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F1, crash Verstappen-Hamilton a Monza:gli esperti puntano il colpevole

Da Pino Allievi a Giorgio Terruzzi, le grandi firme della Formula 1 trovano il responsabile dell'incidente di Monza tra Max e Lewis

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Non si placano le polemiche in Formula 1 sullo scontro tra Max Verstappen e Lewis Hamilton che ha caratterizzato il Gran Premio d’Italia poi vinto dalla McLaren di Daniel Ricciardo. La direzione gara ha espresso la sua sentenza dando all’olandese della Red Bull la responsabilità del crash alla prima variante con tanto di penalità da scontare a Sochi tra due settimane. E mentre Max si proclama innocente, Hamilton ringrazia l’halo che gli ha salvato il testone. Intanto le principali firme di F1 dicono la loro sull’incidente.

Hamilton-Verstappen, un incidente annunciato

Si sapeva che con l’andare avanti del Mondiale di F1 il duello iridato tra Verstappen ed Hamilton sarebbe diventato sempre più caldo e a rischio “scontro”. A Imola, con una ruotata in prima curva, era cominciata la singolar tenzone. Poi a Silverstone il primo vero crash, sempre alla prima curva. E siccome non c’è due senza tre ecco Max e Lewis venire alle mani, pardon, alle ruote, anche a Monza.

I commissari di gara, dopo aver sentito entrambi i piloti, hanno deciso di sanzionare Verstappen, che dovrà scontare tre posizioni di penalità sulla griglia di partenza nel prossimo Gran Premio a Sochi, in Russia. Ma è ovvio che la piega che sta prendendo la rivalità rischia di esasperare ancor di più questo finale di Mondiale di F1 mai così in bilico negli ultimi anni, a parte il duello interno Rosberg-Hamilton dei primi anni di dominio ibrido Mercedes.

Pino Allievi sul crash Verstappen-Hamilton

Nel suo classico appuntamento del lunedì mattina “Il caffè di Pino Allievi” su Formula Passion, il noto giornalista di F1 ha così inquadrato l’incidente tra i due contenti per il titolo: “Chi ha inventato l’halo va beatificato. Discuteremo all’infinito sul 51% delle responsabilità. Resta il fatto che Verstappen ha un brutto vizio: non accetta che qualcuno vada più forte di lui, nemmeno in una curva. Non è la reazione del momento a tradirlo ma l’atteggiamento caratteriale difficile da estirpare”.

Giorgio Terruzzi provoca: “Max e Lewis prendete i guantoni”

Sempre originale e soprattutto ironico e provocatore nei suoi commenti, il giornalista e scrittore Giorgio Terruzzi nelle sue mitiche pagelline da un consiglio ai duellanti per il titolo dando “Voto 0 a Hamilton e Verstappen: lo spettacolo è stato da 10 e lode. Ma dopo un aggancio del genere ci si aspettava un match pugilistico in mezzo alla Prima Variante con titolo mondiale di tutti i pesi in palio. Dai ragazzi, non si lascia a metà una scazzottata, serve più impegno”.

Resta invece neutrale la giornalista di Sky, Mara Sangiorgio che si limita a fotografare il momento della lotta Mondiale: “Immagine che fa correre facile la memoria al film della stagione 2016, all’incidente inevitabile di Barcellona per la tensione che si era creata nello stesso box tra Rosberg e Hamilton. Quest’anno la sensazione è che la Formula Uno potrebbe vivere un finale altrettanto tirato ma soprattutto altrettanto intenso. Lo sconfitto di questo fine settimana è comunque il sette volte campione del mondo che su una pista come Monza avrebbe dovuto sicuramente capitalizzare di più e invece ha perso anche due punti sull’olandese, che adesso è a più cinque, per la qualifica sprint”.

Chinchero va giù duro con Verstappen

Il giornalista di Motorsport.com e opinionista di Sky, Roberto Chinchero non è invece tenero con Max Verstappen: “Ci sono momenti in cui bisogna tenere il piede a fondo sull’acceleratore, e altri in cui bisogna alzarlo. Verstappen ha ben presente il primo scenario, ma molto meno il secondo, Non è premeditazione, ma semplicemente l’incapacità di arrendersi all’evidenza, il ‘killer instinct’ (che ha tanti aspetti positivi) ma che in altre situazioni diventa un limite. Ma l’aspetto più preoccupante è che in questo confronto, che ha raggiunto vette di tensione altissime, l’obiettivo finale sta facendo perdere il senso del pericolo”.

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