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Datome si ritira dal basket giocato: con l’Italia al Mondiale le sue ultime partite

Il capitano della nazionale e di Milano, Gigi Datome, annuncia in un video la fine della sua carriera da giocatore: dopo il Mondiale appenderà le scarpe al chiodo ma resterà all’Olimpia

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Gigi Datome dice addio. Il capitano della nazionale italiana e dell’Olimpia Milano ha pubblicato un video sul suo account Instagram per annunciare il suo addio al basket giocato. L’ultimo impegno della sua straordinaria carriera sarà con la maglia della Nazionale ai Mondiali poi per lui si apre un nuovo ruolo all’interno della EA7.

Datome dice addio: il messaggio affidato a Instagram

La decisione di Luigi Datome di lasciare il basket giocato arriva un po’ a sorpresa visto che anche negli ultimi playoff scudetto, l’ala italiana aveva dimostrato di essere un giocatore in grado di dare ancora tanto sul campo da gioco. Ma ha voluto farlo con un messaggio affidato alla sua pagina Instagram.

Non ci sono modi facile per dirvi quello che vi devo dire. Smetto di giocare a basket, finisco con il basket giocato. Sono passati 20 anni da quando sono partito da qui e da quando giocavo in questo campo e da quando avevo 14-15 anni quando sono partito, volevo vedere se questo amore per la pallacanestro poteva diventare la mia vita. Avevo molti sogni ma non avrei mai potuto sognare tutto quello che mi è successo, come fare 10 anni di serie A tra Siena, Scafati e Roma.

Non avrei mai potuto sognare di fare l’ultimo anno alla Virtus Roma che rimane uno dei più belli della mia vita. Non avrei mai potuto sognare di giocare per i Detroit Pistons e per i Boston Celtics. Non avrei mai potuto sognare di vivere anni indimenticabili a Istanbul, vincendo nove titoli, prendendo parte a 4 Final Four e vincendo l’Eurolega nel 2017.

E non avrei mai potuto sognare di finire la carriera in un club prestigioso come l’Olimpia Milano. Ma soprattutto non avrei mai potuto sognare di poter giocare la mia ultima partita in una gara 7 di finale scudetto che penso abbiate tutti ancora in mente. E non avrei mai potuto sognare che tutte queste stagioni siano intervallate dalla nazionale e che sarei stato il capitano. La cosa più bella di tutte è che non ho alcun rimpianto. Sono stati anni bellissimi, ho giocato con compagni di squadra grandissimi, ho giocato in squadre pazzesche. E mi sono divertito tantissimo.

Italia ai Mondiali: l’ultimo sogno di Datome

Prima di appendere le scarpe al chiodo, di mettere da parte canotta e pantaloncini, c’è ancora una speranza che si chiama Italia. Nella carriera ricca di successi di Gigi Datome manca solo una medaglia conquistato con la maglia azzurra di cui è stato capitano negli ultimi 10 anni e c’è ancora un Mondiale da giocare.

L’unico cruccio è quello della nazionale, non abbiamo mai portato a casa una medaglia. E voglio continuare a sognare ancora un po’ e quest’estate farò un’altra estate azzurra. Ringrazio il Poz e i miei compagni che mi permettono di giocare questi ultimi mesi da giocatore inseguendo ancora questo sogno.

Datome rimane all’Olimpia con un ruolo da dirigente

Datome lascia il basket giocato ma non ha nessuna intenzione di allontanarsi troppo dal parquert. Il “Barba italiano” ha infatti voluto ringraziare l’Olimpia Milano che gli ha permesso di cominciare il post-carriera con un nuovo impegno che lo vedrà nel ruolo di dirigente nel corso della prossima stagione.

Rimango in Olimpia e cercherò di aiutare la squadra in un altro modo e cominciare il post carriera in una società così importante è qualcosa che mi rende orgoglioso.

Datome, da Siena alla Nba: la carriera del “Barba italiano”

36 anni da compiere il prossimo 27 novembre eppure l’impatto di Gigi Datome sul basket italiano è quello di uno che di anni ne dovrebbe avere 100. Talento precoce, purissimo fin da giovane il suo che gli ha permesso di arrivare giovanissimo alla Mens Sana Siena con cui ha giocato (con un intervallo a Scafati) fino al 2008. La consacrazione nel basket italiano arriva però negli anni di Roma dove diventa uno dei migliori del nostro campionato.

E’ il momento d’oro per la sua carriera e di questo talento se ne accorgono anche dall’altra parte dell’Oceano e in particolare i Detroit Pistons. Gli anni in Michigan non sono il massimo, trova poco spazio e da lì passa a vestire una delle canotte più iconiche del basket a stelle e strisce: quella dei Boston Celtics. Nel 2015 il ritorno in Europa al Fenerbahce dove diventa una stella di prima grandezza a livello Europeo e conquista anche la vittoria dell’Eurolega con tanto di taglio della chioma. Poi il ritorno in Italia, con Milano che lo mette al centro del progetto e che guida alla vittoria di altri due scudetti e alla partecipazione di una Final Four di Eurolega.

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