“Io lo conosco bene, è toscano come me. Lo chiamo lo “sciamano” perché sa realizzare prodigi ma caro il mio Spalletti come pensi di fare miracoli con questa Nazionale? Ti sei preso proprio una bella gatta da pelare”. Corrado Orrico ha compiuto 84 anni lo scorso 16 aprile ma può dare ancora punti a tanti come conoscenza, lucidità e trasparenza. Da sempre senza peli sulla lingua, tanto apocalittico e poco integrato, voce fuori dal coro come quando allenava con le sue idee forse troppo avanti per i tempi, come la celebre gabbia della Pinetina nel suo periodo interista, l’ex allenatore di Lucchese e Carrarese si sbilancia in esclusiva per Virgilio Sport nell’immediata vigilia di Euro2024.
Orrico non la convince questa Nazionale?
“Sento dire che questa Italia può anche vincere gli Europei ma se la paragoniamo a quella di Mancini di tre anni fa io ci vedo una bella differenza, fin dove possono arrivare i miracoli di Spalletti?”
Da appassionato di letteratura e dei classici greci dove vede il tallone d’Achille dell’Italia?
“Mancano leader, non ci sono giocatori di personalità. Chi prende in mano la squadra quando le cose non vanno bene?”.
Uno dei problemi è quello del gol, manca un vero bomber…
“Per la modestia generale che vedo io dico che Scamacca può anche andare bene, poi in certe gare bloccate penso che verrà mandato in campo anche Raspadori che Spalletti conosce bene, ma il problema non è solo davanti”.
Il ct si è affidato al blocco-Inter in difesa e a centrocampo
“Sì, quello che volete ma la forza del centrocampo dell’Inter è soprattutto nel turco e nell’armeno, con quei due Barella – che è bravo – gioca anche meglio. Poi l’infortunio di Acerbi ha complicato i piani in difesa, sarebbe stato utile. Gli altri non hanno esperienza internazionale. Buongiorno, Calafiori, tutti discreti giocatori ma mi sapete dire chi ha davvero personalità in questa nazionale?”.
Il leader unico è Spalletti, insomma…
“Mi sa che anche lui ha sopravvalutato questo gruppo. Il meno peggio è Chiesa, almeno lui ha sprazzi di classe autentica. Non abbiamo più gli attaccanti del passato ma questo è uno che con una giocata ti può togliere dai guai”.
Meglio parlare della “sua” Carrarese allora, è felice per la conquista della serie B?
“Eh, erano 76 anni che non giocava in B. Un trionfo meritatissimo, ho visto tutte le partite. Con che personalità è andata a giocare a Benevento, in condizioni ambientali difficili, anche nella finale col Vicenza l’1-0 del ritorno gli sta stretto. Sono davvero contento per loro”.