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Giro d'Italia, tappa 16: Pogacar "costretto" a vincere anche a Santa Cristina, ma che bravo Pellizzari!

Tappa mutilata con i corridori che si rifiutano di fare la passerella a Livigno, causa maltempo. Alla fine ne viene fuori una sprint: Pellizzari sogna, Pogacar lo riprende ai -800 e cala la cinquina

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Alla fine ci pensa Tadej Pogacar a mettere tutti (o quasi) d’accordo. Con l’ennesimo assolo, stavolta peraltro dettato da una scriteriata tattica della Movistar che costringe la maglia rosa a difendersi, salvo poi scoprire che punzecchiare lo sloveno di questi tempi è la peggiore delle mosse in cui si può incorrere. Pogacar alla fine è “costretto” a vincere la tappa: va a riprendere i fuggitivi, con Giulio Pellizzari che cede per ultimo, bravo però a chiudere in secondo posizione davanti a Daniel Martinez, che torna secondo nella generale balzando davanti a Thomas.

Giro d’Italia, 16a tappa: Pellizzari splendido secondo

Pogacar alla fine ha salvato una giornata che era cominciata malissimo, con il mancato accordo tra corridori e organizzatori su come gestire le prime fasi della tappa. Scontata la rinuncia allo Stelvio, dove nella notte ha ripreso a nevicare. Ma il previsto passaggio a Livigno, sede di partenza della frazione, a sua volta è stato “boicottato” dalla carovana, consapevole che fare passerella per una manciata di chilometri per poi risalire in macchina e portarsi alla “vera” partenza di tappa (a Lasa, in Alto Adige) avrebbe comportato solo problemi, poiché tra pioggia, freddo e vento non ci sarebbe stato modo neppure di asciugarsi e cambiarsi.

Insomma, incomprensioni e poca voglia di discutere, con la tappa ridotta a 118 km e appena 1.800 metri di dislivello. Alaphilippe, sempre lui, ha provato a movimentarla dopo un primo tentativo di fuga solitario di Frigo. Scattato sul passo Pinei, il francese ha resistito fino a una manciata di chilometri dal traguardo, quando Scaroni, Costiou e Pellizzari sono andati a riprenderlo.

Quest’ultimo, il più giovane del Giro, ha provato ad andare via da solo nell’ultima rampa, quella verso Santa Cristina, ma Pogacar l’ha raggiunto all’ultimo chilometro, provando a portarlo con sé nelle ultime terribili rampe. Nulla da fare: Pellizzari ha evitato il fuori giri, Pogi così ha calato la cinquina. Non fosse stato per la tattica della Movistar, che non ha voluto dare troppo spazio alla fuga, probabilmente la maglia rosa se ne sarebbe stata buona.

Pogacar: campione anche lontano dalla bici

Maglia rosa da dominatore ma non basta. Tadej Pogacar ha dimostrato di essere un campione anche quando scende dalla bici. Alla fine della tappa un felicissimo Pellizzari ha infatti deciso di chiedere in regalo al campione i suoi occhiali. Lo sloveno però ha fatto di più e gli ha regalato anche la sua maglia rosa con un gesto che ha fatto il giro del web.

Giro d’Italia, tappa 16: ordine d’arrivo e classifica

L’ordine d’arrivo della 14a tappa del Giro:

  1. Pogacar (Slo) in 2h49’37”
  2. Pellizzari (Ita) a 16”
  3. Martinez (Col) s.t.
  4. Scaroni (Ita) a 31”
  5. Tiberi (Ita) a 33”
  6. Arensman (OIa) a 38”
  7. Caruso (Ita) a 39”
  8. Storer (Aus) a 42”
  9. Costiou (Fra) a 44”
  10. Paret-Peintre (Fra) a 45”

Questi i primi 5 in classifica generale (qui la classifica completa):

  1. Pogacar (Slo) in 59h01’09”
  2. Martinez (Col) a 7’18”
  3. Thomas (Gbr) a 7’40”
  4. O’Connor (Aus) a 8’42”
  5. Tiberi (Ita) a 10’09”

Tappa 16, Lasa-Santa Cristina Gardena: pagelle

  • PELLIZZARI 9,5: quei 700 metri finali gli restano un po’ sul gozzo, ma cosa si può dire di questo ragazzo che a soli 20 si prende il lusso di provare a restare con Pogacar, oltre a mettere le ruote davanti a Martinez? Sta crescendo in fretta e nel futuro potrà davvero regalare grandi soddisfazioni al pedale italiano.
  • POGACAR 9: stavolta è letteralmente “costretto” a rispondere e a prendere in mano il comando della corsa. Non l’avesse fatto, forse avrebbe finito per imballarsi, perché oggettivamente il motore è di tutt’altro passo rispetto a quello dei rivali. Ha il merito di “salvare” un po’ una giornata comunque da dimenticare per la corsa.
  • MARTINEZ 8: gioca di rimessa, ma centra l’obiettivo che s’era prefissato: tornare in seconda posizione nella classifica generale, anche se a ben vedere Pellizzari gli sottrae un paio di secondi di abbuono che magari gli avrebbero fatto comodo.
  • ALAPHILIPPE 7: cuore da Moschettiere, LouLou va ancora in fuga e, senza la tattica suicida (e senza senso) della Movistar, magari avrebbe potuto anche vincere la tappa. Ammirevole per coraggio, grinta e tenacia.
  • TIBERI 7: il giovane talento italiano si riprende un po’ di ciò che aveva lasciato per strada nel corso della tappa di domenica. Arriva quinto, recuperando terreno su O’Connor e rafforzando la quinta piazza. Per ora va bene così.
  • THOMAS 5: qualche segnale non troppo favorevole era arrivato già sul Mottolino domenica scorsa, ma stavolta la crisi di GT appare un po’ più evidente. Non gira come vorrebbe: forse il freddo lo condiziona, di sicuro però così il secondo posto rischia di rivelarsi fuori portata.
  • O’CONNOR 5: ci si aspettava una reazione, invece è finito di nuovo indietro, pagando dazio assieme a Thomas (perdono 49 secondi da Pogacar, in surplace, in un chilometro o poco più). Tiberi si avvicina, il podio si allontana.
  • MOVISTAR 4: qual è il senso di quel forcing per non far andare in porto la fuga di giornata? È vero che Rubio è in lotta per la top ten, ma davvero c’era bisogno di tutto quel bailamme? Alla fine l’unica conseguenza di tutto il lavoro svolto ha consistito nel costringere Pogacar a uscire dal gruppo. Tattica nefasta.

Giro d’Italia, domani ultimo tappone di montagna sul Brocon

Altra giornata dedicata agli scalatori, e stavolta senza previsioni inclementi o tali da dover accorciare nuovamente la frazione o modificare i piani originari. Da Selva Val Gardena al Passo Brocon, dopo 159 km, ci saranno 4.200 metri di dislivello da affrontare, con il Brocon scalato da due versanti: il primo misura 15,4 km con dislivello di 864 metri, media 5,6% e punte del 12%, mentre il secondo è di 11,8 km con dislivello di 773 metri al 6,6% e punte del 13%. Inutile dire chi sia il grande favorito: terreno ideale per Pogacar, ma chi vuol provare a far saltare il banco per la top 5 o la top 10 non avrà altre occasioni come questa.

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