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Inter, Ausilio rivela cosa disse al telefono con Lukaku e retroscena su Thuram

Il ds nerazzurro racconta la sua verità sul centravanti belga, su come nacque l'idea Thuram, Simone Inzaghi e gli obiettivi per il futuro del club

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Inter-Roma è finita ma la partita dei nerazzurri contro Romelu Lukaku non ha ancora scritto il proprio epilogo. E chissà se e quando lo farà mai. Sul centravanti belga stavolta è intervenuto il direttore sportivo del club lombardo, Piero Ausilio. Se in passato il dirigente ha preferito glissare sull’argomento, in questa circostanza lo ha preso davvero di petto ai microfoni della radio della Lega Serie A. Le parole utilizzate per il centravanti belga non sono state proprio al miele come era facilmente intuibile.

Lukaku una plusvalenza meravigliosa e finali perse

Lukaku la più grande delusione della carriera? Lukaku è stato parte del passato – ha dichiarato Piero Ausilio su domanda diretta dalla radio della Lega Serie A -. Abbiamo vinto insieme uno scudetto meraviglioso, è stato una plusvalenza meravigliosa e anche un paio di finali perse. Come è andata la telefonata con lui? Preferisco non parlarne ma dico solo che ci deve essere sempre educazione e rispetto. E sono mancate educazione e rispetto“.

Potrebbe già bastare ma non è finita qui: “Sai quante trattative non vanno in porto? Ma se c’è rispetto non c’è problema. Quando invece ci si nasconde e ci si nega al telefono, allora lì pensi che sia il momento di voltare pagina. E’ chiusa dall’8 luglio, ricordo perfettamente la data. La telefonata con lui è stata breve e decisa dopo vari tentativi di chiamarlo nei giorni prima“.

La scelta di Thuram, una vecchia intuizione del ds

Da una delusione, però, può nascere una nuova grande opportunità. Che nel caso di Ausilio è stata Marcus Thuram: “Subito dopo la cessione di Lukaku al Chelsea, presi Dzeko subito a zero e avevo scelto Thuram. Faceva l’esterno, non sapeva neanche lui di poter essere una punta centrale. Ma lui era il mio prescelto e tutto stava andando bene con Mino Raiola, avevamo definito tutto. E invece si fece male al ginocchio la sera dell’accordo e abbiamo dovuto cambiare obiettivo. Ma gli incontri col papà sono rimasti e Lillian mi ricorda sempre che fui io il primo a vederlo punta centrale. Non lo dimenticarono e il vantaggio ce lo siamo preso“.

Inzaghi, pigro ma geniale. E sul futuro gli obiettivi sono chiari

Archiviato l’argomento Lukaku e successore è il momento di incentrare la conversazione sul tecnico Simone Inzaghi. E qui l’umore cambia radicalmente: “E’ umile, geniale e pigro – ha raccontato Ausilio -. Sì, è molto pigro. Ha delle convinzioni, non lo sposti neanche con le cannonate. Inzaghi è geniale, veramente geniale. Fa calcio di qualità e fa star bene tutti, la squadra sta bene con lui. Inzaghi non è mai stato vicino all’esonero. Mai. Non è nelle corde di Steven Zhang e non è nelle corde di Marotta. Credo che Marotta, in carriera, non abbia mai esonerato un allenatore a stagione in corso. Sapevamo che, pungolando la squadra, si poteva venirne fuori. E abbiamo fatto 2 mesi finali pazzeschi, veramente pazzeschi“.

Poi sul futuro della squadra: “Siamo vicinissimi al Mondiale per Club, vogliamo assolutamente qualificarci alla fase successiva della Champions. Il sogno? C’è sempre il sogno, il sogno è quello di arrivare alla seconda stella. Ce l’hanno anche altri, l’importante è lottare fino alla fine. Se poi ci saranno altri più bravi, stringeremo loro la mano“.

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