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Beach volley, le regole principali: differenze e analogie con la pallavolo

Le caratteristiche principali del Beach Volley: dimensioni del campo, altezza della rete, peso del pallone e altre info utili

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Redazione

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Beach volley, le regole principali: differenze e analogie con la pallavolo Fonte: Getty Images

Il Beach Volley come dice la parola stessa, è la versione “da spiaggia” della pallavolo. Quindi innanzitutto cambia il fondo che non è costituito dal pavimento di una palestra, ma dalla sabbia. Poi l’altra grossa differenza è che il Beach Volley è giocato da due squadre composte da 2 soli elementi in campo. Il campo di gioco è un po’ più piccolo rispetto a quello della pallavolo e anche il sistema di conteggio dei punti è diverso. In generale le regole di gioco sono molto simili, ma con qualche differenza.

Beach volley: regole principali

Punteggio

La partita si gioca al meglio dei tre set con servizio in favore di chi ottiene il punto: vince la partita chi si aggiudica almeno 2 set. Vince il set la squadra che per prima raggiunge 21 punti (con due di vantaggio sugli avversari) e l’ultimo si conclude a 15 (sempre con due punti di vantaggio).

Il cambio di campo

Poiché il vento, il sole o la pioggia possono avere un’influenza negativa o positiva sul gioco, le squadre cambiano lato quando la somma dei punteggi delle due squadre raggiunge multipli di sette (cinque nel set finale).

Il campo di gioco, la rete, il pallone

Il campo di gioco è un rettangolo di sabbia che misura 16x8m, ma l’altezza della rete è uguale a quella della pallavolo quindi 2,43m per gli uomini e 2,24m per le donne. Infine il pallone da beach volley è leggermente più grande rispetto a quello da pallavolo, ma è gonfiato meno (a 171-220 hPa).

Differenze nel tocco

Ci sono anche delle differenze per ciò che riguarda il tocco del pallone rispetto alla pallavolo: ad esempio il pallonetto eseguito con i polpastrelli non è consentito (ma solo con le nocche o con uno schiaffetto al pallone) e l’eventuale tocco a muro conta come tocco di squadra.

Un po’ di storia

Risale al 1930, nella spiaggia di Santa Monica, in California, la prima partita tra due coppie di giocatori e ben presto il beach volley sbarca in Europa. Dagli anni ’50 questo sport inizia a spopolare tra i giovani americani, viene così organizzata una prima competizione a livello nazionale su cinque spiagge della California e ben presto iniziano ad arrivare i primi sponsor, i tornei hanno premi di tutto rispetto e la gente sugli spalti si moltiplica.

Nel 1987 a Ipanema Beach, in Brasile, si assiste al primo torneo internazionale omologato dalla FIVB. Due anni dopo nascono le World Series: un circuito a livello internazionale che si disputa tra Brasile, Giappone e Italia. Il movimento cresce così tanto che nel 1992 il beach volley sbarca alle Olimpiadi di Barcellona come sport dimostrativo. Quattro anni dopo ad Atlanta si assegna la prima medaglia d’oro. In campo maschile vince la coppia di casa Kiraly-Steffes, mentre tra le donne sono le brasiliane Silvia e Pires ad aggiudicarsi il torneo.

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