Grande entusiasmo. Non poteva essere altrimenti il clima di gioia, aspettative e quant’altro di positivo dopo lo “sbarco” a Maranello di Lewis Hamilton. In attesa dell’altro hype di mercoledì con i primi test in pista del campionissimo inglese, insieme peraltro a Leclerc arrivato pure lui a Fiorano, si susseguono le gaffe.
Ha cominciato John Elkann. Il presidente della Ferrari, per dirla in termini motoristici ha sbagliato set di penumatici che nel suo caso sono le scarpe. Ma c’è chi ha fatto peggio, dal commento di Lando Norris soprattutto al titolo del Telegraph che ha parlato di “abito da boss della mafia”
- La gaffe di Elkann nel primo giorno di Hamilton: scarpe sbagliate
- Pessimo The Telegraph: gioca sui luoghi comuni Italia, la mafia
La gaffe di Elkann nel primo giorno di Hamilton: scarpe sbagliate
Una giornata intensa per tutto il mondo della Ferrari quella di lunedì. Non capita tutti i giorni che un 7 volte campione del mondo di F1 sbarchi a Maranello per vestirsi di rosso. Alonso e Schumacher ne avevano due quando sono arrivati a Maranello; Prost 3, Vettel addirittura 4 ma nessuno così tanti. E allora può anche succedere di commettere qualche errore.
Il presidente della Ferrari, John Elkann è voluto essere in prima linea. A dare il benvenuto al campionissimo inglese insieme all’ad Benedetto Vigna e al team principal Fred Vasseur. Nel corso della giornata sono stati tanti i video e le foto postati sia dall’account ufficiale della SF che dallo stesso Hamilton. In una immagine in particolare qualcuno ha scorto una gaffe a livello di marketing.
Proprio Elkann indossava ai piedi scarpe di marca Adidas. Quasi un affronto, un autogol dal momento che sia la Ferrari che lo stesso Lewis hanno come sponsor Puma. La foto in questione peraltro postata da Hamilton su Instagram è stata prontamente rimossa ma non è sfuggita ai più attenti internauti, in particolare dal collega Roberto Funoat attivissimo sui social.
Pessimo The Telegraph: gioca sui luoghi comuni Italia, la mafia
E siccome al peggio non c’è mai fine il The Telegraph sceglie di tirare fuori i soliti luoghi comuni sull’Italia. Non ci sono spaghetti, pizza e mandolini ma la mafia sì. Il look scelto da Lewis Hamilton da tutti definito molto elegante anche se forse troppo scuro, dalla testata inglese viene etichettato come “abito da boss della mafia”. Ma non nell’articolo, proprio nel titolo.
“Dentro il primo giorno di Lewis Hamilton alla Ferrari: lo shoot fotografico dell’outfit da boss mafioso e con la F40″, questo il titolo dell’articolo a firma Tom Cary che rincara la dose nel pezzo scrivendo a un certo punto: “Con un aspetto più da boss della mafia che da pilota automobilistico…“.
Ed è incredibile che questa cosa, che ha sollevato lo sdegno del popolo social italiano, di accostare il termine “don” tipico per indicare i capi mafia, per il look di Hamilton lo ha usato tra i primi Lando Norris. Il pilota della McLaren, connazionale di Lewis, commentando come tanti colleghi, da Russell in poi, le foto del 7 volte campione del mondo, ha scritto un laconico “Don” appunto. Insomma la fiera dello stereotipo