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F1, crisi Ferrari: tunnel senza fine, a Silverstone toccato il fondo e anche Leclerc è andato in bambola

La Ferrari è sprofondata in una spirale di negatività proprio dalla vittoria di Monaco. Tante incertezze, tecniche e di uomini, a Silverstone toccato il fondo. E Leclerc da condottiero è diventato lo specchio della crisi

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Doveva conquistare il mondo e invece non riesce nemmeno più ad arrivare a podio. Viaggio dentro la crisi della Ferrari. Un tunnel dal quale non si intravede nè la luce, nè l’uscita. Uno sprofondo rosso quasi inspiegabile se si pensa all’inizio stagione, alle vittorie in Australia e soprattutto quella più recente a Monaco. Un team allo sbando che non ha più sicurezza tecniche, con la querelle sugli aggiornamenti accantonati a Silverstone si è toccato il fondo.

Ma anche umane dal momento che le continue voci su Newey in entrata, su Cardile in uscita, destabilizzano il reparto corse di Maranello. E dulcis in fundo c’è un Charles Leclerc che da condottiero si è trasformato in Calimero. L’unico a salvarsi è colui che andrà via, Carlos Sainz.

GP Silverstone: la Ferrari ha toccato il fondo

Un misero quinto posto con Carlos Sainz prossimo a lasciare Maranello. Nonostante il massimo impegno dello spagnolo la Ferrari è tornata da Silverstone con le pive nel sacco. Ancora una volta, ancora di più. Nella tripletta europea Spagna, Austria e Gran Bretagna le rosse sono andate allo sbando, in pista e al muretto. E a poco o nulla serve il podio conquistato sempre dallo spagnolo nella gara austriaca frutto più del regalo indiretto dello scontro Norris-Verstappen che dalle reali capacità della monoposto rossa.

Ma è tutto il contesto in casa Ferrari a essere deprimente. Di contro la doppietta Mercedes Austria-Silverstone è un doppio cazzotto nei sensi del Cavallino Rampante. Se si pensa che le frecce d’argento hanno cominciato malissimo la stagione, quasi ai margini della zona punti ma hanno trovato le forze per risollevarsi e centrare due successi, uno fortuito con Russell in Austria per le ragioni di cui sopra, ma limpido con sua Maestà Lewis Hamilton a Silverstone con tanto di prima fila in qualifica. E che dire della McLaren partita bene ma non benissimo ma capace, come lo scorso anno di ribaltare il tutto diventando la monoposto migliore al netto di errori in pista e ai box.

Ferrari crisi senza fine: il teatrino degli aggiornamenti accantonati

Chi ci capisce qualcosa è bravo in questo momento in casa Ferrari. Una scuderia allo sbando nonostante un anno e più di lavoro da parte di Fred Vasseur che sta ancora cambiando gli assetti interni mentre gli interni non riescono a capire gli assetti da mettere su questa benedetta ma oramai maledetta SF-24. Il paradosso della scelta di tornare indietro per fare un passo avanti cassando di fatto gli aggiornamenti partoriti da Maranello sono la cartina tornasole di una Ferrari che va indietro invece di progredire.

Cosa, chi, quando e perchè gli aggiornamenti studiati in galleria del vento sono stati approvati e poi portati in pista con risultati pessimi? Giusto porsi queste domande dopo una sequela di gare da incubo in cui i piloti Ferrari hanno dovuto lottare contro il bouncing/purposing che il nuovo pacchetto ha portato sulla SF-24. Tanto da dover dire: “Meglio la versione vecchia, forse più lenta, ma poi mica tanto, ma sicuramente più equilibrata”. Insomma domande a cui la Ferrari ha due settimane per trovare una risposta. Ma la paura è che a Maranello si brancoli nel buio.

Fonte: Ansa

Ferrari, l’incertezza tecnica: dall’addio di Cardile al sogno Newey

Di certo in questo momento di negatività leopardiana chiunque o qualunque cosa può sembrare brutta, sporca e cattiva, dall’esterno. Di certo intorno alla Ferrari che sta costruendo o ricostruendo Vasseur in questo momento c’è un vuoto tecnico dovuto all’ennesima transizione in atto.

Proprio nel momento in cui gli aerodinamici di Maranello sbattono la testa contro il muro per capire da che parte andare per far rendere la SF-24, regna l’incertezza sui quadri tecnici. Cardile prossimo a lasciare la Ferrari allettato dall’offerta Aston Martin, Loic Serra strappato alla Mercedes ma operativo per il problema del gardening solo dal 1° ottobre e poi il ricorrente sogno Adrian Newey che non si sa nè quando e nè se si avvererà mai. Tutto questo rende ancora più incerto e approssimativo il lavoro attorno alla monoposto, non solo quella di quest’anno ma anche quella del 2025 con orizzonte nuovi regolamenti 2026.

Ferrari passo del gambero: un film già visto, da Vettel al 2022

Gli altri migliorano, la Ferrari regredisce. Non è la prima volta, si spera sempre che sia l’ultima. Nel recente passato la rossa è stata spesso protagonista di grandi inizi di stagione, di sogni tramutati poi in incubi nel corso dell’annata. Ne sa qualcosa Sebastian Vettel che spesso nella sua avventura in Ferrari ha iniziato alla grande, 2017 ma soprattutto 2018 ritrovandosi anche in testa al Mondiale contro la quasi imbattibile corazzata Mercedes guidata da Hamilton. Poi durante l’estate le frecce d’argento cambiarono passo, la Ferrari no.

Ma ne sa qualcosa anche Charles Leclerc. L’inizio del 2022 per il monegasco e la Ferrari è stato strepitoso con una serie di vittorie di peso e altrettanti smacchi per la Red Bull e per Verstappen. Poi pian piano la rossa si è arenata senza riuscire mai a migliorare quel pacchetto iniziale, di contro la Red Bull è diventata imbattibile per la seconda gioia mondiale di Super Max.

Ferrari, Leclerc come la SF-24, spirale negativa: per fortuna ci sono Sainz ed… Hamilton

Capitolo a parte merita Leclerc, sfiga nella sfiga di uno che paga amaramente l’aver vinto il Gran Premio di Monaco a casa sua. Chissà per quanto dovrà scontare quella domenica perfetta. Il monegasco sembra essere entrato, un po’ come la Ferrari, in una spirale di negatività a 360°. I problemi in Canada, lo screzio con Sainz in Spagna, l’ala danneggiata in partenza che ha compromesso la sua gara in Austria e dulcis in fundo l’azzardo davvero troppo azzardato di anticipare il cambio gomme con le intermedie ieri quando ancora non pioveva tanto a Silverstone.

Segni di una insofferenza generale da parte di Leclerc che non gli fa bene, essendo un pilota umorale, molto latino e forse per questo ancora acerbo rispetto ad altri campioni alla sua età, da Hamilton a Vettel passando per Alonso e in ultimo Max Verstappen.

A salvare capra e cavoli in Ferrari ci ha pensato ancora una volta Carlos Sainz. Al netto di una classifica piloti che lo vede indietro di soli 10 punti da Leclerc ma con una gara in meno in Arabia Saudita, lo spagnolo è sempre quello più solido tra i due ferraristi. Per la Ferrari una certezza, per lui uno spot per chi lo prenderà, Alpine, Audi, Williams o chissà Mercedes o Red Bull. E poi c’è il futuro, Lewis Hamilton. Sir sembra essere come il vino, migliora invecchiando, come quei classici che non muoiono mai, gli evergreen. Troverà una Ferrari alla sua altezza?

Fonte: Getty

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