Protagonista di una vicenda che ha impostato i timoni in ogni redazione sportiva con l’epilogo reso noto attorno alle 15:45 di martedì 26 marzo, il Giudice Sportivo Gerardo Mastrandrea è stato e rimane il riferimento per quel che attiene a sanzioni, multe e quel che è disciplinato in materia sportiva per società e giocatori di Serie A.
E quanto attiene, nel merito dei fatti noti e delle prove acquisite, su quello che abbiamo semplificato con l’espressione il caso Acerbi, il quale non sarebbe stato sanzionato per via dell’assenza di prove inconfutabili. Mastrandrea è il magistrato che ha preso una delle decisioni più delicate di questo campionato, per l’entità e anche la natura stessa del reato contestato al difensore dell’Inter.
Chi è Gerardo Mastrandrea
Ma chi è il giudice Gerardo Mastrandrea? Per un tempo dilatato da una narrazione densa di video, labiali e ricostruzioni oltre che opinioni affidate a autorevoli pareri, i tifosi e gli appassionati si sono concentrati sul ruolo e le valutazioni del procuratore federale Giuseppe Chinè, ma una volta compreso che a decidere sarebbe stato in via ufficiale il Giudice Sportivo, è stato lui al centro dell’attenzione mediatica.
Mastrandrea è stato chiamato a decidere se e in quale misura punire Francesco Acerbi per i fatti di Inter-Napoli, dopo la denuncia accorata e sentita di Juan Jesus all’arbitro La Penna.
Magistrato romano di 60 anni, commendatore dell’ordine al merito della Repubblica Italiana, ha preso il posto di Gianpaolo Tosel alla fine di agosto del 2016, nomina che rientra nel rinnovamento voluto dall’allora presidente della Figc, Carlo Tavecchio.
Inter-Napoli
Gli studi e l’impegno
Al suo arrivo, Mastrandrea aveva già maturato un percorso professionale di estremo valore: stella di bronzo CONI al merito sportivo, si è laureato in giurisprudenza con lode nel 1986 (media 30/30) presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza (tesi in diritto della navigazione); ha proseguito gli studi con un dottorato di ricerca in diritto della navigazione e specializzazione universitaria biennale postlaurea in economia e politica dei trasporti con lode.
Presidente di sezione del Consiglio di Stato nel 2017 dopo essere stato consigliere di Stato, si era fatto conoscere nella giustizia sportiva del calcio come presidente della Corte federale d’Appello, incarico che aveva ricoperto per quattro anni.
Gli incarichi
Come si apprende dal suo curriculum (consultabile sul sito del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze) dal giugno 2018 al settembre 2019 è stato “Capo Ufficio legislativo economia presso il Ministero dell’economia e delle finanze; è stato da 2 maggio 2008 ad aprile 2015 il Capo dell’Ufficio legislativo del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti; già consigliere giuridico dei ministri dei trasporti e della navigazione (1997-99) e consulente giuridico dell’ENAC (2000-04), è stato Capo Ufficio legislativo del ViceMinistro dei trasporti (2004-06); è stato altresì capo del Servizio di controllo interno del Ministero dei trasporti (2006-07), partecipando al Gruppo di lavoro interministeriale sulla “spending review”, e Consigliere giuridico capo del CIPE (2007-08); ha coordinato il primo gruppo di lavoro ministeriale (2014-2015) per il recepimento delle direttive comunitarie in tema di appalti pubblici e concessioni”.
Inoltre, tra i tanti incarichi, Mastrandrea ha coordinato il primo gruppo di lavoro ministeriale (2014-2015) per il
recepimento delle direttive comunitarie in tema di appalti pubblici e concessioni; è stato Presidente, per i quadrienni 2007-2011 e 2011-2015, della Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie presso il Ministero della salute.
Giudice Sportivo: erede di Tosel
Mastrandrea è stato nominato per il 2016 e per il quadriennio 2017-2020 Presidente effettivo del Collegio giudicante sui ricorsi presentati dal personale della Presidenza della Repubblica.
Dal 2016, come anticipato prima in un’ottica di profonda revisione che ha toccato pure la giustizia sportiva, Mastrandrea è subentrato a Tosel diventando Giudice Sportivo. Un incarico delicato, quanto costantemente sotto i riflettori.