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Djokovic è alle Maldive e pensa a tutto, meno che alle ATP Finals: un pericolo in meno per Sinner?

Novak Djokovic sa sempre come sorprendere: si trova in vacanza alle Maldive e sembra aver deciso di tornare in campo solo ad anno nuovo. Saltando anche le ATP Finals di Torino.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Di tutti i luoghi toccati nel mondo, la Maldive restano ancora off limits per il mondo ATP. Eppure è lì che Novak Djokovic ha deciso di passare gli ultimi giorni di ottobre, noncurante degli appuntamenti di fine stagione che hanno portato tutti i migliori giocatori del circuito a scornarsi a Parigi-Bercy (e domenica partirà anche l’ATP 250 di Belgrado, sempre caro al buon vecchio Nole). Ma perché Djokovic ha preferito una vacanza in un resort maldiviano alla possibilità di guadagnare i punti che lo separano dalla qualificazione alle Nitto ATP Finals?

L’assenza a Parigi-Bercy ne anticipa un’altra?

La risposta al quesito non c’è, nel senso che il diretto interessato non ha voluto dare alcun indizio al riguardo. Il serbo è a digiuno di partite ufficiali dalla finale disputata a Shanghai contro Sinner lo scorso 13 ottobre, cui ha fatto seguito la partecipazione al Six Kings Slam dove ha disputato prima il match contro l’attuale numero uno del mondo, quindi la finalina per il terzo posto contro il rivale di sempre, quel Rafa Nadal ormai prossimo a ritirarsi dalle competizioni.

A Parigi-Bercy ha vinto 7 volte, l’ultima giusto un anno fa, ma la decisione di non partecipare non ha sorpreso nessuno. Sarebbe però molto più sorprendente pensare a una rinuncia a quello che rappresenta da sempre il “torneo dei maestri”, ovvero l’ultimo appuntamento della stagione, che raduna sotto lo stesso tetto i migliori giocatori dell’annata che sta per volgere a conclusione. Anche in questo caso vige la regola del 7, come i trionfi di Nole alle ATP Finals, l’ultimo dei quali arrivato lo scorso anno contro Sinner.

Quell’oro olimpico che ha cambiato le priorità

Perché mai Djokovic dovrebbe snobbare le Finals di Torino, decidendo di chiudere anticipatamente la stagione per programmare già la trasferta in terra australiana di gennaio? Intanto, con la Serbia fuori dalla final eight di Davis di Malaga, uno stimolo è venuto meno. E questo Nole l’ha spiegato chiaramente la scorsa estate, a margine del trionfo olimpico a Parigi, l’ultimo grande obiettivo che mancava nella sua illustre bacheca.

“Ora che ho l’oro al collo selezionerò i miei impegni, dando la massima priorità agli appuntamenti dove c’è in palio l’orgoglio nazionale”, riferendosi appunto ai tornei da affrontare con la Serbia. Una mancanza di motivazioni potrebbe essere alla base della rinuncia volontaria tanto a Parigi-Bercy, quanto alle eventuali ATP Finals, per le quali ancora non ha ottenuto il punteggio necessario per partecipare.

Fritz il quinto qualificato: ma il sesto “sarebbe” Nole…

Ad oggi, sicuri di far parte del torneo sono Sinner, Alcaraz, Zverev, Medvedev e Fritz: quest’ultimo ha ottenuto il pass ancor prima di scendere in campo contro Jack Draper nei sedicesimi dell’ultimo Masters 1000 stagionale.

Djokovic ad oggi nella Race to Turin è sesto davanti a Ruud e Rublev, entrambi però già eliminati da Parigi-Bercy. Dietro di loro, subito fuori dai primi 8 posti della Race, Alex de Minaur, Grigor Dimitrov, Stefanos Tsitsipas e Holger Rune potrebbero effettivamente mettere piede a Torino senza dover attendere eventuali forfait di chi sta davanti se dovessero fare strada nel torneo. Anche se quello più probabile potrebbe riguardare proprio il fuoriclasse serbo, che sulle sdraio delle Maldive magari starà pensando a chi glielo fa fare di tornare a sudare per andare a cercare gloria in un torneo che (per sua stessa ammissione) non ha più alcuna attrattiva ai suoi occhi.

È il contrappasso dei grandi atleti: a Parigi, l’estate scorsa, Nole ha raggiunto il successo al quale teneva più di ogni altra cosa. E svuotato ormai anche dei rivali che hanno contraddistinto con lui gli ultimi due decenni di tennis al massimo livello, probabilmente anche il sacro fuoco che l’ha spinto verso traguardi mai raggiunti prima da nessun altro tennista è venuto meno.

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