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Wrestling, Hulk Hogan compie 70 anni. Hulkmania, bandana rossa, maglia gialla: icona senza tempo

Terrence Gene Bollea celebra il traguardo di vita. Resta il wrestler più famoso al mondo, più di ogni altro ha contribuito a rendere la WWF (oggi WWE) la federazione più importante su scala globale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Tanti auguri a Terrence Gene Bollea, che oggi nella sua splendida dimora di Clearwater, in Florida, compie 70 anni. E se questo nome mi suonerà poco familiare, beh, non state lì a pensarci su troppo: vi basti sapere che il personaggio in questione ha una bandana rossa in testa, una maglia gialla che tende spesso e volentieri a strappare quando le cose si fanno un po’ più agitate e un capello biondo che pure parte ai lati della nuca, perché in mezzo il cuoio capelluto non sembra aver attecchito molto.

Con tali indizi è impossibile non pensare ad Hulk Hogan, di gran lunga il wrestler più famoso al mondo, il personaggio che più di ogni altro ha contribuito a rendere la WWF (oggi WWE) la federazione più importante su scala globale.

Hulk Hogan come Micheal Jordan

Non che prima di lui il wrestling non avesse seguito, ma certamente l’esplosione a livello internazionale è in buona misura dovuta alla capacità del suo personaggio di bucare lo schermo, tanto che in tanti hanno paragonato quanto fatto da Hulk Hogan a ciò che Micheal Jordan ha rappresentato per il basket NBA.

Insomma, miti a confronti, che al netto del tempo che passa inesorabile rimangono ancora oggi icone indiscusse nei rispettivi ambiti di competenza.

Le origini italiane

Terrence ha rappresentato un valore aggiunto per il mondo del wrestling, dal quale manca ormai da più di un decennio tra acciacchi fisici e problemi di varia natura (se sul ring sapeva come animare le folle, certo fuori non è che è rimasto con le mani in mano).

Vita un po’ spericolata la sua, come nella migliore tradizione dei divi americani dello sport entertainment, ma l’amore sconfinato dei fan rimane una costante al netto di qualche comparsata sulle riviste di gossip o in qualche disputa di cronaca.

Chissà se tutto questo non sia stato diretta conseguenza delle sue origini italiane: Peter Bollea, il nonno paterno, era nato a Cigliano, nella provincia vercellese, salpato per l’America come tanti connazionali in cerca di un futuro migliore.

Classe 1953, il baseball poi il wrestling

Di tutto questo ne avrebbe però goduto il nipote, nato ad Augusta, in Georgia, l’11 agosto 1953 (è la località famosa per il PGA Championship, uno dei più importanti tornei di golf al mondo).

Che pure al mondo della lotta non arriva tanto presto: il baseball è la prima passione, poi a metà degli anni ’70 si avvicina al wrestling, ma dopo un periodo trascorso in una lega minore (la NWA) soltanto a 26 anni riuscirà a firmare il contratto che gli cambierà la vita, appunto con la WWF.

Da quel momento in poi le prospettive cambiano in fretta: vince i primi incontri e trova subito una certa empatia con il pubblico, tanto che la federazione ne intuisce le potenzialità anche a livello commerciale. Così è facile proporlo come il rivale designato del gigante del ring, vale a dire Andre The Giant, contro il quale nel 1987 a Wrestlemania da vita all’incontro più iconico della storia della WWF.

Hulkmania, quel giorno c’erano 80mila persone

Quel giorno al Pontiac Silverdome c’erano oltre 80mila persone ad assistere al match che ha cambiato per sempre la storia della federazione. Dopo tante sconfitte, Hulk Hogan riuscì nell’impresa di battere il mastodontico rivale, riuscendo persino ad alzare e ad abbatterlo a terra (Andre The Giant pesava oltre 230 chili), facendo impazzare la folla presente allo stadio e incollata davanti alla tv.

All’apice dell’Hulkmania, ben cavalcata dalla WWF, in ogni paese del mondo il wrestling entrò nelle case collezionando record di ascolto mai più replicati.

Hulk Hogan attore

E a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 la presenza di Bollea sconfinò ben oltre il semplice ring, tanto da recitare in più di una decina di pellicole cinematografiche (alcune lo vedevano come attore protagonista) e in tantissime serie tra le più famose dell’epoca (tra le altre A-Team, Love Boat e Baywatch).

Arriverà ad avere anche uno show tutto suo su MTV (Hogan Knows Best) dove apre le porte di casa, con le figlie che diventano a loro volta personaggi assai noti al pubblico.

L’apice e l’addio alla Federazione

Per quasi 2.000 giorni Hulk Hogan indosserà la cintura di campione del mondo, e nel frattempo gli affari per la WWF andavano a gonfie vele come mai era successo prima, e come mai succederà in seguito.

Mai i problemi con il management sfoceranno nel 1996 con la decisione di abbandonare la federazione, col passaggio alla WCW, non prima di aver cambiato anche i connotati del suo personaggio, che con l’ingresso nella NWO diventerà per la prima volta “hell”, cioè “cattivo”. Una mossa che il pubblico finì per apprezzare, forse stanco di vedere in Hulk l’eroe americano che vinceva sempre.

Tra scandali e riconoscenza

In realtà in quel periodo cominciarono anche i guai per Bollea, tra problemi fisici (in totale saranno 12 le operazioni alle quali si è sottoposto durante la carriera) e soprattutto accuse più o meno verificate di presunte scappatelle, motivo per il quale nel 2008 divorzierà dalla storica moglie Linda Claridge, sposata nel 1983.

Hogan si risposerà nel 2010 con Jennifer McDanniel, con tanto di rissa al matrimonio (colpa di un fotografo non autorizzato) e dalla quale divorzierà alla fine del 2022.

Il vero scandalo però arriva nel 2015, quando la WWE lo licenzia dopo che il wrestler viene accusato di aver pronunciato a più riprese frasi razziste nei confronti di un giudice, coinvolto in una causa da 100 milioni per un sex tape non autorizzato fatto circolare in rete.

Le successive scuse serviranno in parte a riabilitare Bollea agli occhi dell’opinione pubblica, ma la macchia resterà indelebile. Successivamente la WWE riprenderà Hulk sotto la sua ala, e oggi di tanto in tanto il personaggio torna a farsi vivo nella federazione, naturalmente senza combattere.

Ottimo bassista, amico dei Metallica

Soprattutto però a restare viva è la grande eredità che milioni di fan continuano ad adulare: per uno che ha rischiato di diventare il bassista dei Metallica (Terrence è un ottimo bassista, nonché amico di Lars Ulrich: durante le prime prove della band era stato lui a suonare il basso, anziché Cliff Burton, ma le cose presero poi una piega differente per entrambi), godere dell’amore e della riconoscenza di una platea tanto sconfinata è certamente una cosa di cui andar fieri.

E oggi che compie 70 anni Hulk Hogan rimane l’icona più facilmente riconoscibile di un mondo che ha conquistato intere generazioni, assieme a personaggi come The Ultimate Warrior, The Undertaker, Ric Flair, Macho Man Randy Savage e tanti altri ancora.

Quel mondo che Hulk ha contribuito a far conoscere e a rendere unico e inimitabile, e che senza di lui probabilmente non sarebbe stato grande come poi s’è mostrato al mondo intero. Non a caso a breve uscirà anche un biopic sulla sua carriera: lo interpreterà Chris Hemsworth, l’attore di Thor, e c’è un mondo là fuori che non vede l’ora di andare al cinema a godersi lo spettacolo.

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