Non solo Jannik Sinner. Le ATP Finals in casa rappresentano anche la grande occasione per la coppia d’oro del doppio azzurro. Simone Bolelli e Andrea Vavassori hanno conquistato la qualificazione per Torino grazie al quarto posto nella Race annuale e proveranno a centrare l’accesso alle semifinali nel gruppo Bob Bryan, dove sono stati abbinati ad altre tre coppie di assoluto spessore: Bopanna-Ebden, Arevalo-Pavic e Krawietz-Puetz.
- ATP Finals, Bolelli-Vavassori nel girone di ferro
- Carica Vavassori: "L'anno scorso ero a tifare Sinner"
- L'eterno Bolelli: "Rispetto al 2015 è un'altra cosa"
ATP Finals, Bolelli-Vavassori nel girone di ferro
Missione difficile, ma non impossibile per i due azzurri, diventati un punto fermo anche della Nazionale di Davis. Il cammino inizierà lunedì 11 novembre alle 18 con la prima sfida contro Bopanna ed Ebden, i due specialisti che hanno superato Simone e Andrea nella finale degli Australian Open, a inizio anno. Poi, proprio come per il torneo di singolare, il resto del calendario sarà definito dai risultati della prima giornata, con al secondo turno gli incroci con le coppie che hanno ottenuto lo stesso risultato.
Carica Vavassori: “L’anno scorso ero a tifare Sinner”
Andrea Vavassori sarà padrone di casa nel senso stretto dell’espressione, visto che è nato proprio a Torino. “Per me è un sogno che si realizza”, ha confessato in sala stampa. “Da quando abbiamo iniziato a giocare insieme sapevamo di essere una delle coppie più competitive del circuito. Abbiamo giocato i Masters 1000, fatto un calendario mirato. È bello condividere questa esperienza con la famiglia, gli amici e le persone che mi hanno seguito da sempre. L’anno scorso ho visto dal vivo Sinner-Djokovic nel girone: dissi che sarebbe stato bello giocare qui. Eccomi”.
L’eterno Bolelli: “Rispetto al 2015 è un’altra cosa”
Emozione anche nelle parole di Simone Bolelli, alle sue seconde Finals: “Nel 2015 ci sono arrivato un po’ per caso, dopo che con Fabio (Fognini, ndr) abbiamo vinto gli Australian Open. A quel punto non sei qualificato ma quasi, così abbiamo deciso di continuare la stagione insieme e provarci. Stavolta mi sono dedicato solo al doppio. L’anno scorso ero numero 50, 55 del mondo. A inizio stagione la finale di Melbourne ci ha dato sicurezza. Daremo tutto, vincere sarebbe un sogno e Andrea mi dà la carica per andare avanti. Ci sono dieci anni di differenza ma non si vedono”.