Quando si è di fronte al baratro, nello sport come nella vita, non c’è tempo per pensare. L’unica alternativa allo sprofondare è reagire, trovando dentro se stessi quelle motivazioni e quella forza per salvarsi, tornare sulla retta via e, magari, scoprirsi più forti di prima.
- Inzaghi "alla Conte": il cambio di mentalità per ridare compattezza all'Inter
- Più sacrificio e basta personalismi: Inzaghi detta la via all'Inter
- Skriniar, Calhanoglu e Lautaro: l'Inter riparte dai propri leaders
Inzaghi “alla Conte”: il cambio di mentalità per ridare compattezza all’Inter
Per fortuna dei suoi tifosi, l’Inter sembra avere scelto proprio la strada più virtuosa, almeno stando a quanto ha detto la terza giornata del girone di Champions League, con quella vittoria contro il Barcellona che tra qualche mese potrebbe venire ricordata come la prima pietra della rinascita nerazzurra, il primo capitolo di un libro il cui obiettivo è trasformare il primo mese e mezzo di campionato in una “prefazione” tutta da dimenticare.
Da capro espiatorio dopo la sconfitta contro la Roma a abile stratega dopo aver domato il Barça, che a San Siro non cadeva contro l’Inter dai tempi della semifinale Champions nell’anno del Triplete. Questa la rapidissima metamorfosi subita da Simone Inzaghi per buona parte della tifoseria dell’Inter dopo che i nerazzurri, al netto di qualche decisione arbitrale fortunosa, sono riusciti a incastrare sul piano tattico i catalani e il loro sterile possesso palla. Qui, però, tornano alla mente proprio le parole pronunciate dall’allenatore emiliano dopo il ko contro la Roma, quell’insistere sulla “miglior prestazione della stagione”, concetto stridente con i crudi numeri del quarto ko in otto partite.
Eccolo, allora, il primo merito di Inzaghi, quello di non lasciarsi condizionare dalle critiche, salvare il non pochissimo di buono che era emerso nella gara contro i giallorossi e impostare una partita di attesa, per poi puntare sulle ripartenze. L’unico modo, come insegnato dallo stesso Mourinho, per stanare il Barcellona. Un successo quindi “alla Conte”, con la difesa concentrata e compatta, supportata dagli esterni e dal centrocampo, dal quale l’Inter dovrà ripartire per non trasformare quella notte in un episodio.
Più sacrificio e basta personalismi: Inzaghi detta la via all’Inter
Non solo tattica, però. Sorprendo i propri detrattori ancora di più che grazie alle intuizioni avute sul rettangolo di gioco, Inzaghi sembra aver invertito la rotta dell’Inter anche grazie alle proprie qualità motivazionali. Nelle ore tra la Roma e il Barcellona l’allenatore nerazzurro ha invitato tutti a mettere da parte personalismi e soprattutto tensioni, a tornare a fare una corsa in più per il compagno a discapito di un gesto di nervosismo in meno, dopo che proprio i malumori tra giocatori, palesi anche in campo e fin dai primi minuti di diverse partite, erano stati individuati come una delle cause dei cattivi risultati. Uniti si vince, ma non solo a parole, perché quell’elettricità tra compagni era anche un messaggio di negatività mandato alle rivali.
Skriniar, Calhanoglu e Lautaro: l’Inter riparte dai propri leaders
Proprio questa ritrovata compattezza di spogliatoio potrebbe rivelarsi un fattore per la società nella trattativa per il rinnovo di contratto di Milan Skriniar, brillante capitano contro il Barcellona in assenza di Handanovic ed esortato a restare da tutti i big del gruppo. La permanenza dello slovacco resta in bilico a causa di quel contratto in scadenza tra pochi mesi, ma intanto tra i più determinati nel motivare il difensore ci sono Hakan Calhanoglu e Lautaro Martinez. Il primo è stato in passato uno degli elementi che non ha negato malumori con Inzaghi, il secondo è uno dei giocatori meno brillanti del momento.
Proprio dal Toro, però, il tecnico ha voluto far iniziare la riscossa della squadra, non mettendo mai in discussione l’argentino in campo e non solo. Contro il Sassuolo in attacco sarà emergenza totale, con anche Correa indisponibile, ma Martinez avrebbe giocato comunque, in barba al turnover e alla sfida di Barcellona in arrivo. Lautaro è a secco di gol da 40 giorni e sette partite, a -1 dal record negativo della scorsa stagione, ma con la fiducia di tecnico e ambiente il feeling con la rete non potrà che tornare presto.