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Scommesse, Buffon torna sul caso Tonali e Fagioli: “Io, infangato dai bacchettoni”

All’ex portiere di Parma, Juventus e Nazionale non è piaciuto il modo in cui sono stati dipinti i calciatori: “Puntare sullo sport non è reato. E non tutto è dovuto alla ludopatia”

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Gianluigi Buffon ha parlato al Corriere della Sera del caso scommesse che ha riguardato gli azzurri Tonali, Fagioli e Zaniolo, ricordando anche come accuse simili furono in passato rivolto a lui: “Scommettere non è reato”, ha ricordato l’ex portiere di Juventus e Nazionale, accusando chi se la prende con i calciatori di essere “dei bacchettoni”.

Scommesse, Buffon: “Io, infangato dai bacchettoni”

A Gianluigi Buffon non è piaciuto il tono con cui parte dei media e opinione pubblica ha giudicato il caso scommesse che ha coinvolto gli azzurri Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, squalificati dalla giustizia sportiva per aver puntato su partite di calcio, oltre che Nicolò Zaniolo. “Non mi piacciono i bacchettoni che giudicano con una superficialità aberrante senza sapere poi realmente quali siano le motivazioni”, ha detto Buffon, che ha poi ricordato come accuse del genere vennero mosse anche nei suoi confronti. “Ci sono passato anche io venendo infangato senza aver commesso nulla – ha aggiunto l’ex portiere, ora parte dello staff della Nazionale di Luciano Spalletti -: quando le cose si chiariscono, ci si dimentica di spiegare e chiedere scusa e si lasciano le persone con un’etichetta addosso. Lo trovo profondamente sbagliato”.

Buffon: “Scommettere non è reato”

Per Buffon quello delle scommesse nello sport è un tema che non può essere affrontato con superficialità. “È un tema molto delicato – ha continuato il campione del mondo a Germania 2006 – Credo sia sbagliato criminalizzare e non fare dei distinguo. Scommettere di per sé non è reato, gli stadi stessi e le trasmissioni sportive sono pieni di pubblicità di app di questo genere e lo Stato incentiva il gioco. Se invece un calciatore scommette sul calcio va incontro a punizioni che giustamente devono essere inflitte; ma se scommette sulla pallavolo, sul basket, sulle corse dei cani… non sta commettendo alcun reato”.

Scommesse: Buffon e i distinguo sulla ludopatia

Alla stessa maniera, ricondurre ogni comportamento alla ludopatia può rappresentare un errore. “La cosa peggiora quando si parla di ludopatia – ha precisato Buffon -, anche qui non centrando l’obiettivo: la ludopatia non è un problema di quanto spendi, ma del tempo che dedichi a questa attività. E questo dobbiamo spiegarlo ai ragazzi: non è che se si fanno continue scommesse da 1 euro trascorrendo ore e ore davanti alla app, allora è un tutto ok; mentre se uno spende 1 milione in un’unica occasione allora è ludopatico. Possiamo dire che è un cretino, va bene; ma la patologia nasce dalla dipendenza, la continuità con cui si fa una cosa”.

Nazionale, Buffon non imita Vialli

Al Corriere della Sera, infine, Buffon ha spiegato che nel suo nuovo ruolo di capo delegazione della Nazionale non si sente l’erede di Gianluca Vialli. “Un ruolo di cui sono orgoglioso – ha dichiarato l’ex portiere -. Io come Vialli? Sarei un folle a pensare di poter trasmettere qualcosa come è riuscito a Gianluca. Cerco almeno di non farlo rimpiangere troppo, senza però scimmiottarlo. Faccio Gigi Buffon con i miei pregi e difetti, le mie profondità e superficialità”.

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