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Euro2024, Spalletti e la dedica che commuove tutti: storia di un dolore infinito

Il CT ha mandato un messaggio in diretta tv dopo l’intervista rilasciata a Sky, ieri era un giorno triste e speciale per l’allenatore azzurro

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Ha analizzato la partita, ha messo in risalto anche gli errori commessi dai suoi, ha parlato di “bischerata sempre in canna” ma alla fine dell’intervista a Sky, dopo il successo della sua Italia contro l’Albania nel debutto a Euro2024, ha guardato la telecamera lanciando un messaggio: “Auguri Marcello”. Quindi è andato via. Per Luciano Spalletti il 15 giugno non è mai un giorno come gli altri, ma quella del compleanno dell’amato fratello morto cinque anni fa.

Marcello Spalletti, un esempio per il ct

Era il 28 maggio del 2019, infatti, quando Marcello Spalletti, fratello dell’allora allenatore dell’Inter, morì a 66 anni dopo una brutta malattia. Uno choc per il tecnico, che gli era legatissimo. Nato a Colle Val d’Elsa ma avanese di fatto, Marcello Spalletti ha lavorato per anni nell’azienda di abbigliamento Modyva, a Empoli, per poi portare avanti una ditta di divani e poltrone: la Trio, gestita col fratello. Ma la sua vita è stata nel calcio, ed è con la società giallonera dell’Avane ad aver lasciato i ricordi più belli. Qui ha ricoperto tutti i ruoli: calciatore, allenatore e dirigente. Fino alla carica di vicepresidente. Un giorno la squadra che allenava, con cui aveva un legame fortissimo – gli regalò un asino in carne e ossa: Marcello, in allenamento, ripeteva infatti spesso ai suoi giocatori che “erano dei ciuchi” dopo uno stop sbagliato o un tiro alle stelle. Lui quel ciuco – chiamato Gavri – se lo portò a casa, accudendolo come un figlio.

Il primo maestro di Spalletti fu il fratello Marcello

Per Luciano Spalletti, suo fratello – che tutti chiamavano “il Komandante” – è stato un autentico punto di riferimento, soprattutto dopo la prematura morte del padre Carlo. Ma spesso lo ha aiutato anche con schemi e tattiche o magari dandogli buoni consigli per risollevare il morale a uno dei tanti campioni allenati dal fratello. Marcello era più grande di Luciano di 6 anni, divisi solo dalla fede calcistica, Marcello simpatizzava per la Juve, Luciano per la Fiorentina prima di diventare tifoso di tutte le squadre allenate. Quando il fratello si ammalò lui a volte saltava l’allenamento dell’Inter per andare a trovarlo in quel paesino tra Empoli, Vinci, Montaione dove portava avanti l’attività all’Avane calcio e gestiva la “Rimessa”, la tenuta di circa 50 ettari di proprietà della famiglia.

La dedica dopo la vittoria dello scudetto

Già due anni fa, dopo aver vinto lo scudetto col Napoli grazie al pari di Udine, Spalletti ebbe un pensiero per il fratello morto. Il sorriso lasciò spazio alle lacrime per una dedica sentita e commossa. E così anche ieri, nel giorno del compleanno, il ct ha voluto dedicare il successo nel debutto agli Europei al fratello scomparso ma mai dimenticato.

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