Quattro mesi e mezzo fa si celebrava il funerale dell’Italia, battuta e umiliata dalla Svizzera e buttata fuori a calci dagli Europei, oggi si festeggia una resurrezione tanto rapida quanto inattesa: all’Italia basta non perdere con la Francia per arrivare prima in un girone di fuoco in Nations League, davanti ai vice-campioni del mondo, ma in ogni caso il pass per i quarti è stato staccato. Riaccesa la passione nei tifosi: sold out domani al Meazza per l’ultima sfida ai francesi, ritrovati protagonisti importanti – da Di Lorenzo a Dimarco – recuperati talenti forzatamente in naftalina come Tonali, scoperti giovani di livello e spazzato via il tabù dell’attacco sterile con il boom di Retegui e Kean. Spalletti può già essere orgoglioso del suo lavoro ma punta più in alto e guarda più lontano.
- Spalletti sente una responsabilità
- Spalletti orgoglioso di aver...battuto Sinner
- Niente bilanci per Spalletti
- Donnarumma e la telefonata in diretta
- Donnarumma non si aspetta fischi a San Siro
Spalletti sente una responsabilità
Il ct non vuol sentir parlare di pareggio come obiettivo, sente la responsabilità di dover confermare quei progressi che hanno fatto sì che gli italiani dimenticassero finalmente Euro2024 per tornare ad emozionarsi con l’azzurro e non vuol sprecare questo tesoretto. Con lui anche Donnarumma che non si aspetta la consueta accoglienza con i fischi da quel Meazza che fu suo e che vede in questo gruppo di giovani quell’anima e quella voglia di combattere che solo pochi mesi fa sembrava utopia.
Spalletti orgoglioso di aver…battuto Sinner
Prima della gara verrà ricordato Gigi Riva: “Può essere un simbolo a cui possiamo attaccarci tutti. Lui con le poche parole accompagnava poi i fatti sul campo. Rombo di Tuono è il soprannome perfetto perché faceva rumore il suo silenzio, quando c’era da giocare tirava quelle cannonate che facevano parlare di lui. Dobbiamo essere una squadra che fa vedere qualità senza chiacchierare troppo”
Dopo un passaggio sul ruolo di Barella (“Per giocare bene la partita devi avere giocatori che la sanno interpretare e i centrocampisti hanno qualcosa in più su questo. Bisogna saper intuire gli spazi che si creano grazie a questi nuovi modi di stare in campo”), il ct ricorda l’importanza della gara ed esclude che la nazionale scenda in campo pensando al pari che la qualificherebbe come prima: “Sapere che in concomitanza con un fuoriclasse come Sinner abbiamo avuto 7 milioni di telespettatori è una responsabilità. Sono numeri che ci impongono impegno e serietà maniacale che dobbiamo far vedere in partita ma attenzione a non fare troppi calcoli, il pareggio può venir fuori per la contemporanea impossibilità a vincere delle due squadre. Noi come il Brasile? Ci piacerebbe avere le loro capacità in fase di possesso, in qualche cosa stiamo facendo vedere di essere sulla strada buona”.
E a proposito di Jannik, chi può essere il Sinner della nazionale? “È bene non fare mai paragoni, un calciatore che va oltre questa normalità di palleggio…Maldini mi dà l’impressione di avere il colpo facile, la sostanza di poter creare qualcosa di super facile ed esclusivo”
Ogni volta la domanda base è sempre la stessa: cosa è cambiato rispetto agli Europei? “Avere il piacere di gioire, veder vincere il proprio compagno. In questo momento la cosa più importante è far sentire che stiamo apprezzando il loro attaccamento alla maglia, il loro spirito e il loro impegno. È una cosa che dobbiamo riconoscere, sono qualità enormi, poi il risultato spesso ne è una conseguenza”.
Niente bilanci per Spalletti
Per i bilanci non è ancora tempo, anche se domani con la Francia sarà la sua ventesima panchina azzurra: “Non so quale sia il mio bilancio, si è sicuramente sbagliato una partita, quella contro la Svizzera. Ed è quello che mi porto dietro e a cui faccio riferimento. Mi reputo molto responsabile di quella sconfitta. Dopo abbiamo cercato di fare cose differenti e per il momento qualcosa l’abbiamo fatto in modo corretto. C’è stato un fallimento solo in quella partita, anche se non vanno dimenticate le squadre fortissime che abbiamo affrontato. Quella sconfitta non me la fa dimenticare niente e nessuno, neanche una qualificazione al mondiale. Per certi versi fa bene anche portartela un po’ dietro, bisogna ricordarsi che se non fai le cose per bene la sassata è sempre dietro l’angolo”.
Ultima riflessione su Kean: “È possibile che possa essere della partita, è uno bravo a tenere palla addosso, a fare la boa che poi aspetta il calciatore a sostegno”.
Donnarumma e la telefonata in diretta
In sala stampa anche Donnarumma, sempre più leader della Giovane Italia: “Il gruppo è sano. Sto rivedendo lo spirito del vecchio Europeo con tanti ragazzi giovani che sono attaccati alla maglia e che danno sempre il 200%, il nostro obiettivo domani è fare una grande partita e portarla a casa. Loro avranno un po’ di assenze, non ci sarà Mbappè che ci poteva dare fastidio ma ci sono altri giocatori come Barcola, hanno tantissima qualità e talento incredibile, sappiamo la qualità dei sostituti e di tutta la rosa, saranno arrabbiati per non aver fatto risultato nell’ultima partita. Ci sarà da soffrire, hanno una grande corsa, grande gamba…”. Mentre parla squilla il suo cellulare, Donnarumma si ferma, controlla e sorride: “perfetto è mio padre”
Spalletti gli ha sempre detto di avere grande talento ma che andava curato: “Lo ricordo, anche i ragazzi che sono qui hanno talento che va educato e in questo ora posso dare una mano anche io”.
Donnarumma non si aspetta fischi a San Siro
Il ritorno a San Siro è sempre particolare per Gigio: “E’ stata casa mia per tanti anni, ho tanti ricordi, tifosi stupendi che ti fanno sentire il loro calore, senti un’atmosfera diversa in questo stadio, con tanta energia, domani ci saranno 60mila spettatori. Questa atmosfera è anche merito nostro che siamo riusciti a dare emozioni a tutti gli italiani, dobbiamo esserne orgogliosi, andare in campo ed emozionarli ancora”. Sui possibili fischi dei milanisti dice: “Quando c’è la nazionale siamo tutti italiani, mi aspetto una grande atmosfera per tutti, sono convinto che sarà una serata speciale per tutti”,
Le differenze con l’Europeo in Germania Gigio le racchiude con un esempio: “All’Europeo a fine partita tornavo in hotel e pensavo che eravamo una squadra che faceva fatica a palleggiare, quando gli avversari attaccavano sembrava sempre che ci potessero fare gol. Ora invece fanno fatica, abbiamo la cattiveria giusta che è la specialità dell’Italia, non prendere gol e restare compatti. Ora siamo molto uniti mentre prima eravamo un po’ divisi ma era colpa nostra, in questo gruppo vedo qualcosa di speciale che può fare grandi cose”.