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Antonio Conte al Telegraph: "Devo vincere, in tanti aspettano il mio fallimento". Poi dà un indizio sul futuro

In un'intervista esclusiva al quotidiano inglese, Conte spazia tra questioni tattiche, ricordi del passato e progetti per l'avvenire: la Champions League è la sua ossessione.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

L’eterno dilemma tra vincere giocando male e divertire rimediando magari qualche sconfitta lo ha risolto alla sua maniera, almeno a parole, con una sintesi perfetta: vincere giocando bene. È un Antonio Conte scoppiettante quello che si confessa al Telegraph spaziando tra passato, presente e soprattutto futuro. In tanti lo cercano. Milan e Napoli soprattutto, per restare in Italia. Ma anche la Juve ci ha fatto un pensierino, così come la Roma. Lui però ha le idee chiare. E alla fine offre pure un indizio sulla prossima destinazione.

Conte condannato a vincere: divertire non basta

Pochi fronzoli, l’unica cosa che conta è il risultato. Comincia con la sottolineatura di questo concetto se vogliamo ovvio la chiacchierata tra l’ex tecnico di Juve, Inter e Nazionale con Matt Law, firma dell’autorevole quotidiano inglese. “Io devo vincere. Diversamente, gli altri stanno aspettando di celebrare il mio fallimento. È questa la verità. Non basta solo divertire: le mie squadre devono vincere”. Anche aiutandosi col Subbuteo per illustrare meglio i movimenti: “In ogni club in cui ho allenato portavo il Subbuteo, anche qualche volta per spiegare alcune situazioni tattiche ai miei giocatori. Ne ho sempre avuto uno a casa mia. In futuro potrei giocare con una linea difensiva alta a quattro, ma bisogna pressare molto, altrimenti il rischio è grosso”.

Come promemoria per ricordarsi quel che conta davvero, Conte ha una bacheca ricca di titoli: “I trofei a casa mi ricordano perché devi vincere”. E ancora: “Se l’obiettivo finale è vincere il campionato e sollevare trofei, è importante offrire intrattenimento al pubblico. Ma essere solo una squadra divertente non basta se vuoi vincere. Lo so perché ho allenato le migliori squadre e loro chiedevano sempre di vincere. Per me adesso è impossibile lavorare per una squadra che diverta solo, perché l’aspettativa è sempre quella di dover vincere. Amo il mio passato, ma allo stesso tempo l’aspettativa che porti è sempre molto alta e se non vinci hai fallito”.

La stima per Guardiola e le parole sui moduli

Se Conte è un ‘risultatista’, ha comunque parole di grande stima per il ‘giochista’ per eccellenza, Pep Guardiola: “È il miglior allenatore del mondo. E quando puoi abbinare il miglior allenatore del mondo con un club che può sostenerti e investire per portare giocatori importanti per migliorare la squadra ogni stagione e rimanere in cima al mondo, allora è molto difficile competere allo stesso livello. La mia storia dice che nei miei club sono sempre arrivato in una situazione difficile e con problemi. Costruisco sempre. Dopo la mia prima stagione al Chelsea, quando vincemmo il titolo, avremmo potuto dominare in Inghilterra. Abbiamo parlato con Lukaku e Van Dijk: con quei due avremmo potuto cambiare la situazione”.

Quindi sul modulo: “La gente pensa che il 3-5-2 che io prediligo sia un sistema difensivo, ma non è vero. Basta vedere quanti gol segnano le mie squadre in ogni stagione. Non dipende dal fatto che siano tre o quattro in difesa, dipende da come costruisci la squadra e l’attacco. Allo stesso tempo, non va bene essere troppo offensivi. E nemmeno troppo difensivi. Bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori e adattarsi a loro. La mia esperienza mi dice che se vuoi vincere il campionato o alzare un trofeo, devi avere una squadra stabile. La scorsa stagione il Manchester City è stato il miglior esempio di squadra dotata di grande equilibrio, difensivamente e offensivamente”.

Conte: la Champions promessa al padre e l’indizio

Ma cosa farà Conte? Nella rivelazione sul sogno più grande è contenuto anche un indizio sul futuro: prediligerà formazioni che giochino in Champions. “Ho preso questo tempo per me, per la mia famiglia e per andare a trovare i miei genitori”, spiega Conte. “Mio padre mi ha spinto a rientrare in fretta, ma è importante ricaricarsi, fisicamente e mentalmente. Adesso il mio unico problema è che ho troppa energia e sto dando fastidio a mia moglie”.

“Onestamente, un giorno mi piacerebbe sollevare la Champions League da allenatore. Ma so che è molto difficile”, l’ammissione. “La gente pensa che sia semplice, ma devi restare nel club giusto, un club che corrisponda alle tue ambizioni, un club pronto a fare l’ultimo passo per vincere la Champions. Guarda il Manchester City. Sette anni, no? Vorrei regalare questa gioia a mio padre. Mi ha detto ‘voglio vederti sollevare la Champions League’. Non è semplice, ma tutti possono avere un sogno“.

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