L’obiettivo era vincerle tutte, da qui alla fine. Per stabilire nuovi record, individuali e di squadra. Ed invece la Red Bull, dominatrice assoluta del Mondiale di F1 2023 e con lei Max Verstappen, hanno visto interrompere bruscamente la propria striscia vincente. Ma il GP di Singapore vinto alla grande in modo trionfale da Carlos Sainz e dalla Ferrari è stato per la scuderia anglo-austriaca una vera e propria debacle sotto tutti i punti di vista, dalla qualifica alla gara.
Un crollo di prestazioni che in molti hanno collegato all’introduzione da parte della FIA, proprio a Marina Bay, della direttiva 018 che va a stabilire regole più precise e stringenti sul concetto delle ali mobili. Uno dei punti di forza della monoposto disegnata da quel genio di Newey. Nonostante le smentite di sorta cerchiamo di capire se ci sia davvero correlazione e se in Giappone dovremmo aspettarci un ritorno del dominio delle “lattine”.
- Red Bull: a Singapore un week end da dimenticare
- Red Bull, crollo o episodio: cosa è e cosa c'entra la direttiva 018
- Red Bull penalizzata dalla direttiva 018, Horner smentisce
- F1: le direttive e il precedente Ferrari, il 2019 e la TD-39
Red Bull: a Singapore un week end da dimenticare
Alla fine l’ha raddrizzata in parte il campione del mondo Max Verstappen raggiungendo il 5° posto. Ma il Gran Premio di Singapore è stato un calvario per la Red Bull. Mai davvero veloce sul circuito cittadino di Marina Bay. Un unicum in stagione che ha finito per appiattire nelle prestazioni anche l’olandese volante apparso spaesato, sicuramente sorpreso di quanto lenta e difficile fosse la sua monoposto da guidare: “E’ come guidare sul ghiaccio” ha esclamato ad un certo punto in qualifica Max.
Verstappen is not at all satisfied with the car❄️
“It’s like driving on ice!”#SingaporeGP #F1 #RedBull #Verstappen pic.twitter.com/xCxSEOEAHN— giFF1🏁 (@giFFormula1) September 17, 2023
Le avvisaglie si erano avute già nelle libere poi in qualifica l’onta della doppia eliminazione in Q2. E se Perez ci ha oramai fatto il callo quest’anno, non di certo Verstappen abituato a lottare per la pole ed invece sbattuto fuori da Liam Lawson, guarda casa pilota Red Bull, alla sola terza gara con la AlphaTauri.
In gara le cose non sono migliorare poi più di tanto. Perez ha fatto a sportellate nella pancia del gruppo finendo a punti senza infamia e senza lode, come sempre. Verstappen invece ha tirato fuori gli artigli, ha provato a giocare di strategia con le hard ma gli eventi e le safety car non hanno giocato a suo favore sempre, alla fine il 5° posto anche grazie ai ritiri di Russell e Ocon e alla giornataccia di Alonso, è stato manna dal cielo.
Red Bull, crollo o episodio: cosa è e cosa c’entra la direttiva 018
La Red Bull finora viaggiava a 14 vittorie su 14 in stagione, 15 considerando l’ultima dello scorso anno, Verstappen aveva riscritto l’ennesimo record con 10 successi consecutivi a Monza. Insomma numeri, statistiche e primati che fanno a botte con i risultati di Singapore.
E dire che proprio a Singapore la FIA ha introdotto la direttiva 018. In gergo tecnico, la regola si pone come obiettivo il limitare la flessibilità/deformazione degli elementi delle ali e la riduzione dello spazio di separazione tra flap ed ala. Si tratta di una norma che riduce la possibilità che i profili si deformino e si riduca il gap tra loro, a seconda del carico applicato.
Senza entrare troppo nello specifico, la flessibilità delle ali permette ai vari di team di variare il bilanciamento della vettura in base alla velocità di una curva e di conseguenza in base al circuito, a basso o alto carico, specie quelli a basso carico. Infatti a basse velocità l’ala torna in “posizione naturale” e produce il massimo carico possibile.
Red Bull penalizzata dalla direttiva 018, Horner smentisce
Se due più due fa quattro difficile non trovare un collegamento tra questa direttiva e la controprestazione delle Red Bull proprio nella prima gara, Singapore in cui veniva applicata. Così come non è mistero che l’aerodinamica, la flessibilità delle ali, sia sempre stato un punto di forza delle monoposto di Adrian Newey in particolare quest’anno. A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato però il team principal Christian Horner:
“So che tutti voi vorreste dare la colpa alla direttiva, ma purtroppo non possiamo nemmeno dare la colpa a questo, perché non è stato cambiato un solo componente della nostra vettura. Le caratteristiche del circuito sono diverse e credo che non abbiamo ottimizzato la vettura portandola nella giusta finestra di esercizio per ottenere il massimo dal giro”.
A essere convinto del fatto che già da Suzuka la Red Bull tornerà a vincere il trionfatore di Singapore, il pilota della Ferrari, Carlos Sainz:
“Non mi sorprenderei se vincessero le ultime gare della stagione. Penso che Singapore ci abbia dato la possibilità e abbiamo fatto bene. Ma ritengo che la Red Bull sarà lassù per il prosieguo della stagione e sarà molto, molto, molto, molto difficile da battere.
F1: le direttive e il precedente Ferrari, il 2019 e la TD-39
Come una direttiva può influire sul rendimento di una monoposto. La Ferrari ne sa qualcosa. In passato, più o meno recente, la scuderia di Maranello è stato oggetto, oppure dicasi vittima, di introduzioni di direttive o cambi di regolamento che ne hanno inficiato le performance.
Ferrari, il caso della power unit “illegale” nel 2019. Non propria una direttiva ma quasi fu quella del Mondiale 2019 quando le altre scuderie avrebbero segnalato dubbi alla FIA riguardo lo sfruttamento delle aree grigie del regolamento dalla Ferrari sulla propria power unit. Tutto ciò portò all’accordo segreto tra la FIA e la Ferrari che avrebbe comportato alla perdita di cavalli sul motore montato sulla monoposto 2020. Una sorta di inizio di mali di Maranello che infatti nel 2020 visse una specie di hannus orribilis post covid.
La direttiva TF-39 e la Ferrari non vince più. Sainz ha riportato la vittoria in Ferrari dopo oltre un anno, dal Gran Premio d’Austria 2022 vinto da Leclerc all’epoca ancora in lizza per il Mondiale dopo un inizio di stagione super con diversi successi. Dall’Austria in poi invece la Ferrari smise di vincere, anche di lottare per il podio a volte con grossi problemi nella gestione e sull’usura degli pneumatici. Le problematiche con le gomme della Ferrari si sono manifestate proprio quando la FIA ha introdotto la direttiva TD-39 per limitare il saltellamento delle monoposto denominato porpoising.