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Giro d'Italia, Pogacar entusiasta: "Sogno da sempre questa corsa. L'obiettivo è conquistare la maglia rosa"

Il numero uno del ciclismo mondiale impaziente di debuttare nella corsa rosa: "Amo l'Italia e il Giro è da sempre nei miei pensieri. Sono qui per conquistare la maglia rosa"

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il rischio in questi casi è di dare tutto troppo per scontato. Perché Tadej Pogacar a detta di molti è destinato non tanto a vincere, quanto a dominare il prossimo Giro d’Italia, gara nella quale è al debutto assoluto in carriera. Di più: ci si interroga se lo sloveno sarà capace di indossare la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa, come successe 34 anni fa a Gianni Bugno. Questo perché a livello di talento e prestazioni, nessun altro atleta presente alla corsa rosa può minimamente ambire al stare al passo con il capitano della UAE Team Emirates. Che in virtù anche delle disgrazie altrui (leggi l’infortunio che ha messo fuori causa Vingegaard in vista del Tour) potrebbe seriamente pensare anche a confezionare la doppietta Giro-Tour, che manca nella storia dal magico 1998, l’anno di Marco Pantani.

Chi sono i rivali: Thomas, Bardet e Caruso puntano sull’esperienza

Al Giro tutti guarderanno cosa farà Pogacar. Che sulla carta ha davvero ben pochi rivali in grado di tenerne le ruote: Geraint Thomas, secondo classificato lo scorso anno dietro a Roglic, è forse il rivale più accreditato, sebbene le 38 primavere sulle spalle si faranno sentire. Cian Uijtdebroeks, uscito dal cono d’ombra della Visma (forse nell’anno sbagliato, visto l’andamento della stagione), proverà almeno a puntare al podio, con la Bora pronta a sostenerlo (ma occhio anche a Dani Martinez, scalatore puro in forza alla formazione tedesca).

Romain Bardet è un nome “nostalgico” ma con poche chance di vittoria, come pure Damiano Caruso e il giovane Antonio Tiberi, per i quali già un podio sarebbe tanta roba. Insomma, il vero rivale di Pogacar altri non sarà, se non… Pogacar stesso. Che dovrò solo fare attenzione a schivare i pericoli che si annidano dietro ogni curva, come purtroppo la primavera del pedale ha abbondantemente dimostrato a suon di cadute.

“Il Giro è la corsa che ho sempre sognato di fare”

Il fuoriclasse della UAE, vincitore di due Tour de France (2020 e 2021) ma soprattutto capace di vincere 6 delle 10 gare disputate in questa stagione (Strade Bianche, quattro tappe al Catalunya e Liegi), alla vigilia della partenza da Torino ostenta sicurezza. “La preparazione per il Giro è andata davvero bene. Non ho corso molto, ho solo 10 giorni nelle gambe, quindi mi sento fresco e pronto per affrontare il mio primo Giro. È una corsa che sogno di fare da tanto tempo e sento che ora è il momento giusto per farla. Ho corso molto in Italia da dilettante ed è una nazione molto importante per il mio percorso nel ciclismo.

Sicuramente è uno dei miei posti preferiti dove pedalare e amo anche la cultura e ovviamente il cibo. Spero che possiamo rendere speciale questo mese. Ovviamente il mio obiettivo è fare classifica generale e abbiamo anche Molano per le volate e un team molto solido in generale. Non vedo l’ora di iniziare”. Pogacar è attualmente il numero 1 nel ranking UCI: al Giro può solo decollare. E sarà dura impedirgli di farlo.

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