Uno degli arbitri emergenti del calcio italiano. Veniva definito così Francesco Fourneau della sezione di Roma 1. Il giovane arbitro è stato uno dei due promossi nel 2020 in Serie A insieme a Jean Luca Sacchi di Macerata ma ha finito con l’arbitrare sempre meno ed essere utilizzato soprattutto al Var.
Carriera e vita privata dell’arbitro Fourneau
Il 36enne arbitro romano con un cognome di chiari origini francese ha cominciato la sua carriera da giovanissimo, nel 2006, riuscendo a fare il suo ingresso nel calcio che conta nel 2014 quando ha arbitrato le prime partite in Lega Pro, dove è rimasto per tre anni ed ha diretto anche una finale di Coppa Italia di categoria.
Il suo ingresso in B è arrivato invece il 3 settembre del 2017 con la gara tra Cesena e Venezia conclusa con il risultato di 0-0. Una carriera rapidissima la sua, visto che il 30 dicembre dello stesso anno ha diretto anche la prima partita di massima serie tra Benevento e Chievo.
Le polemiche sull’arbitraggio di Fourneau
Come capita a tutti gli arbitri, anche per il giovanissimo Fourneau non mancano le polemiche nella sua carriera. Quella che probabilmente è salita maggiormente agli onori della cronaca risale al 2017 quando il direttore di gara fu chiamato ad arbitrare la finale di Coppa Italia di Lega Pro tra Matera e Venezia.
La formazione lucana si arrese ai lagunari con la sconfitta per 3-1 al ritorno (dopo una vittoria in casa per 1-0), e in quell’occasione il direttore di gara finì sotto il fuoco incrociato del tecnico Auteri. Fourneau fu pesantemente criticato non solo per non aver concesso un calcio di rigore al Matera, ma anche per una doppia ammonizione ai danni di un giocatore dei lucani ritenuta eccessiva. Decisioni che portarono l’allenatore del Matera a dichiarare nel dopo partita: “Cosa può fare di peggio un arbitro? Ha perso il gioco del gioco e ha perso il designatore”.