Al confronto le polemiche e le proteste della Francia per l’arbitraggio nella finale mondiale, oppure le stesse lamentele del Napoli per il clamoroso rigore negato per fallo di Leao su Lozano nel ritorno dei quarti di finale di Champions, sono un venticello. Szymon Marciniak è nell’occhio del ciclone per la presenza a un raduno di estrema destra in Polonia. Addirittura si è vociferato che il direttore di gara designato per la finale di Istanbul tra Inter e Manchester City potesse essere sostituito.
- Marciniak a raduno di estrema destra in Polonia
- L'Uefa e la decisione su arbitro finale Champions
- Il messaggio di Marciniak: "Non sono razzista"
- Caso Marciniak: il comunicato ufficiale dell'Uefa
- La lettera dell'arbitro con le scuse
Marciniak a raduno di estrema destra in Polonia
Cos’è che ha scatenato la bufera attorno all’autorevole fischietto polacco? La sua partecipazione, documentata da diversi organi di stampa, a un evento organizzato dal leader dell’estrema destra polacca Mentzen, che sostiene – peraltro in modo manifesto – posizioni di aperto antisemitismo, di accesa omofobia e improntate più o meno dichiaratamente al razzismo. Posizioni inconciliabili con quelli che sono i principi ispiratori dell’Uefa, ma più in generale del mondo civile. Per questo, Marciniak è finito al centro di un vero e proprio caso politico.
L’Uefa e la decisione su arbitro finale Champions
La decisione dell’Uefa era attesa per la giornata di oggi. Nyon ha chiesto chiarimenti al diretto interessato, che ha avuto un confronto con la commissione arbitrale ed etica dell’Uefa. Oltre che con gli ispettori di Ceferin, l’esperto fischietto polacco, che ha sempre affrontato a muso duro le critiche (tanto che organizzò una conferenza stampa per difendersi dalle accuse francesi dopo il Mondiale), ha chiarito le sue posizioni sui social.
Il messaggio di Marciniak: “Non sono razzista”
Questo il messaggio diffuso da Marciniak attraverso i suoi canali ufficiali, ripreso dai media polacchi: “In relazione alle notizie dei media, dichiaro di non aver mai sostenuto o legittimato alcun partito, organizzazione politica o singoli politici e mi dissocio nettamente da qualsiasi punto di vista, dichiarazione e azioni estreme, razziste o antisemite”. Una dichiarazione forte che, a quanto pare, ha fatto breccia tra i commissari Uefa. L’arbitro della finale di Istanbul tra Inter e Manchester City rimarrà Marciniak.
Caso Marciniak: il comunicato ufficiale dell’Uefa
Così l’Uefa sul suo sito ufficiale: “Dopo aver investigato in relazione alle accuse mosse a Szymon Marciniak per aver partecipato a un evento organizzato a Katowice il 29 maggio e dopo aver preso in carico con la massima serietà le accuse all’intera comunità del calcio, dal momento che rigettiamo profondamente i valori promossi dal gruppo collegato all’evento stesso. Abbiamo quindi chiesto chiarimenti con la massima urgenza e dopo aver condotto una indagine a riguardo abbiamo ricevuto una dichiarazione dal signor Marciniak che esprimeva le sue più profonde scuse e chiariva le circostanze del suo coinvolgimento nell’evento”.
La lettera dell’arbitro con le scuse
A supporto del comunicato, l’Uefa ha diffuso anche la lettera di scuse fatta recapitare da Marciniak: “Spero la mia lettera arrivi a tutte le persone che si sono sentite colpite e giustamente preoccupate per la mia partecipazione all’evento ‘Everest’ del 29 maggio a Katowice. Mi scuso profondamente per il mio coinvolgimento e per il fastidio e il dispiacere che esso può aver causato. Sono stato frainteso, come si evince dall’indagine condotta per i fatti, e non ero assolutamente al corrente della reale natura o dell’affiliazione dell’evento in questione… Come professionista coinvolto nel gioco del calcio, voglio sottolineare il mio totale appoggio ai valori di cui la Uefa è portatrice, in particolare inclusività e rispetto per le persone indipendentemente dalle loro origini”.