Un peccato di gioventù che non rifarebbe. Gigi Buffon è pentito. Sa di aver compiuto una grave scorrettezza, di aver cercato una scorciatoia che gli rendesse meno complicata la strada e la vita. Una leggerezza che oggi non ripeterebbe. Quale? Aver comprato il diploma. Aveva 18 anni, alcuni mesi prima era diventato una stella in Serie A, tra le fila del Parma quando i ducali erano una delle big della Serie A. Si lasciò indurre in tentazione. E adesso se ne pente.
- Buffon, la confessione a "Campioni sotto le stelle"
- Gigi, il soqquadro Juve e l'ossessione Champions
- Buffon e il ritiro: il momento esatto in cui l'ha deciso
Buffon, la confessione a “Campioni sotto le stelle”
Nel corso del suo intervento all’evento “Campioni sotto le stelle”, a Biella, il capo delegazione della Nazionale azzurra, 46 anni, ha ripercorso dettagliatamente la sua carriera. E ha anche e soprattutto messo a nudo i suoi errori. Uno su tutti. “Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto, soprattutto quando ero giovane”, ha ammesso. “Quello di cui vado meno orgoglioso è di essermi comprato il diploma, non lo rifarei perché c’è una nota di scorrettezza e scorciatoia e io non sono mai stato uno da scorciatoie. Mi piace pensare che la mia imperfezione dia agli altri un’idea di umanità e mi renda vicino alla gente“.
Gigi, il soqquadro Juve e l’ossessione Champions
Tra gli errori commessi invece non rientra senza dubbio l’esperienza alla Juventus. “È stata la mia vita calcistica, con ricordi bellissimi, un’avventura, una crescita umana e una consacrazione dal punto di vista sportivo“, ha sottolineato Buffon. “L’universo Juve manda a soqquadro le tue certezze, però nel momento in cui riesci a fare il tuo non ti mollerà mai. La Champions? Non è mai stata una ferita, bensì lo stimolo per battermi ogni anno per qualcosa di grande. Mi è dispiaciuto per i tifosi, i compagni, i dirigenti, per chi da trent’anni più o meno aspetta questa coppa. Vincere sarebbe stata la chiusura di un cerchio, ma non mi interessa”.
Buffon e il ritiro: il momento esatto in cui l’ha deciso
Infine sul ritiro: “Ho deciso di smettere nel momento esatto in cui a Cagliari, durante lo spareggio playoff con il Parma, per la seconda volta in un anno e mezzo ho sentito stirarsi il polpaccio. Mi sono detto: ‘La chiudiamo qua’. Sono infortuni che, quando arrivi a una certa età, si ripetono nel tempo. E poi c’era questa discontinuità tra l’allenarsi e trovare la routine, mi sono reso conto che mi divertito ma non più tanto giocando a singhiozzo. E allora ho detto basta“.