La Ferrari sta proseguendo la propria traversata nel deserto in una F1 dominata da Red Bull (a sua volta trascinata dall’inscalfibile Max Verstappen), mentre il resto del parco scuderie, Cavallino compreso, si arrabatta per ottenere giusto i piazzamenti d’onore. Ma per uno che di corse con le monoposto se ne intende, ovvero Mika Hakkinen, questo è solo un ciclo, e in futuro le cose potrebbero volgere al meglio per Maranello.
- Il momento delicato in Ferrari, tra nuovi assetti e la difficoltà nell'essere competitivi
- Hakkinen: " Recuperare è possibile, come hanno fatto in McLaren lavorando duro"
- "Leclerc e Sainz hanno solo bisogno di essere supportati"
- Hakkinen loda Newey, i nuovi piloti e Hamilton
Il momento delicato in Ferrari, tra nuovi assetti e la difficoltà nell’essere competitivi
Se l’inizio della stagione precedente aveva alimentato qualche illusione con una serie di ottimi risultati in pista, la prima parte del campionato 2023 invece ha riportato tutti con i piedi per terra, a dire il vero già belli ancorati al suolo. La monoposto, pur con degli aggiornamenti, ha brillato giusto in Canada e in Austria, ma comunque mai realmente competitiva rispetto a Red Bull. E a momenti anche nei confronti degli altri team, alcuni di essi – vedi McLaren – in crescita.
A ciò poi si aggiunge la necessità di riorganizzare la scuderia, con l’arrivo di Frédéric Vasseur al posto del criticato e mai rimpianto Mattia Binotto: il nuovo team principal sta lavorando su un progetto che ha ereditato, dovendo gestire i propri piloti (tra cui un recalcitrante Carlos Sainz) e gli assetti in squadra con l’innesto di nuovi tecnici.
E mentre Vasseur ad Autosprint ha ammesso un piano ambizioso per le rosse in vista del 2024 (“Abbiamo un piano di sviluppi che ci dice che la nostra macchina sarà due decimi più veloce a settembre, altri due ad ottobre, altri quattro nel 2024“), Hakkinen, degno rappresentante della categoria dei finlandesi volanti che nei vari ambiti del motorsport hanno lasciato il segno (e continuano a farlo, pensiamo a Kalle Rovanpera nel WRC), ha aperto uno spiraglio di speranza per i tifosi.
Hakkinen: ” Recuperare è possibile, come hanno fatto in McLaren lavorando duro”
“Vedendola in azione in certe curve mi sono detto: ‘Oh, hanno sbagliato macchina’. I piloti dopo la prima uscita avevano detto di aver piccoli problemi, ma dal mio punto di vista erano guai davvero grossi, ancor più perché la Red Bull volava”, è la premessa del già campione del mondo con McLaren (nel 1998) e Mercedes (1999) nell’intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.
“Ma recuperare è possibile – ha poi aggiunto – ciò che ha fatto la McLaren di recente è un grande esempio. A Woking nessuno ha puntato il dito contro nessuno, hanno lavorato duro. A fare la differenza sono le persone”.
“Leclerc e Sainz hanno solo bisogno di essere supportati”
Poi Hakkinen ha parlato di Charles Leclerc e Carlos Sainz, prefigurando anche per loro magnifiche sorti e progressive, ma ad una condizione. “Quando la tua auto è difficile da guidare la possibilità di commettere degli errori è più alta, i due ferraristi sono sempre al limite. Leclerc e Sainz non sono piloti esordienti che devono imparare. Ma è vero che, non avendo mai conquistato un mondiale hanno sulle spalle una maggiore pressione. Ma sono due grandi piloti che hanno solo bisogno di supporto. Quando quei due avranno una monoposto all’altezza otterranno risultati incredibili”.
Quindi per l’ex pilota finlandese i due alfieri Ferrari sono nel posto giusto per poter ottenere importanti traguardi. Nell’intervista concessa al collega Gianluca Gasperini della Gazzetta Hakkinen ha ovviamente toccato anche altri argomenti caldi della F1, come il citato dominio di Red Bull.
Hakkinen loda Newey, i nuovi piloti e Hamilton
“Conosco bene Adrian Newey – ha argomentato – con le sue auto ho vinto i miei due titoli Mondiali. Ogni volta che ci sono dei cambiamenti tecnici tira fuori un progetto vincente, trova soluzioni intorno alle nuove regole. Dopo il 2022 non era difficile prevedere che la Red Bull si ripetesse, ma quando ho visto i primi test in Bahrain ho capito che sarebbero stati estremamente veloci”. Per poi aggiungere: “Non so se dipende più dalla vettura o dal pilota, suddividere i meriti di un’impresa del genere è difficile. E se fossi nella posizione di Max sarei felicissimo”.
Hakkinen ha poi lodato la consistency dell’attuale generazione dei piloti, termine abbastanza intraducibile in italiano ma usatissimo nel motorsport, e che potremmo definire come un mix di costanza, tenacia, lucidità ed efficacia. “Ogni generazione che sboccia è migliore della precedente, da un certo punto di vista. Quello che la F1 attuale chiede a piloti davvero giovani è un’intensità incredibile, dal lato tecnico e psicologico oltre che alla guida”.
Infine, dove aver elogiato in particolare Sir Lewis Hamilton (“un grandissimo campione, anche per come è cresciuto durante gli anni in termini di umanità, il modo in cui comunica come pilota e come persona”, ma al tempo stesso “deve dimenticare le emozioni, e fare un calcolo freddo, per quanto sia difficile quando con una scuderia hai conquistato tanti successi”), Hakkinen non si è sbilanciato più di tanto sull’ipotesi che McLaren possa contendere a Red Bull il titolo nel 2024.
Ma ha ammesso: “Conoscendo come lavorano a Woking e, considerando i grandi progressi fatti negli ultimi due mesi, mi sono fatto l’idea che possano crescere molto già quest’anno e anche il prossimo”.