Per qualcuno è “Formula Uno… scandalo“. Non va proprio già l’esito finale del Gran Premio d’Italia chiuso dietro la safety car entrata per permettere la messa in sicurezza della McLaren di Ricciardo e non uscita più se non dopo la bandiera a scacchi neutralizzando così la corsa e togliendo al pubblico di Monza un finale mozzafiato col testa a testa Verstappen-Leclerc. Rabbia Ferrari, col monegasco che non le ha mandate a dire via radio, fischi dagli spalti e tanta confusione che nonostante la scelta diversa da Abu Dhabi mette in crisi la FIA sulle gestione di queste situazioni.
- Gp Italia: il ritiro di Ricciardo, la Safety Car, i tempi sbagliati
- Monza: che pericolo il trattore contromano, come per la morte di Bianchi
- L'imperizia della direzione corsa, il vuoto della Fia dietro il caos di Monza
- La furia di Leclerc nel team radio Ferrari: "E' uno scherzo!"
Gp Italia: il ritiro di Ricciardo, la Safety Car, i tempi sbagliati
Gara lineare dominata dalla Red Bull di Verstappen con una Ferrari veloce ma non troppo. Questo fino al giro 47. Il colpo di scena arriva quando la McLaren di Daniel Ricciardo appieda l’australiano lungo la pista. Posizione pericolosa, dopo qualche momento di esitazione, soprattutto dopo aver lasciato sfilare Verstappen e Leclerc sul traguardo, la direzione corsa chiama in causa il regime di safety car.
Il primo intoppo nasce sul timing della chiamata. Avendo lasciate sfilare i primi due, la SC entra di fatti davanti a George Russell in quel momento terzo. Mentre tutti i piloti, o quasi, effettuano il loro pit stop prefigurando una sorta di gara sprint negli ultimissimi giri, la Safety Car fa una gran fatica e ricompattare il gruppo ma soprattutto a cercare la testa della corsa, cioè Verstappen.
Monza: che pericolo il trattore contromano, come per la morte di Bianchi
Quanto succede dal 48° al 53° è qualcosa di tragicomico. La SC cerca disperatamente di ricompattare il gruppo ma non ci riesce. Per di più compare in pista il trattore con la gru per la rimozione della McLaren di Ricciardo. Le immagini dall’alto fanno rabbrividire: il carro si muove sul bordo pista con la monoposto dell’australiano mentre in pista sfilano a velocità sostenuta i piloti in gara, alcuni di loro che stanno scaldando le gomme fanno zig zag nei pressi del mezzo.
Nel dopo gara Marc Genè opinionista Sky in quota Ferrari rimarca la scena simile a quanto successo nel maledetto Gran Premio del Giappone del 2014 quando il francese, peraltro pilota dell’Academy di Maranello, perse la vita uscendo con la sua Marussia andando a impattare contro un trattore che stava rimuovendo un’altra monoposto incidentata.
Scrive il giornalista, scrittore, esperto di F1, Giorgio Terruzzi nelle sue pagelle: “Voto 3 alla FIA per aver riportato un trattore in pista senza fermare la corsa. Non doveva accadere mai più, se non sbaglio, se Jules Bianchi non è morto invano. Bene, no?”
L’imperizia della direzione corsa, il vuoto della Fia dietro il caos di Monza
La direzione corsa se ne lava le mani. E dopo aver constatato l’impossibilità di far sdoppiare tutti, di ricompattare il gruppo, dopo aver perso tempo importantissimo nell’organizzare la SC, dopo non aver preso in considerazione l’idea di una bandiera rossa e ripartenza da fermi come successo in passato, alla fine si sceglie di non decidere. La gara è “morta” dietro la safety car con conseguente delusione di tutti, forse anche dello stesso Verstappen che si sarebbe divertito pure lui a rintuzzare gli attacchi di Leclerc nella gara-sprint finale.
Insomma secondo quanto poi comunicato dalla FIA è stato applicato alla lettera il protocollo sottoscritto da tutte le parti in causa, team compresi, rimarcato ancor di più dopo il caos dello scorso anno quando invece fu data la ripartena ad Abu Dhabi forzando la situazione all’ultimo giro in cui poi Verstappen riuscì a superare con gomme fresche Lewis Hamilton tra mille polemiche che portarono al sollevamento di Michael Masi dalla direzione corsa.
La furia di Leclerc nel team radio Ferrari: “E’ uno scherzo!”
Se a parole nel dopo gara la Ferrari, con Binotto, ha preso una posizione rigida contro la federazione, la dice sulla rabbia di Maranello, il team radio di Charles Leclerc quando gli viene comunicato dal muretto che la gara sarebbe finito dietro la safety car quindi neutralizzata.
Nella ricostruzione del sito specializzato Formulaunopassion.it, Leclerc si rivolge più volte al suo ingegnere di pista Xavier Marcos: “Dai che la pista ora è sicura”. Dopo qualche minuto viene avvisato: “La gara terminerà dietro alla Safety Car”. Il monegasco esprime tutta la sua frustrazione e rabbia: “Ma dai, è una scherzo, una str***ata, la pista è sicura”. Concetto ribadito a chiare lettere all’ultimo giro: “Che presa in giro, che grande presa in giro, dai, siamo la F1”.