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I piloti di F1 sul piede di guerra con la FIA: la questione "parolacce" e i soldi delle multe nel mirino

L'associazione dei piloti contro la FIA dopo le sanzioni legate all'utilizzo di qualche parolaccia. "La FIA non vuole collaborare e non c'è trasparenza".

Pubblicato:

Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Di tutti gli scandali possibili, questo forse li supera tutti: piloti che si mettono contro la federazione internazionale perché non vogliono essere multati per via delle parolacce che ogni tanto si lasciano scappare. Dopo spy gate, scarichi irregolari, incidenti pilotati per far vincere i compagni di scuderia e chi più ne ha, più ne metta, ecco l’ultima grande “grana” che affligge il mondo della Formula 1: la diatriba tra piloti e FIA, dove nessuno sembra disposto a mollare l’osso di un solo centimetro.

Dopo i casi Verstappen e Leclerc, piloti al contrattacco

Il caso è esploso dopo che Max Verstappen, avviato verso la conquista del quarto mondiale consecutivo al volante della Red Bull, è stato sanzionato con alcune ore di lavori socialmente utili per aver utilizzato un linguaggio definito “scurrile e volgare” nel corso della conferenza stampa che ha preceduto il GP di Singapore.

L’olandese aveva già trovato un modo per “rispondere” a quell’affronto, praticamente rispondendo a monosillabi (come un robot) nel corso delle successive conferenze stampa alle quali ha preso parte nel fine settimane asiatico (poi ospitò i giornalisti nel paddock per una sorta di conferenza stampa autogestita).

Ma che non sarebbe finita lì lo avevano capito in tanti, anche perché molti altri piloti nel frattempo avevano cominciato a confrontarsi per capire come affrontare la questione. Anche Charles Leclerc è stato multato con 10.000 dollari (poi ridotti a 5.000 con pena sospesa) per aver proferito una “parolaccia” durante un team radio col proprio muretto box.

Episodio che ha convinto l’associazione dei piloti a prendere posizione a difesa di tutta la categoria, convinta che certe affermazioni un po’ sopra le righe siano anche il frutto di momenti concitati che testimoniano il reale stato d’animo, piuttosto che offese nei confronti di qualcun altro.

Quelle parole dettate dal momento…

Alexander Wurz, ex pilota e presidente della GPDA (appunta l’associazione dei piloti), ha così messo la firma su un comunicato dai toni piuttosto duri, rivolto a smascherare questo “finto perbenismo” adottato dalla FIA.

Ecco alcuni passaggi chiave: “Come in ogni sport, i partecipanti devono rispettare le decisioni dell’arbitro, a prescindere che siano d’accordo o meno. Questo è il fondamento dello sport. Anche i nostri soci piloti, professionisti che gareggiano al massimo livello in Formula 1, capiscono bene questo principio. Sono dei veri gladiatori, e ogni weekend di gara regalano ai fan uno spettacolo unico.

Quanto al linguaggio in pista, c’è una differenza tra le espressioni che sono offensive verso gli altri e quelle usate più casualmente, magari per descrivere il maltempo, una situazione difficile o persino la propria vettura. Vorremmo anche invitare il presidente della FIA a riflettere sul tono e sulle parole che usa quando si rivolge ai nostri piloti, o quando li menziona pubblicamente. I piloti che fanno parte della nostra organizzazione sono adulti e non hanno bisogno di ammonimenti mediatici su questioni di poco conto, come l’uso di gioielli o della biancheria intima”.

La questione multe: “Non è chiaro dove vanno a finire”

Nel comunicato si fa poi menzione alla questione relativa al modo con il quale la FIA gestisce il ricavato delle multe, cosa di cui nessuno è a conoscenza. “La GPDA ha già espresso molte volte il suo punto di vista: le sanzioni pecuniarie per i piloti non sono adeguate al nostro sport.

Negli ultimi tre anni, abbiamo richiesto che il presidente della FIA condivida la strategia e i dettagli su come vengono assegnate le multe e dove finiscono i fondi raccolti. Abbiamo anche segnalato la cattiva impressione che queste sanzioni danno al nostro sport. Per questo chiediamo ancora una volta che il Presidente garantisca trasparenza finanziaria e favorisca un dialogo diretto e aperto.

FIA, F1, team e GPDA dovrebbero collaborare per stabilire insieme come e dove destinare questi fondi, a beneficio del nostro sport. La GPDA è impegnata a lavorare in modo costruttivo con tutti gli attori coinvolti, incluso il presidente della FIA, per promuovere il nostro amato sport e per il bene di tutti coloro che ci lavorano, lo finanziano, lo seguono e lo amano. Da parte nostra, faremo sempre la nostra parte”.

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