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Dramma Eriksen, Danimarca minacciata? Rivelazione a sorpresa

L'ex portiere della Nazionale Peter Schmeichel ha parlato all'emittente britannica 'Itv': "La squadra non ha avuto scelta, la Uefa ha proposto tre opzioni: riprendere in giornata, il giorno successivo o perdere a tavolino".

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La giornata di sabato 12 giugno resterà scolpita per sempre nella memoria degli appassionati di calcio di tutto il mondo e in particolare di quelli danesi.

Nella prima partita di un Europeo al quale i biancorossi si sono affacciati con ambizioni, infatti, i giocatori del ct Kasper Hjulmand sono passati in poche ore dall’emozione dell’esordio contro la matricola Finlandia al terrore per il malore che ha colpito Christian Eriksen, per poi doversi riconcentrare sul calcio giocato, dato che la gara sospesa al 43’ del primo tempo è ripresa per concludersi con la sorprendente vittoria dei biancoazzurri grazie a un gol di Joel Pohjanpalo, favorito da un intervento non impeccabile del portiere Kasper Schmeichel.

Si è discusso a lungo sull’opportunità di far riprendere la partita già due ore dopo la tragedia sfiorata, ma la stessa Federcalcio danese ha comunicato che la decisione è stata presa dai giocatori senza pressioni esterne e anzi su esortazione dello stesso Christian Eriksen dall’ospedale.

Tuttavia questa versione è stata smentita con decisione da un mito del calcio danese come Peter Schmeichel, padre di Kasper nonché portiere titolare della squadra che nel 1992 vinse l’Europeo in Svezia contro ogni pronostico, anche grazie alle parate dell’allora estremo difensore del Manchester United.

Intervistato da ‘Itv’ durante la trasmissione “Good Morning Britain”, Schmeichel ha smentito quanto dichiarato dalla Uefa, svelando la propria verità: “Ieri ho visto una citazione ufficiale della UEFA secondo la quale la decisione di riprendere la partita sarebbe stata dei giocatori, ma so che non è la verità. Meglio, è un modo di vedere la verità. Alla squadra erano state infatti date tre opzioni: una era quella di riprendere subito e far giocare gli ultimi 50 minuti, la seconda era giocare il giorno successivo alle 12 e la terza opzione era quella di dare forfait, con un 3-0 a tavolino”.

“Era quindi il desiderio dei calciatori giocare? – ha aggiunto Schmeichel sr – Avevano davvero scelta? Non credo che l’avessero. Anche l’allenatore si è seriamente pentito di aver rimesso in campo i giocatori. Non è stata una scelta, è stata una decisione ridicola della UEFA che avrebbe dovuto studiare una strada diversa e mostrare un po’ di compassione, cosa che non ha fatto”.

Le parole di Schmeichel trovano parziale conferma proprio da quanto dichiarato dal ct Hjulmand al termine della partita: “Provo vergogna per essere tornato in campo”, mentre poche ore dopo a rincarare la dose è stato l’attaccante Martin Braithwaite: “È stata un’esperienza orribile. Non penso fosse il miglior momento per giocare”.

Tant’è, ora la Danimarca, indicata da molti tra le possibili rivelazioni del torneo, non potrà permettersi di sbagliare ancora contro il Belgio, pena la fine anticipata di un Europeo che in ogni caso resterà come il peggior ricordo delle proprie carriere per giocatori e commissario tecnico.
 

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