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Inter, esplode il caso della Curva Nord dopo morte capo ultras: è bufera sul web

Nel secondo tempo di Inter-Sampdoria, la Curva Nord decide di lasciare lo stadio dopo la notizia della morte di Vittorio Boiocchi ma dai social arrivano le accuse dei tifosi

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Doveva essere una serata di festa per i tifosi dell’Inter ma non è andata così. La squadra di Simone Inzaghi conquista una bella vittoria contro la Sampdoria e rilancia le sue ambizioni in campionato ma a rovinare tutto arriva la notizia della morte di uno storico capo ultras della Curva Nord nerazzurra. I tifosi di quel settore decidono di lasciare lo stadio dopo la fine del primo tempo ma secondo alcune testimonianze costringono anche altri tifosi a farlo.

La scomparsa dell’ultras dell’Inter: Vittorio Boiocchi

Poco prima del calcio di inizio tra Inter e Sampdoria arriva una notizia che gela una porzione di San Siro: la morte di Vittorio Boiocchi. Lo storico capo ultras della Curva Nord di San Siro infatti è stato ucciso poco prima delle 20 in una sparatoria a Milano mentre stava tornando a casa.

Il 69enne Boiocchi è stato colpito da una raffica di colpi al corpo che non gli hanno lasciato scampo e a nulla è servito il soccorso dei sanitari con la corsa all’ospedale San Carlo che è risultata vana.

Boiocchi ucciso: la notizia rimbalza a San Siro

La notizia dell’uccisione di Boiocchi rimbalza subito sugli spalti di San Siro. Durante la prima frazione di gioco, i tifosi della Curva Nord decidono di seguire la gara in silenzio e di ritirare tutti gli striscioni. Poi nell’intervallo arriva la decisione di abbandonare lo stadio, con la Curva che si svuota nel giro di pochi minuti.

Curva Nord: le accuse arrivano dai social

La decisione della Curva Nord però non è indolore, anche altri tifosi che con i gruppi organizzati non avevano nulla a che fare si sono ritrovati in una situazione surreale come denunciano i social: “La Curva Nord che abbandona lo stadio dopo l’uccisione di un capo ultras, non esattamente uno stinco di santo, e costringe anche chi era lì solo per vedere la partita ad uscire, è una delle pagine più nere nella storia recente del rapporto tra tifoserie organizzate e società”, l’accusa di Valerio. Anche Marti accusa: “La Curva Nord ha obbligato tutti i tifosi lì presenti, donne e bambini compresi, a lasciare la curva con urla e spintoni. Ho pagato il biglietto per vedere il primo tempo nel secondo verde e metà del secondo nel terzo verde, un comportamento indecente da parte dei capi ultras”.

Tanti tifosi ora si dissociano da questo comportamento: “I capi ultras della Curva Nord non sono l’Inter. Se ci sono atteggiamenti disgustosi come questi è giusto sottolinearlo ma è sbagliato attaccare l’intera tifoseria”, sostiene Bam. E ancora: “Quello che è successo questa sera in Curva Nord è vergognoso. Centinaia, migliaia di persone obbligate ad uscire da uno stadio per cui avevano pagato un biglietto, per rispetto nei confronti di un regolamento di conti tra criminali”.

Vittorio Boiocchi: chi era il capo ultras dell’Inter ucciso

La polemica nasce anche dalla storia di Vittorio Boiocchi che aveva alle spalle una vita fatta di tanti episodi di criminalità. Boiocchi ha infatti ricevuto infatti 10 condanne definitive per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, associazione a delinquere, porto e detenzione illegale di armi, rapina e sequestro di persona. Il suo rapporto con il tifo era anche dettato da interessi economici perché come lui stesso aveva dichiarato la gestione di “parcheggi e biglietti) gli fruttava all’incirca 80mila euro al mese.

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