Una vita alla Juventus e all’UEFA e FIFA, Evelina Christillin ha deciso di non rinnovare il suo terzo mandato a Nyon e Zurigo e ha messo la parola fine alla sua esperienza nel Consiglio dei vertici del calcio. Un lavoro iniziato nel 2016 con tanti ostacoli da affrontare, come l’ombra della Superlega che l’ha portata a scontrarsi con il suo amico Andrea Agnelli. Sempre onesta e mai accondiscendente, un carattere che l’ha fatta scontrare anche con una parte del tifo bianconero.
- Christillin, addio UEFA: il motivo
- La Superlega e la rottura con Agnelli
- La nuova Juve e il calcio del futuro
- Il rimprovero di Ceferin e la nuova vita
Christillin, addio UEFA: il motivo
Evelina Christillin ha spiegato a La Gazzetta dello Sport i motivi che l’hanno portata a rinunciare a un nuovo mandato UEFA: “Intanto divento vecchia. Poi nel 2021, la sera della proclamazione della Superlega, a Montreux, ero già pronta a lasciare: molti pensavano che io sapessi, quasi una quinta colonna della Juve. Ceferin mi chiese di restare. Risposi: ‘Solo un mandato’. Infine, il 2025 doveva essere l’anno in cui avrei chiuso con calcio, banche e Museo dove però resto: il ministro Giuli mi ha confermato per altri quattro anni”.
La manager ha raccontato anche il suo inizio complicato nel 2006: “Ero molto ingenua e ignorante di alcune questioni, ma innamorata del calcio, pronta a imparare. All’inizio ho lavorato con Ceferin, anche lui “figlio” di Tavecchio che ebbe l’idea di candidarci. Se qualcuno mi ha guardata con snobismo? No, avevo un curriculum credibile. Ma il retaggio della gestione Blatter si sentiva. Infantino aveva fatto partire l’operazione tagli e mi mise nella task force. Basta limousine privata, prima classe, diaria per accompagnatori… Dall’opposizione di alcuni, capii che quel mondo non aveva senso”.
La Superlega e la rottura con Agnelli
La Christillin ha dovuto combattere anche tra ragione e cuore, quando nel 2021 si è dovuta schierare contro il progetto Superlega, proposto anche dall’amico Agnelli: “Lì ragione e cuore si sono un po’ separati. C’erano cinquant’anni di vita con la mia Juve e una famiglia alla quale sono legatissima. Ma era giusto restare al fianco dell’Uefa. Non è stato facile con i tifosi, ho avuto la scorta, sui social sono apparse campagne sgradevoli”.
Una scelta che ha rotto il legame con l’ex presidente bianconero: “Sono rimasta addolorata. Dovevamo andare assieme in auto a Montreux, poi mi disse di andare da sola, lui sarebbe arrivato dopo. E da lì in poi… Gli ho voluto un bene immenso da bambino e ancora gliene voglio. Ora vive in Olanda e lavora per la Superlega, lo abbraccio”.
La nuova Juve e il calcio del futuro
Sulla nuova Juve: “Non sono disfattista e disperata, solo un po’ delusa. Un nuovo tecnico, un nuovo capo, serve tempo per investimenti così. E poi i giovani, gli infortuni, il deficit. Sui social c’è bisogno di reazioni immediate, io andrei piano con “la peggior Juve di sempre”. Le prime partite forse ci hanno illusi”. Poi ha aperto una tematica anche sull’evoluzione del calcio: “Di cosa ho paura? Non della Superlega e dell’Arabia. Starei attenta a nuove forme che affascinano i giovani. La King’s Cup di Torino è un successo nato dalla comunicazione social”.
Il rimprovero di Ceferin e la nuova vita
“Ceferin mi rimprovera d’aver parlato troppo, a volte, ma è la mia natura. Orgogliosa di essere rimasta me stessa, senza scegliere tra Fifa e Uefa, con equilibrio e lealtà. E d’aver messo l’elmetto quando l’Uefa era sotto attacco” – ha svelato Evelina Christillin. Ma il rapporto è stato sempre buono, così come con Infantino: “Due amici prima che due presidenti. Non sono stata bene negli ultimi mesi e la loro vicinanza è stata totale. Gianni è estroverso e impetuoso, Alex introverso e riflessivo. In comune, una cosa: sono molto, molto strategici”.
Poi ha concluso: “Cosa farò ora? Volevo fare la pensionata, continuerò al Museo Egizio a Torino e farò da maestra di sci al nipotino Ruggero che ha 11 anni ed è bravissimo”.