Bernie Ecclestone ha superato quota 91 (si intendono gli anni anagrafici), ma non intende smettere di suscitare dubbi e perplessità con le sue esternazioni ai limiti del paradosso, anche quando si tratta di esprimersi su Vladimir Putin e il prossimo GP di Russia.
“Una persona affidabile, e di parola”, ha dichiarato a Times Radio l’ex patron della F1, descrivendo Putin a pochi giorni dall’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca e dalla decisione della FIA di annullare la gara russa, in programma il prossimo settembre.
Ecclestone: l’opinione sulla decisione della FIA di annullare il GP Russia
Più volte ritratto e fotografato insieme a Putin, Ecclestone si pone con simili affermazioni in una posizione antitetica in una fase molto delicata che ha indotto le massime autorità e istituzioni dello sport verso l’esclusione della Russia dalle principali agende, motori compresi, come la cancellazione della gara in programma sulle rive del Mar Nero. Anche se questa decisione da parte della FIA, non trova concorde l’ex numero uno del circus:
“Non penso che faccia chissà quale differenza se ci sarà o meno un Gp in Russia rispetto a quanto sta accadendo nel mondo – le parole di Ecclestone -. Come può qualcuno dall’esterno giudicare con esattezza quello che sta succedendo oggi?”.
Le parole di Ecclestone su Putin
Ecclestone si è spinto, nel corso dell’intervista, a difendere Putin, in maniera inequivocabile:
“Come interlocutore, l’ho sempre trovato diretto e onesto. Ha sempre fatto quello che aveva promesso di fare, senza discussioni”.
A chi gli ha fatto notare che sull’invasione ucraina il presidente russo ha cambiato opinione, prima escludendola quindi compiendola, l’ex patron ha freddamente risposto: “Le condizioni cambiano, o no?”.
Com’è noto, Ecclestone non ha più un ruolo preminente nell’organizzazione del Mondiale di F1 (che di fatto ha inventato) pur rimanendo tra gli indiscussi protagonisti nel mondo dei motori e dell’automobilismo.
Chi è Bernie Ecclestone
Bernard Charles Ecclestone, al secolo semplicemente Bernie (St Peter South Elmham, 28 ottobre 1930), è l’uomo che ha inventato la Formula 1 così come la conosciamo oggi.
Imprenditore appassionato e abile tessitore di relazioni commerciali, Ecclestone ha alimentato la sua passione per i motori traducendolo in un business: non particolarmente noto come pilota, ha avuto il merito, però, di aver contribuito a trasformare la Formula 1 in un’entità commerciale organizzata e altamente redditizia.
Per quasi 40 anni ha controllato la struttura del campionato automobilistico attraverso una serie di società, tra le quali la più importante è la Formula One Management (FOM), di cui è stato direttore esecutivo fino al 2014.
Due anni dopo, la compagnia statunitense Liberty Media ha acquistato, per 8 miliardi di dollari, i diritti sul campionato dalla CVC, e con la ratifica del 24 gennaio 2017 Ecclestone ha abbandonato il controllo della F1 in favore del manager statunitense, Chase Carey.
Oltre alla mondo dei motori, sono noti i suoi interessi imprenditoriali legati anche al calcio e al tentativo, con Flavio Briatore (di cui ha acquistato il Force Blue, finito all’asta) conclusa l’avventura del Queens Park Rangers, di strutturare una sorta di primitiva Super Lega.
Un addio formale, sia chiaro. Perché quanto accade e riguardi la F1 (che lo ha reso ricco, con un patrimonio netto di 2,5 milioni di sterline secondo Forbes), e l’automobilismo in generale, continua a toccarlo in termini di interessi economici e ogni sua esternazione – come in questa specifica circostanza – ha un suo peso specifico, che non può e non deve essere trascurato. Tanto meno se riguarda Putin o il Gp di Russia.
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