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Jonathan Klinsmann, il figlio di Jürgen si è preso la porta del Cesena

Un cognome importante, tanta gavetta e una carriera in pieno decollo, tutto quello che c'è da sapere sul figlio d'arte che difende i pali del Cesena

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Con una serie di prestazioni solide e convincenti Jonathan Klinsmann si è guadagnato la titolarità della porta bianconera

“Papà segnava tanti gol io cerco di non farli fare”. Si potrebbe riassumere così, con la scanzonata, divertente e divertita dichiarazione rilasciata da Jonathan Klinsmann in una recente intervista a La Gazzetta dello Sport, la figura del protagonista di una delle sorprese più interessanti, e per alcuni versi impreviste, della Serie B 2024-2025 .

Parliamo, ovviamente, del portiere del Cesena, classe 1997, 194 centimetri di altezza figlio d’arte. Papà Jurgen è stato un idolo assoluto del calcio mondiale e di quello italiano in particolare. Campione del Mondo a Italia 1990, Campione d’Europa a Inghilterra 1996, vincitore della Gold Cup di Usa 2013 e parliamo solo del livello nazionale.

Jurgen Klinsmann, un campione con la C maiuscola

A livello di club è davvero difficile fare ordine tra i tanti trofei messi in bacheca da “Kataklinsmann” come lo chiamavano i tifosi o “Pantegana” soprannome uscito dal genio ironico della Gialappa’s Band e, per stessa ammissione del bomber tedesco, il suo preferito.

Ma uno su tutti rimane negli occhi e nel cuore di tifosi e appassionati, la cavalcata dell’Inter 1988-1989 guidata da Giovanni Trapattoni il cosiddetto “Scudetto dei Record” nell’era dei due punti. Un record a cui, sovente, fa riferimento il giovane portiere del Cesena sottolineando, con chiarezza, che avere un papà di quel livello non solo non ha mai rappresentato un problema ma che, di contro, è stata una guida solida e decisa nel suo percorso. “Ci sentiamo ogni giorno per parlare di calcio – ha spiegato sempre a La Gazzetta dello Sport – e dopo ogni partita”.

Quasi una mosca bianca nel novero dei figli d’arte che in genere cercano sempre di affrancarsi dall’ombra del genitore famoso. Questione di stile, questione di carattere ma anche di cultura sportiva. Il portiere del Cesena, infatti, è tedesco di nascita e di cognome, mamma californiana, figlia di persone immigrate dalla Cina, e quindi anche statunitense di passaporto.

Il fattore USA

Stati Uniti che quindi rappresentano la stella polare del percorso sportivo, e di vita, di Jonathan. Dopo la nascita avvenuta a Monaco di Baviera, infatti, dal 1998 al 2008 l’atleta ha vissuto con i suoi genitori a Newport Beach, in California. Poi dopo una breve parentesi di nuovo a Monaco, ha frequentato la Mater Dei High School di Santa Ana, in California e dopo il diploma l’Università della California a Berkeley.

Un fattore decisivo nel suo sviluppo perché lo sport, nei percorsi di studio in USA, è parte fondamentale del progetto. Tanto è vero che il giovane Klinsmann gioca a soccer e basket ad alto livello affinando così alcune tecniche già innate. Ovvero coraggio, esplosività, reattività e soprattutto grandi doti acrobatiche.

E pensare che Jonathan Klinsmann ha trascorso tutta la prima parte della propria carriera giocando, come Papà Jurgen, da attaccante prima con l’FC Blades 96 e poi con gli Irvine Lasers.

Il ruolo di portiere è una scoperta che arriva ad 11 anni quando si trasferisce all’Academy del Bayern Monaco, “Quando lo dissi a papà ne fu felice”. Evidentemente l’occhio di Jurgen aveva già visto le doti del figlio. Al ritorno in California entra, da portiere, a far parte della U.S. Soccer Development Academy, giocando in sequenza con il Pateadores FC, l’Irvine Strikers FC e la MDHS Varsity Soccer.

Le giovanili e la Major League Soccer

Il fiore all’occhiello di questa fase della sua vita sportiva è l’esperienza con gli Strikers nella Development Academy dove arriva alla finale del campionato nazionale di categoria. Nel frattempo, arriva una scelta importante, quella che spinge Klinsmann junior a decidere di difendere i pali della porta della Nazionale USA piuttosto che quella tedesca.

Un percorso iniziato con l’Under 18, passato per l’Under 20 dove vince il titolo continentale ed il Premio del “Guanto d’oro” come miglior portiere del torneo e dove partecipa ai Mondiali di categoria. Dal 2018 è nel giro della Nazionale maggiore anche se ancora non ha esordito fra i titolari.

Il resto è storia recente, dopo le esperienze nella U.S. Soccer Development Academy Klinsmann inizia a giocare regolarmente nei campionati professionisti e precisamente nella Regionalliga Nordost tedesca e nella Super League svizzera finché nell’estate del 2017 firma un accordo biennale l’Hertha BSC dove gioca stabilmente nella formazione Under 23 ma facendo anche il suo esordio in Europa League.

Tutte esperienze molto formative e propedeutiche al primo grande salto di carriera che avviene il 20 agosto 2020, in piena pandemia da coronavirus covid-19 quando il giovane portiere firmato un contratto triennale con il Los Angeles Galaxy della Major League Soccer. La vetrina è di quelle importanti, il minutaggio però è meno del previsto, poco più di 2000 in tre stagioni con 24 presenze complessive.

L’occasione Cesena

Inevitabile guardarsi intorno e l’occasione arriva quando l’americano Mike Melby, azionista di maggioranza del Cesena gli propone l’avventura italiana. Va così che il 1° febbraio 2024 Kinsman si accasa in bianconero, diventando compagno di squadra di Cristian Shpendi, uno che di gol invece in Serie B ne sta facendo diversi, tanto da essere ormai il candidato ideale per il titolo di capocannoniere.

I primi sei mesi sono di ambientamento, un solo match in campo, l’ininfluente Cesena-Perugia 2-0 del 28 aprile il giorno della festa promozione.

In Serie B la musica cambia e cambia all’improvviso a fine ottobre quando Mister Mignani per la sfida con la Salernitana decide di fare turnover integrale, portiere compreso, e consegna le chiavi della porta romagnola a Klinsmann. Da quel momento titolare fisso, 270 minuti in campo, 1 solo gol subito al 20’ del match di esordio per mano, anzi per piede, di Verde e soprattutto una serie di fattori messi a disposizione affatto banali.

I numeri di Jonathan Klinsmann

Il primo, la sicurezza nei propri mezzi, peraltro dichiarata esplicitamente, “In MLS ero titolare al 50%, qui sono venuto per fare il numero 1”, evidenziata da ben 25 uscite con presa nelle tre gare da titolare, 8 a partita.

Il secondo la partecipazione attiva al gioco, nei tre match disputati il portiere bianconero ha toccato 88 volte il pallone, 29 volte a partita.

Di questi tocchi ben 57 sono passaggi segno certo della propensione, oltre al lavoro tra i pali, di una capacità elevata di costruire dal basso.

Il terzo, la perizia tecnica dei 57 passaggi. Ben 41 sono stati precisi, il 71%, e quelli sbagliati sono tutti su rilancio nella metà campo avversaria. Un valore che consente ai compagni di sollecitarlo e, a Mister Mignani, di avere un’arma in più per avviare la manovra.

Il resto è la suggestione, nemmeno troppo velata, di aiutare il Cesena a fare come quindici anni fa ovvero a salire della Serie C alla Serie A in due stagioni. Un record. E per uno che fa di cognome Klinsmann centrare un record nel calcio italiano è quasi naturale.

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