Il football è un gioco semplice: si gioca su 60’, spesso anche con l’extra time, e alla fine al Super Bowl arrivano sempre o quasi le stesse squadre. Ad esempio Kansas City Chiefs e San Francisco 49ers: quattro anni dopo la prima sfida tra le due franchigie, vinta dai Chiefs per 31-20, a Las Vegas tra due settimane saranno ancora loro due a giocarsi il Vince Lombardi Trophy, dopo aver eliminato dalla corsa rispettivamente Baltimore Ravens e Detroit Lions. Tanto che quello che doveva essere l’inizio di una sorta di nuova era per il mondo NFL ha invece portato all’ennesima “restaurazione”.
- Taylor Swift vola a Las Vegas: Kelce non sbaglia una presa
- Spagnuolo, l'arte della difesa: così hanno vinto gli Chiefs
- San Francisco, altra rimonta vincente: decisivo Mitchell
Taylor Swift vola a Las Vegas: Kelce non sbaglia una presa
Questo perché Kansas City è un concentrato di classe e potenza duro a morire. Meglio di così, proprio non si potrebbe: la star prediletta della musica americana in tribuna che si lascia immortalare in ogni istante della partita, il ricevitore più forte degli ultimi anni a regalare spettacolo sul campo. Taylor Swift e Travis Kelce sono la coppia dell’anno negli USA, e sapere che avranno la ribalta del Super Bowl per farsi notare una volta di più dal pubblico americano va oltre ogni più rosea aspettativa (anche di coloro che sui pettegolezzi delle star ci costruiscono imperi mediatici).
Impensabile un paio di mesi fa, ma quando in squadra oltre a Kelce hai Patrick Mahomes tutto diventa possibile: c’è molto della coppia che ha messo Kansas City sulla cartina geografica della NFL nella vittoria ottenuta in casa dei Ravens.
I Chiefs hanno dominato il primo tempo (21’ di possesso sui 30’ disponibili) e poi hanno controllato, non senza brividi, incassando il quarto gettone per avanzare alla partita che deciderà il titolo. Sono bastati i 17 punti segnati nei primi due quarti, con due touchdown firmati Kelce e Pacheco, per consegnare loro lo scalpo più importante della stagione, perché vincere in casa dei Baltimore Ravens non era affatto scontato.
Spagnuolo, l’arte della difesa: così hanno vinto gli Chiefs
Mahomes, che mai aveva vinto una partita di playoff in trasferta, ne ha vinte due nello spazio di 7 giorni (la prima a Buffalo) e ha ricordato al mondo intero chi è che comanda. Ha illuminato la scena lanciando 94 yards per Kelce (con 9 intercetti) nella sola prima metà di gara, poi invero si è un po’ inceppato (nessun punto per KC nella ripresa), ma mai quanto Lamar Jackson, il quarterback dei Ravens, che nelle fasi decisive del quarto periodo si è preso un fumble e un intercetto che hanno negato le residue chance di rimonta dei padroni dell’AFC.
È l’ennesima grande vittoria di Steve Spagnuolo, il coordinatore della difesa dei Chiefs, ma anche di Andy Reid, che tra una dichiarazione e l’altra su un possibile ritiro (va per i 66 anni) intanto avanza al quarto Super Bowl negli ultimi 5 anni. Come i Buffalo Bills dal 1990 al 1993 (tutti persi), come i New England Patriots tra il 2015 e il 2019 (tre vinti e uno perso). I Chiefs sono 2-1, ma sognano di vincere il terzo Vince Lombardi Trophy. E lo faranno da favoriti, perché scommettere contro di loro adesso diventa arduo.
San Francisco, altra rimonta vincente: decisivo Mitchell
San Francisco ha dovuto penare le pene dell’inferno, ma alla fine è arrivata a dama lo stesso. Lo ha fatto dopo essere stata sotto 14-0 nel primo quarto, addirittura 24-7 all’intervallo, complice la serata di grande vena dell’attacco dei Lions, giovani e coraggiosi ma (almeno per ora) ancora un po’ acerbi per stare tanto in alto.
Jared Goff è andato a un passo da una clamorosa impresa: il quarterback scaricato dai Rams tre anni fa stava per trascinare Detroit dove non è mai stato prima, ma la clamorosa rimonta orchestrata da Brock Purdy ha mandato in tilt i propositi suoi e di una squadra che s’è risvegliata dentro a un incubo dopo aver avuto un assaggio cospicuo di paradiso.
Purdy s’è destato appena in tempo: come contro i Packers ha guidato in modo mirabile i drive decisivi, innescando quella forza della natura che è Christian McCaffrey, autore di due touchdown con 132 yards corse. Chiaro però che la presa della partita è stata quella di Brandon Aiyuk, rivelatasi decisiva e destinata a passare alla storia come una delle più incredibili di sempre. San Francisco si salva per il rotto della cuffia, Detroit ha di che mordersi i gomiti: un paio di forzature di troppo nel quarto periodo (6 punti mancati e tanti saluti) si sono rivelate nefaste, determinanti per riconsegnare palla ai 49ers e consentire loro di mettere la freccia, dopo che per un tempo non c’era stata partita. Alla fine il touchdown del sorpasso lo firma Elijah Mitchell con 3’ sul cronometro: è l’ennesima rimonta di SF, che tra due settimane a Las Vegas medita di prendersi la rivincita su Mahomes e compagni.