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Come cambia l'Italia con Luciano Spalletti: la probabile formazione anti Macedonia del Nord

Qualificazioni Euro 2024, prosegue l'avvicinamento a Macedonia del Nord-Italia: Spalletti pronto a una mini-rivoluzione nella formazione titolare azzurra.

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Manca sempre meno all’esordio di Luciano Spalletti sulla panchina della nazionale italiana. Gli Azzurri, nella serata di sabato, saranno chiamati ad affrontare la Macedonia del Nord in occasione di una tappa fondamentale per il cammino dell’Italia in queste qualificazioni a Euro 2024. Come cambia l’undici titolare con Spalletti in panchina: previsti diversi cambiamenti in tutti i reparti.

Macedonia del Nord-Italia: la probabile formazione degli Azzurri

Archiviato il discusso addio di Roberto Mancini, che ha già diretto i primi allenamenti in Arabia Saudita, l’Italia è pronta a ripartire dall’esperienza di Luciano Spalletti. Il trainer di Certaldo, reduce dallo Scudetto vinto con il Napoli, ha subito di fronte a sé due impegni importantissimi contro Macedonia del Nord e Ucraina, avversari da battere per non mettere in discussione il discorso qualificazione a Euro 2024.

Il cambio di guida tecnica ha già portato in dote alcuni inevitabili cambiamenti tra i convocati, fra lo scarso minutaggio accumulato dai “fedelissimi” di Mancini e un blocco Lazio finalmente preso in considerazione dallo staff tecnico azzurro, al di là dell’inizio balbettante della squadra di Maurizio Sarri.

Non cambierà sicuramente il sistema di gioco: 4-3-3 anche per mister Spalletti, che ha conquistato il tricolore proprio con questo modulo all’ombra del Vesuvio. Non varieranno le gerarchie tra i pali, con Gigio Donnarumma preferito ad Alex Meret, senza dimenticare Provedel e Vicario. Tanto Napoli soprattutto in attacco, dove lo juventino Federico Chiesa sarà affiancato da Jack Raspadori e Matteo Politano, giocatori che l’ex allenatore di Inter e Roma conosce perfettamente.

In difesa, oltre al capitano partenopeo Giovanni Di Lorenzo, agirà la coppia capitolina Mancini-Romagnoli, con Federico Dimarco che appare favorito su Leonardo Spinazzola, complice lo straordinario rendimento alla corte di Simone Inzaghi. In mediana, novità importanti: in cabina di regia ci sarà Manuel Locatelli, con Barella mezzala destra e Tonali interno mancino.

Questa la probabile formazione degli Azzurri per la sfida contro la Macedonia del Nord:

ITALIA (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Romagnoli, Dimarco; Barella, Locatelli, Tonali; Politano, Raspadori, Chiesa. All. L. Spalletti.

La rivoluzione di Spalletti: come cambia l’Italia

Una rivoluzione ragionata. Luciano Spalletti, costretto a vincere due partite su due con una squadra allenata soltanto per pochi giorni, non può certo rivoltare la formazione azzurra come un calzino. Il vantaggio del tecnico toscano è la conoscenza del sistema di gioco da parte di molti calciatori presenti in rosa. Un modulo che difficilmente cambierà, ora e in futuro.

Le prime scelte di formazione orientano il gioco e lasciano comprendere la filosofia da rispettare. Di Lorenzo e Romagnoli sono abituati ad una classica retroguardia a quattro, mentre Mancini e Dimarco dovranno adattarsi in tempi brevi per non sbagliare scalate e tempi d’uscita. Hanno tutto per poterlo fare, avendo maturato una buona esperienza in campo internazionale, anche grazie al lavoro di Mancini.

A centrocampo, forse i maggiori cambiamenti. Si va verso un possesso meno orizzontale, con continue verticalizzazioni a cercare la velocità e gli inserimenti del trio Politano-Raspadori-Chiesa. L’assenza di Verratti e Jorginho favorisce l’ingresso di nuove caratteristiche. Locatelli sarà l’equilibratore a cui non saranno chiesti straordinari sforzi in fase di costruzione, ma grande lavoro di interdizione, come spesso accade nella Juve di Max Allegri.

Tonali e Barella, invece, sono due giocatori tanto diversi quanto simili. L’interista è più abituato ad inserirsi senza palla e a creare superiorità numerica all’interno dell’area di rigore avversaria, ma difficilmente si dimentica di dare una mano in fase di non possesso. Il giusto mix è racchiuso anche nelle caratteristiche dell’ex mediano rossonero, mezzala che preferisce palleggiare e avere la possibilità di ritagliarsi una conclusione da fuori, senza disdegnare una capatina in zona gol come accaduto in occasione della prima marcatura con i colori del Newcastle.

Macedonia del Nord-Italia: perché Raspadori e non Immobile?

Domanda legittima, senza dubbio. L’origine della scelta di Luciano Spalletti, che andrà certificata dalla distinta ufficiale intorno alle ore 20.00 del 9 settembre, risiede nella conoscenza dei singoli calciatori. Movimenti offensivi codificati che Politano e Raspadori conoscono a memoria, pur essendo condizionati dall’attuale gestione Rudi Garcia.

L’ex Sassuolo, che ancora fatica a trovare spazio tra le fila partenopee (causa Osimhen, ndr), potrebbe incarnare perfettamente il ruolo di centravanti moderno, nonostante una struttura fisica che sembra richiamare quella di una seconda punta. Pochi tocchi e continui scatti in profondità per beffare in velocità i centrali avversari, evitando il corpo a corpo e un uno contro uno che rischierebbe di essere spento sul nascere.

Quando toccherà agli esterni offensivi puntare i terzini della Macedonia di turno, Raspadori dovrà essere bravo a muoversi intelligentemente all’interno dei 16 metri, tagliando più di una volta sul primo palo e staccandosi al momento opportuno, per non dare riferimenti alla linea difensiva avversaria. Con lui, sempre un centrocampista pronto ad inserirsi e a riempire l’area, per fornire una soluzione supplementare e tenere in apprensione la retroguardia. Meccanismi da oliare, ma non certo da inventare. L’era Spalletti è appena iniziata.

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