Quella maglia rosa era di proprietà di Mads Pedersen, e non sarebbe stato certo un secondo di troppo a rovinare i piani del velocista danese della Lidl Trek. Che 24 ore dopo essersi visto sottratto la maglia di leader da Primoz Roglic (quasi per caso: lo sloveno voleva guadagnare secondi sui rivali per la generale, alla maglia proprio non badava granché) ha pensato bene di andare a riprendersela con un’altra prova di forza, l’ennesima di questa prima parte di stagione nella quale ha dimostrato una volta di più di essere uno dei fuoriclasse del gruppo, a qualsiasi latitudine.
- Lidl Trek perfetta, Pedersen inattaccabile. Van Aert crolla ancora
- Pedersen adesso vuol godersi il viaggio: "Lavoro fantastico"
- Pillole di tappa: sei italiani in top ten, anche se è mancato l'acuto
Lidl Trek perfetta, Pedersen inattaccabile. Van Aert crolla ancora
Toccherà a Mads, campione del mondo 2019 (quanti rimpianti quel giorno per Matteo Trentin: eppure, 6 anni dopo, si è capito che quel danese lì non era poi uno sprovveduto…), vestire la rosa quando la carovana rientrerà in Italia con la prima frazione pugliese, quella in programma nella giornata di martedì. Era ciò che voleva, quello che prevedeva il piano studiato a puntino prima della partenza da Durazzo: due tappe adatte alle sue caratteristiche, con in mezzo una cronometro di 13 chilometri nella quale ha limitato i danni e limato i tempi.
Alla fine in volata non c’è stata storia neppure a Valona: perfetto il treno della Lidl Trek, al quale ha dato manforte una volta di più Giulio Ciccone nelle fasi finali della corsa. Perfetta l’uscita della maglia ciclamino che ha resisto al ritorno di Corbin Strong e del venezuelano della Movistar Orluis Aular, terzo proprio come lo era stato un paio di giorni fa nella frazione inaugurale.
Rispetto ad allora, però, manca completamente Wout Van Aert, che non ha preso parte alla volata, limitandosi ad arrivare in coda al gruppo dopo essersi staccato sull’ultima asperità di giornata. Un segnale di totale sfiducia da parte del belga, seppur sostanzialmente contro questo Pedersen nelle volate di gruppo non sembrerebbe esserci granché da fare. Tanto che anche Kooij e Groves hanno marcato visita, dispersi da qualche parte dopo le drenate degli uomini della Lidl Trek, protesi all’inseguimento dei fuggitivi Lorenzo Fortunato e Pello Bilbao.
Pedersen adesso vuol godersi il viaggio: “Lavoro fantastico”
Il piano di giornata di Pedersen, insomma, è riuscito una volta di più alla perfezione. “Abbiamo corso in modo magistrale, perché oggi volevamo prenderci la vittoria di tappa e riprenderci la maglia. Con quasi 3.000 metri di dislivello è stata dura per tutti, ma per il lavoro dei miei compagni meritava di essere ripagato con un successo al traguardo. C’è da essere orgogliosi di questo inizio, ora cercherò di godermi il viaggio e sfruttare qualche altra frazione a me favorevole”.
Magari sperando di avere anche un po’ più di… quiete lungo il percorso: quando una capra ha attraversato la carreggiata durante il passaggio dei corridori, Pedersen l’ha vista decisamente da vicino, distante un paio di metri appena. È andata bene a lui, come agli altri: un bel pericolo (per fortuna) che ha strappato “solo” un sorriso.
Pillole di tappa: sei italiani in top ten, anche se è mancato l’acuto
Pillole dalla terza tappa: pur senza conquistare vittorie, gli italiani continuano a farsi notare. Addirittura in 6 nella top 10 di giornata, sebbene tutti inclusi tra il quinto e il decimo posto. Volata coraggiosa per Edoardo Zambanini e Stefano Oldani, mentre Andrea Vendrame ha provato a buttarsi nella mischia, ma senza esito. Bene anche Marcellusi (al quale non è riuscito il “colpaccio” di tenere la ruota di Pedersen fino all’ultimo), Fiorelli e Scaroni.
Insomma, tanta Italia anche se è mancato l’acuto, perché in fondo i big conclamati in questa tre giorni in terra albanese non sono certo rimasti a guardare. Ora si torna in Italia, con Pedersen di nuovo in rosa e Roglic che mantiene comunque secondi preziosi di vantaggio su Ayuso e tutti gli altri. Tiberi è ottavo con 34 secondi di ritardo dalla vetta (25 da Roglic), Pellizzari decimo a 40 secondi dal danese.