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[ESCLUSIVA] Marco Amelia: “Il Parma come il Frosinone. Che sorpresa Cassano”

Dalla sorpresa Cassano al pupillo Marco Nasti, con un paragone importante per le due stelle del Parma, Dennis Man e Adrian Bernabé. L'intervista con Marco Amelia sull'attuale Serie B e sui giovani che il campionato sta mettendo in mostra.

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Marco Pino

Marco Pino

Sport Economy Specialist

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[ESCLUSIVA] Marco Amelia: “Il Parma come il Frosinone. Che sorpresa Cassano”

Campione del Mondo 2006, 316 partite disputate in carriera (tra cui 40 in Serie B con le maglie di Livorno, Perugia e Vicenza), più 9 in maglia azzurra.

Parliamo di Marco Amelia, portiere di quella Nazionale Under 21 che vinse il Campionato Europeo di categoria (l’ultima conquistato dalla nostra rappresentativa giovanile) che oggi ha intrapreso la carriera da allenatore, ottenendo nel settembre 2023 la licenza UEFA Pro.

Da sempre attento al mondo del calcio giovanile e delle serie minori, dopo aver calcato durante la sua carriera palcoscenici importanti, dalla Serie A alla Premier League passando per la Champions League, lo abbiamo intervistato per analizzare l’andamento del campionato cadetto tra sorprese e delusioni di questa prima parte di stagione.

Prima di tuffarci a parlare della Serie BKT, è inevitabile un accenno a uno dei compagni con cui Amelia ha condiviso la vittoria nella finale di Berlino del 2006 e il successo con l’Under 21 nel 2004.

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Roma? De Rossi il nome giusto

Parliamo di Daniele De Rossi, lo scorso anno in B sulla panchina della SPAL e oggi in Serie A nuovo allenatore della Roma.

Chi è l’unico che avrebbe potuto prendere il posto di Mourinho? La risposta è ovviamente Daniele De Rossi. Io faccio un po’ un paragone con Xavi che quando venne chiamato dal Barça la prima volta dice <> e aspetta la seconda occasione, quando si sente pronto. Daniele è uno che è nato pronto, e soprattutto è uno che alla Roma non dice di no.

Poi sugli obiettivi penso che per la Roma siano un po’ cambiati e io credo che i giocatori della Roma oggi faticherebbero a giocare nelle 4-5 squadre di vertice. Pensare di arrivare in zona Champions è complicato ma ora la Roma di De Rossi è tutta da scoprire”.

Il Parma come il Frosinone dell’anno scorso

Parliamo di Serie B e non possiamo non partire dalla squadra di vertice, quel Parma che sta consolidando la sua posizione in testa alla classifica e per il quale viene naturale per diversi motivi fare un paragone con il Frosinone della scorsa stagione.

I ciociari l’anno scorso riuscirono a dominare il campionato con la continuità della guida tecnica, al secondo anno di Grosso in panchina e con una squadra piena di giovani talentuosi. Un po’ come il Parma di Pecchia in questa stagione.

Il paragone tra il Parma di quest’anno e il Frosinone dell’anno scorso è lecito per diversi motivi. Entrambe le squadre hanno dato continuità alla guida tecnica e alla seconda stagione sono riuscite a raccogliere i frutti del lavoro. Questo deve intanto far riflettere su quanto sia importante permettere all’allenatore di lavorare con un progetto che non venga giudicato in poche partite.

L’altra similitudine si può registrare sulle scelte tecniche. Due estati fa il Frosinone fece scelte forti rinunciando a giocatori come Ciano per dare spazio a giovani di talento che poi sono stati determinanti per la cavalcata in A.

Simile a cosa ha fatto quest’anno il Parma con Vazquez ad inizio stagione, dando maggior spazio a giocatori come Man e Bernabé che si stanno rivelando fondamentali nello scacchiere di Pecchia”.

Propri sui due giocatori protagonisti di questa stagione dei Ducali, Dennis Man e Adrian Bernabé, ci siamo soffermati per capire che impatto potranno avere il prossimo anno in quella Serie A a cui sembrano destinati, in maglia Parma o con un’altra casacca.

Una crescita che ci si aspetta dai due, quasi sulle orme di quel Gudmundsson che oggi sta stupendo tutti in Serie A, tranne quelli che lo avevano già potuto apprezzare lo scorso anno in Serie B con la maglia del Genoa.

“Già l’anno scorso parlavamo di Gudmundsson come un giocatore capace di fare la differenza e lo sta dimostrando anche quest’anno in A. Si capiva, e lo avevamo detto, che era un calciatore che avrebbe fatto grandi cose. Man e Bernabé possono seguire le sue orme perché sono due giocatori che hanno caratteristiche che possono fare la differenza anche in massima serie”.

Paolo Vanoli e il Venezia non sono una sorpresa

Giocatori di qualità e continuità della guida tecnica, un connubio che sta funzionando anche a Venezia.

Da quando la scorsa stagione Paolo Vanoli è sbarcato in Laguna, infatti i veneti hanno fatto uno switch totale che li ha portati a raggiungere i playoff partendo dalla zona playout e, in questa stagione, il Venezia è una delle protagoniste del campionato.

Mister Vanoli non mi sorprende perché Paolo è molto bravo e ha una qualità molto importante: ha la capacità di essere flessibile e il coraggio di saper cambiare. Lo scorso anno era una squadra che è ripartita con il 3-5-2, mentre in questa stagione è riuscito a variare anche sul 4-3-3 sfruttando tutto il potenziale offensivo.

Ha trasferito ai calciatori la sua mentalità di saper cambiare e i giocatori si adattano molto velocemente al cambiamento perché poi nel calcio di oggi ti studiano tanto e sanno prendere le misure giuste in base a come giochi. Il saper cambiare durante la partita ti fa fare la differenza, lo faceva anche Grosso l’anno scorso spesso mettendo due punte centrali e andando a giocare sulle fasce, passando dal 4-3-3 al 4-2-4. Poi è normale quando hai attaccanti forti come li ha il Venezia hai la possibilità di farlo con maggiore forza e sicurezza”.

Il Venezia di Vanoli è una squadra piena di qualità in tutti i reparti e ha la possibilità di giocarsi le sue carte per conquistare la promozione.

Il Venezia è anche la squadra più divertente del campionato.” – dice Amelia – “Vedere le partite del Venezia ti regala match con grande ritmo e intensità, e questo è un grande merito che deve essere attribuito al lavoro fatto da Paolo Vanoli”.

Al Palermo serve continuità

Parlando con Marco Amelia è inevitabile di una squadra a cui è particolarmente legato per la sua storia e carriera. Facciamo ovviamente riferimento al Palermo, squadra per la quale Amelia ha difeso i pali nella stagione 2008-2009 e oggi allenata da Eugenio Corini.

Se oggi pensiamo al Palermo pensiamo a quella serie di 4-5 partite in cui ha collezionato meno punto di quanto sperato. Faccio riferimento soprattutto alle sconfitte casalinghe contro Lecco, Cittadella e Catanzaro. Forse mancano proprio quei punti lì e ti ritrovi ad essere oggi 6° in classifica a 4 punti dal secondo posto.

Il Palermo è una squadra costruita per conquistare la promozione, con una rosa fatta di 20 titolari e questo in Serie B a volte può essere un aspetto negativo se non gestito nel modo giusto.

Certe volte è sembrata nella prima parte di stagione una squadra senza identità e quindi capita di incappare in periodi negativi. Ultimamente sembrano aver trovato una quadratura che da certezze all’allenatore e ai giocatori, e di conseguenza porta entusiasmo ad un ambiente che conosco bene e che è in grado di trascinarti.

La vittoria contro il Modena è importante in questo senso per ritrovare risultati positivi e costruire su quelli. Adesso è compito di Mister Corini e del suo staff dare certezze perché la concorrenza nei posti alti della classifica è agguerrita ed elevata”.

Date tempo ad Andrea Pirlo

In chiusura un pensiero sulla Sampdoria del compagno di Amelia in quel di Germania 2006, quell’Andrea Pirlo arrivato sulla panchina del Doria la scorsa estate in una situazione molto complicata, pur avendo il monte ingaggi più alto del campionato.

La Sampdoria la vedo in difficoltà perché non ha continuità, passa dal fare buoni risultati a rovinare tutto con brutte sconfitte. Credo ci sia anche una percezione di instabilità ambientale ma può essere fisiologico dopo quanto accaduto la scorsa estate.

Io credo che ci siano squadre ben più attrezzate della Samp e per questo motivo potrà fare un po’ di fatica a centrare l’obiettivo playoff.

In ogni caso, data la situazione societaria di partenza e le difficoltà nel costruire la rosa penso che il lavoro di Andrea debba essere valutato su un ciclo di 2-3 stagioni per dare continuità al suo lavoro e raccogliere i frutti ricostruendo la Sampdoria”.

Da Cassano a Nasti, quanto talento in Serie B

Con Marco un’ultima riflessione ci porta a parlare dei migliori giovani che si stanno mettendo in luce in questa stagione, con un nome su tutti che lo ha stupito dopo averlo seguito molto nella Primavera della Roma.

Devo essere sincero nel dire che non mi aspettavo questo impatto con la categoria da parte di Claudio Cassano del Cittadella. Lo conosco e l’ho seguito molto nella sua esperienza nelle giovanili della Roma: non giocava sempre titolare e non mi aspettavo potesse avere questo impatto con la Serie B. Parliamo di un ragazzo di talento che non ha paura di provare la giocata cercando di essere determinante per la squadra.

Poi la Serie B sta mettendo in mostra tanti talenti, soprattutto ragazzi giovani italiani che stanno trovando spazio con continuità. Un ragazzo secondo me molto interessante è D’Andrea del Catanzaro, scuola Sassuolo, che già in Primavera aveva fatto vedere ottime cose”.

Un focus sui giovani che passa ai migliori attaccanti che il campionato sta mettendo in vetrina. Da Sebastiano Esposito a Antonio Raimondo, passando per Marco Nasti.

Esposito è un ragazzo con grande talento e sul quale forse c’è stata troppa pressione sin dall’inizio. Adesso ha trovato a Genova la piazza giusta per dare continuità alle sue prestazioni e far vedere quelle qualità che sono sotto gli occhi di tutti.

Raimondo invece viene comunque da un percorso di un settore giovanile importante, quindi, sta un po’ confermando le sue qualità e mettendo in mostra anche capacità caratteriali per affrontare il salto. È un attaccante scaltro, classe 2004, che dimostra come i nostri ragazzi hanno talento e bisogna solo avere il coraggio di dargli un po’ quella fiducia che serve ad un giocatore così giovane”.

Senza dimenticare il talento di Marco Nasti, un vero e proprio pupillo di Amelia già da diverso tempo.

Il Bari ha bisogno dei gol di Nasti, un giocatore che sta comunque confermando, seppur con qualche difficoltà, le qualità già messe in mostra lo scorso anno con la maglia del Cosenza, dopo i numeri straordinari registrati nella Primavera del Milan. È un attaccante forte e che mi piace tantissimo per caratteristiche e capacità di muoversi all’interno dell’area di rigore. Parliamo di un giocatore che l’anno prossimo deve assolutamente andare a giocare in Serie A”.

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