sembrare soltanto apparenti, convinto che nella nazionale femminile che guiderà verso i giochi olimpici della prossima estate ci siano le qualità giuste per far emergere il lato migliore dell’intero movimento azzurro. Chiaro però che gira che ti rigira il nome “caldo” rimane sempre quello, che poi è esso stesso il motivo per il quale Velasco ha deciso di lasciare la UYBA e accettare l’incarico di allenatore della nazionale: in dieci semplici lettere, Paola Egonu.

La gestione dei campioni: “Devono sapere cooperare con i compagni”

Tutti i pensieri convogliano sull’opposto di Cittadella quando di mezzo c’è la maglia della selezione azzurra. Maglia che Paola indosserà senza ombra di dubbio (infortuni permettendo) nella prossima estate, quella che in qualche modo dovrà certificarne il rilancio a pieno titolo dopo i problemi e le incomprensioni che hanno segnato l’ultimo capitolo dell’era Mazzanti. E Velasco sa perfettamente che la gestione della giocatrice italiana più famosa nel mondo sarà un punto cruciale nell’economia del ciclo alle porte. Tanto che molti si domandano: ma Egonu saprà stare alle “regole” che servono per far parte di un gruppo?

Il tecnico di La Plata al riguardo ha spiegato di avere le idee chiare. “Quando sostengo che non tutti i giocatori o le giocatrici sono uguali non vuol dire che do loro il credito per fare quello che vogliono. Però ci sono delle differenze e no, non credo che ogni atleta sia uguale a un altro. Certe cose ad esempio anche i migliori giocatori al mondo hanno dovuto farle con altri compagni, vedi Maradona, Messi o Totti”.

Il problema di Egonu: “Sempre stata troppo responsabilizzata”

La visione di Velasco oltrepassa i confini del volley e arriva proprio dove c’è più bisogno di andare a parare. La sua stima incondizionata nei riguardi di Egonu vale più di mille parole: Paola è una delle migliori giocatrici al mondo, assieme a Boskovic e Vargas, su questo non v’è dubbio alcuno. Il problema però è che a Paola sono state date, e continuano ad essere affidate, troppe responsabilità. Ed essere tanto forte non giustifica il fatto che gli venga messo tutto questo fardello sulle spalle.

Negli sport di squadra non si possono vincere le partite da soli, andando su tutti i tipi di pallone ad ogni azione: ci sono cose che vanno sistemate, sia dal punto di vista tattico, sia dal punto di vista tecnico. E anche con Egonu cercheremo un punto di equilibrio, nell’interesse suo e di tutto il gruppo”.

L’obiettivo parigino: “Tornare a casa con una medaglia”

Il commissario tecnico ha ribadito di essersi convinto in fretta quando il presidente federale Giuseppe Manfredi gli ha proposto di prendere in mano le redini del gruppo azzurro. “Gli stimoli sono tanti e l’obiettivo è quello di andare a Parigi e tornare a casa con una medaglia, che sarebbe anche la prima a livello femminile nei giochi olimpici. Ammetto che sapere di avere una squadra forte e competitiva ha incentivato la mia scelta, ma avrei optato per una risposta affermativa anche se avessi avuto un gruppo meno forte.

Andare a medaglia è l’obiettivo, ma non crediate che sarà una cosa tanto semplice: Cina, Serbia e Stati Uniti sono tutte squadre fortissime, e bisognerà vedere anche come si incastreranno gli incroci. E comunque ci sono tante pretendenti al podio di Parigi, non è più il tempo di una nazionale che domina e le altre che stanno a guardare”.

Il nuovo ciclo: il “diritto-dovere” di scegliere chi portare

Nell’intervista rilasciata a Repubblica, un’ultima battuta Velasco l’ha riservata alle possibili convocate nel nuovo ciclo. Molti hanno pensato che il suo ritorno in nazionale (dove aveva allenato senza troppa fortuna nel biennio 1997-1998) potesse coincidere con il reintegro di tante atlete escluse nell’estate scorsa dal giro azzurro. “Questo è un concetto sbagliato. Ogni allenatore ha il diritto e il dovere di scegliere ciò che ritiene essere migliore per la squadra. Da fuori non si può sapere come stanno veramente le cose. Io convocherò le giocatrici che riterrò più funzionali per l’obiettivo che ci siamo posti, cioè quello di andare a Parigi a caccia di una medaglia.

Mazzanti ha avuto un ciclo lungo e credo anche positivo in nazionale, che come tutti i cicli è arrivato a fine corsa. Anch’io nel 1996, dopo i giochi di Atlanta, decisi di lasciare la nazionale maschile, perché sentivo che il ciclo era completato e avrei avuto problemi di gestione. Ora si riparte quasi da zero, e dunque valuterò con attenzione chi convocare quando sarà l’ora di fare le scelte”.

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