Se fino a qualche anno fa giocare ai videogiochi era considerato solo un passatempo, adesso è diventato a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro. Già, perché l’eSport, come abbiamo detto più volte, è un’attività sportiva e come tale può essere praticata a livello professionale. Lo confermano i numeri, soprattutto quelli del mercato eSportivo che segna cifre da capogiro per quanto riguarda gli sponsor, gli eventi, ma soprattutto i guadagni degli atleti. Proprio così, diventare un pro-player può essere un ottimo modo di fare bei soldi.
Non ci credete? Facciamo un esempio concreto, parlando delle competizioni e dei premi. Lo scorso anno, durante la FIFA Interactive World Cup, 19 club diversi in 10 paesi diversi si sono sfidati per aggiudicarsi il montepremi finale. A vincere, il ventenne Spencer ‘Gorilla’ Ealing di Birmingham, che si è portato a casa ben 156mila dollari. Merito del suo talento e delle direttive del suo allenatore Sean ‘Dragonn’ Allen. E quest’anno, il vincitore Msdossary se ne è aggiudicati ben 250mila.
E questa cifra è ‘piccola’ se la paragoniamo al montepremi dei Dota 2 International 2018, che ha già superato i 10 milioni di dollari in soli 12 giorni dall’apertura del Battlepass. Per non parlare del torneo di Fortnite annunciato da Epic Games che prevede 100 milioni di dollari per il vincitore.
Si vince bene da soli, ma si guadagna altrettanto profumatamente anche in squadra. Come dimostra la vittoria del Team Liquid, che ha segnato il più grande premio finanziario nella storia degli sport elettronici con un montepremi complessivo di ben 19 milioni di sterline!
Un settore, dunque, che fa girare davvero tanti soldi. Pensiamo agli eventi, la maggior dei quali è trasmessa online gratuitamente, soprattutto attraverso Twitch.tv: la piattaforma permette ai gamer di tramettere online le loro partite in live streaming e di creare un rapporto diretto con i fan. Il sito è stato acquistato nel 2014 da Amazon per la bellezza di 585 milioni di sterline. Naturalmente ci sono altre emittenti che si occupano di eSport, come la BBC e BT Sport.
Un fenomeno, quello degli sport elettronici, che coinvolge sempre di più anche il mondo dello sport tradizionale. Sono moltissimi i team in tutto il mondo che decidono di investire in questo ‘nuovo’ settore in crescita, come il Paris Saint Germain, il Manchester City e società italiane come l’As Roma, ma anche la squadra NBA Golden State Warriors.
Per raggiungere certi livelli bisogna allenarsi molto, studiare tattiche e strategie con gli analisti, fare palestra ed essere seguiti anche da uno psicologo. Molti player convivono con i loro compagni di squadra e allenatori nelle “gaming house”, nelle quali si può arrivare anche a 14 ore di allenamento giornaliero.
Insomma, fare carriera nel mondo dell’eSport è un ottimo modo per guadagnare bene. Ma se pensate che basti avere passione e una consolle, siete sulla cattiva strada. Essere un professionista esportivo richiede impegno, duro lavoro, sacrifici e rinunce… provate a chiederlo a FaZe Censor, il pro-gamer di Call of Duty!
HF4