Il derby d’Australia se lo porta a casa Lorenzo Musetti. Con Matteo Arnaldi che ne ha di motivi per masticare amaro: avanti di un break nel quarto set, il ligure si fa rimontare e letteralmente travolgere da una delle migliori versioni di Musetti degli ultimi tempi (cinque game di fila vinti), bravo a far girare nuovamente la partita dalla propria parte e a chiudere con caparbietà un match che altrimenti avrebbe assunto i connotati di una vera e propria maratona. 7-6 4-6 7-6 6-3 il risultato finale in favore di Lorenzo, che nel secondo turno sfiderà il canadese Denis Shapovalov.
- Derby batticuore: non c'è mai nulla di scontato
- Break e contro break, poi Lorenzo mette la quinta
- Sonego piega l'eterno Wawrinka e delizia il pubblico
- Nardi, un cambio d'abito... indigesto: Diallo vince al quinto
- Cobolli s'illude, poi Etcheverry esce alla distanza
Derby batticuore: non c’è mai nulla di scontato
Il derby non ha tradito le attese, regalando spettacolo sin dai primi scambi e offrendo sempre un equilibrio piuttosto marcato. Musetti se l’è portato a casa perché è stato bravo a cogliere le occasioni che Arnaldi gli ha concesso: il ligure recrimina soprattutto per non aver avuto la forza di portare a casa il primo set, quando ha avuto l’occasione per andare a chiudere i conti grazie al break ottenuto nel sesto gioco, vanificato però da un filotto di quatto game consecutivi ottenuto dal toscano (pesano due doppi falli di Matteo nel decimo gioco), che a sua volta però si fa desiderare troppo quando c’è da chiudere le ostilità e si fa brekkare una seconda volta nel dodicesimo game.
Inevitabile (e tutto sommato anche giusto) l’epilogo al tiebreak, dove sul 4-4 arrivano tre accelerazioni con le quali Musetti stronca ogni tentativo di replica del connazionale, prendendosi a fatica e dopo oltre un’ora di battaglia il primo parziale. Le sorprese però non sono finite, così come le emozioni: Arnaldi scappa sul 2-0 nel secondo set, poi però arrivano due contro break per parte e addirittura un clamoroso decimo game nel quale il ligure si ritrova sotto 0-40, ma con 5 punti vinti consecutivamente riesce a piegare la resistenza del rivale, riportando il match in parità. Una partita pazza, degna di uno slam.
Break e contro break, poi Lorenzo mette la quinta
La sensazione è che la soluzione del rebus sia lungi dall’essere colta, perché strappi e contro strappi continuano a far parte del vissuto quotidiano di entrambi i giocatori. Nel terzo, situazione appena capovolta rispetto alla precedente: va avanti di un break Musetti nel quarto gioco, ma nel settimo Arnaldi replica. Le percentuali al servizio aumentano per entrambi e ancora una volta la questione si decide al tiebreak, dove a Lorenzo stavolta basta un minibreak per portare a casa un set pesantissimo, durato oltre 70’.
Ormai è una lotta di nervi, più che di tecnica: il ligure non riesce a servire con continuità e questo gli complica le cose, ma anche Musetti è piuttosto fragile quando deve servire, al punto che dei primi cinque giochi soltanto uno vede il tennista che serve far sua la posta. Arnaldi però ancora una volta non riesce a capitalizzare le opportunità che si costruisce: subisce un filotto di 5 game consecutivi che di fatto regalano il successo a un Musetti che in qualche modo se la cava, al netto delle 16 palle break concesse. Matteo però fa decisamente peggio: 28 i break point fronteggiati, di cui 19 annullati (ma i 9 concessi alla fine hanno fatto la differenza). E pesano tanto anche gli 82 errori gratuiti contro i 57 del toscano, al netto di percentuali di punti fatti con la prima e la seconda abbastanza simili.
Sonego piega l’eterno Wawrinka e delizia il pubblico
Buona è la prima anche per Lorenzo Sonego, che decreta probabilmente la fine della saga di Stan Wawrinka sui campi di Melbourne (lo svizzero vinse gli Australian Open 11 anni fa, battendo in finale Rafael Nadal). Il torinese s’è imposto per 6-4 5-7 7-5 7-5, mostrando maggiore freschezza nei momenti cruciali di una sfida che, come da previsioni, s’è dimostrata essere tirata e piena di insidie. A fare la differenza però è stato anche il numero di vincenti (62 a 37 per Sonny), oltre che la capacità di rialzarsi dopo aver accusato un piccolo calo nel corso del secondo set, puntualmente sfruttato da quella vecchia volpe che risponde al nome di Wawrinka.
Nel primo set Sonego era partito meglio, trovando il break in apertura, mentre nel terzo c’è stato da faticare di più, tanto da dover annullare subito una pericolosissima palla break che avrebbe potuto indirizzare l’incontro sui binari desiderati dall’elvetico. Bravo Lorenzo a trovare il modo per andare a servire per il match (break sfruttato nell’undicesimo gioco), ma ancor più bravo nel quarto set a non mandare tutto all’aria, sempre nell’undicesimo gioco, quando è dovuto risalire da 0-40, annullando tre palle break più simili a tre set point, riuscendo poi a strappare nuovamente la battuta al rivale.
Da segnalare anche un favoloso colpo no look che ha deliziato il pubblico presente, da molti definito già alla stregua del colpo del torneo. Nel secondo turno sarà Joao Fonseca (che ha battuto in tre set Rublev) a vedersela con Sonego.
Nardi, un cambio d’abito… indigesto: Diallo vince al quinto
Chi ha già dovuto fare le valigie è Luca Nardi, costretto a cedere dopo quasi 5 ore di battaglia contro il canadese Gabriel Diallo (specialista delle maratone). Il pesarese saluta tra non pochi rimpianti: 6-7 7-6 5-7 6-1 6-2 il risultato finale, con l’italiano che non ha sfruttato due set point nel secondo set, con i quali si sarebbe steso un tappeto rosso ai piedi. Poi, dopo aver conquistato di forza il terzo, ha accusato un calo vistoso e ha finito per perdere riferimenti e concentrazione, conquistando appena tre game.
“Non dovevo andare in bagno al termine del terzo set, è stato un errore che ha pregiudicato tutto il proseguo del match”, ha spiegato al termine dell’incontro. “Mi sentivo stanco, sono andato a cambiarmi ma ho perso il ritmo e così facendo ho faticato troppo per ritrovarlo. Questa sconfitta mi ha dato tanti insegnamenti: intanto che devo migliorare al servizio, perché sulla distanza dei 5 set è fondamentale avere una buona prima. Avere più punti facili è una necessità, perché alla lunga la fatica si sente. Come sarebbe andata la partita se avessi vinto il secondo set? Probabilmente bene, ma nessuno può saperlo con certezza”.
Cobolli s’illude, poi Etcheverry esce alla distanza
Saluta l’Australia anche Flavio Cobolli, che contro Thomas Etcheverry cala alla distanza e non trova il modo per raddrizzare una partita che pure, a un certo punto, sembrava promettere tutt’altro scenario. Il tennista romano è stato sconfitto in 4 set per 6-7 6-3 7-5 6-1, perdendo un po’ il filo del discorso dopo aver vinto “due volte” il primo set (aveva sprecato due set point sul 5-4, poi nel tiebreak era stato avanti 4-1 fino a farsi rimontare, ma bravo a chiudere 10-8).
Nel secondo il break decisivo Etcheverry lo ha ottenuto nel sesto gioco (è stato il primo della partita), annullando una palla break pesantissima nel decimo gioco, poi nel terzo set Flavio ha avuto una palla set sul 5-4 e servizio avversario, che non è riuscito a sfruttare. Sciagurato è stato però l’undicesimo gioco: sotto 0-40, Cobolli è riuscito a spingersi fino ai vantaggi, ma l’ennesima palla break concessa s’è tramutata nel passe-partout col quale il sudamericano ha apparecchiato la tavola per un comodo finale. Perché nel quarto set non c’è stata storia, con l’italiano ormai visibilmente stanco e rassegnato. Una sconfitta che fa male, al netto della forza di un Etcheverry che si sapeva essere avversario assai scomodo.