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Basket, finale Scudetto: Milano ribalta subito il fattore campo e vince gara-1 a Bologna con un super Shields

Milano fa saltare il fattore campo espugnando la Segafredo Arena all'overtime. Decisivo Shields che firma 9 dei suoi 25 punti di serata nel supplementare. Virtus, quanti rimpianti.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Si scrive Milano, si legge Shavon Shields. Che “regala” un tempo alla Virtus prima di farne quello che vuole, ribaltando completamente l’inerzia di una partita che all’intervallo lunga sembrava decisamente lontana dal radar dell’Olimpia. Che invece nel secondo tempo cambia ritmo e musica, spuntandola all’overtime in coda a una partita (al solito) di un’intensità incredibile. Shields è il fattore che decide la contesa: segna 3 punti nei primi 20’, poi ne firma 22 con le tre triple che nel supplementare stroncano ogni velleità bolognese. Che si rammarica per non aver approfittato della sterilità offensiva degli ospiti nella prima metà di partita (soli 25 punti segnati nei primi due quarti), pagando dazio alla fatica nel finale (18-7 il parziale dell’overtime). Succede ciò che lo scorso anno in 7 gare non era mai accaduto: fattore campo saltato, e Messina comincia le Finals col piede giusto.

Milano, partenza horror: Shengelia subito caldo

Pubblico delle grandi occasioni alla Segafredo Arena, sold out per il primo atto della quarta finale consecutiva tra Virtus e Olimpia. Una finale che parte a ritmi alti, ma con gli attacchi piuttosto freddi: meglio Bologna in avvio, trascinata da Shengelia che è presente in entrambi i lati del campo, il primo peraltro a trovare la retina con una certa continuità (7 punti con i primi 4 tentativi).

Milano fatica tremendamente a far girare palla: Napier non trova sbocchi, Mirotic viene portato lontano da canestro, Melli non entra in ritmo. La Virtus ha un altro motore, anche se non sfrutta a dovere la partenza lenta (anzi lentissima) dell’EA7, con Messina costretto a fermare presto la partita anche a causa delle troppe palle perse. Il massimo vantaggio nel primo quarto arriva grazie a una tripla di Cordinier (18-9), mentre Milano dalla parte opposta litiga col ferro. Il 19-14 alla prima sirena è un prezzo onestissimo da pagare per l’Olimpia, consapevole che sarebbe potuto andare peggio.

L’Olimpia non segna dall’arco, ma si tiene in vita

Nel secondo quarto però per 3’ è di nuovo vallata oscurata per la formazione di Messina, che ferma di nuovo la partita dopo le due triple di Abass e Shengelia con le quali la Virtus scappa sul +11. Banchi però non può gioire troppo: se Milano fa una fatica bestiale a trovare la via del canestro, anche le percentuali delle Vu nere si dimostrano piuttosto basse (Belinelli chiude all’intervallo lungo con 0/5 dall’arco).

Napier in qualche modo riesce a tenere in piedi la produzione offensiva meneghina, seppur l’1/9 dall’arco appare molto simile a una sentenza. Ciò nonostante il -8 alla fine del primo tempo (33-25) è ancora una volta un dazio decisamente limitato da pagare: la Virtus è 12/34 dal campo (4/20 da tre) e pur tenendo l’Olimpia a soli 25 punti sa perfettamente di non aver sfruttato un’occasione più unica che rara.

Partita ribaltata: adesso è la Virtus che non trova la retina

Lo capisce meglio nel primo minuto del terzo periodo: una bomba e due liberi di Napier riportano subito a contatto Milano, poi punita da una tripla di Cordinier che toglie le castagne dal fuoco a una Virtus decisamente più farraginosa, che peraltro si carica presto di falli. Una stoppatona di Shengelia su Mirotic, lanciato in contropiede da Tonut, prova a scuotere la Segrafredo Arena, che trema quando sul possesso successivo il georgiano scivola sul parquet umido (solo uno spavento).

L’Olimpia però è ormai a contatto: Napier produce come nessun altro e riporta i suoi a -2, Hall con una magia trova la parità a quota 36 a metà quarto. E la sveglia suona anche per Shields, che infila la tripla del primo vantaggio ospite dopo una stoppata di Mirotic ai danni di Belinelli, “costretto” a provare la penetrazione vista l’allergia di serata dall’arco.

Si ripete un film già visto nella semifinale contro Venezia: Bologna dopo l’intervallo non carbura e a fine terzo quarto il parziale dice 29-15. Però almeno si scuote Belinelli: gioco da 4 punti e danni limitati, ma è l’unico che muove la retina. Shields è il vero fattore del terzo quarto: firma 11 punti, inclusa la tripla che con 3 secondi da giocare spedisce Milano avanti di 6 all’ultimo intervallo.

Reazione Bologna con super Cordinier, ma non basta

Tutto già deciso? Manco per sogno: parziale di 5-0 Virtus a inizio quarto periodo (Belinelli più tripla di Lundberg a referto dopo quella aperta sbagliata da Voigtmann) e timeout obbligato per Messina. Milano però ha aggiustato la mira dall’arco: Napier e Hall portano a 7/10 il dato dei primi 12’ della ripresa e rimettono i compagni a due possessi di distanza.

L’Olimpia adesso lucra sul vantaggio: Bologna è sempre costretta a inseguire e i rimbalzi in attacco di Melli diventano un fattore. Appena però l’attacco dell’EA7 s’inceppa, la Virtus si rimette in corsia di sorpasso: Lundberg si guadagna tre liberi e li usa per rimettere il naso avanti con 4’ da giocare (62-61). Shields in contropiede ribalta il punteggio ma una favolosa schiacciata di Cordinier (che parte quasi dal logo: posterizzati Melli e Flaccadori), con annesso tiro supplementare segnato, fa venir giù l’arena. Che si esalta una volta di più nell’ultimo minuto su due tiri sbagliati da Milano (corto Shields, lungo Mirotic) e sui due assist rovesciati di Shengelia per Cordinier, che il primo lo spreca ma il secondo (in reverse) lo sfrutta mandando la Virtus sul +3 a 37 secondi dalla fine.

Messina ferma il match e sceglie di rimettere in attacco: schema per liberare Napier che dall’arco impatta a quota 68, obbligando Banchi al timeout. L’azione offensiva di Bologna è lenta e porta a un tiro corto di Lundberg, con Polonara che è l’ultimo a toccare palla. Napier ha la palla per vincere ma Pajola gli oscura la vallata: è overtime.

L’overtime è tutto di Shields: tre triple e tanti saluti

La Virtus è andata a un passo dal vincerla (e poi dal perderla), ma il 5-0 che incassa nei primi due possessi è devastante: Melli in fade away e Shields da tre in faccia a Shengelia obbligano di nuovo le Vu nere a un’affannosa rincorsa, col georgiano che comincia a forzare un po’ troppo, anche perché costantemente raddoppiato (se non triplicato).

Shields invece vede vasche da bagno al posto del canestro: altra tripla per il +7 con poco meno di 3’ da giocare. Shengelia dalla lunetta fa due volte 1/2 mentre il 31 di Milano è indemoniato: altra tripla in faccia ad Hackett e partita chiusa con 2’ da giocare. Belinelli ha un sussulto con la tripla che tiene solo in vita i suoi, perché Hall con un gioco da tre punti mette il punto esclamativo (e Mirotic con due stoppate chiude i conti). La prima è di Milano, ed è pesante come un macigno.

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