Non è stata solo la notte della lite in campo tra Onana e Dzeko (nervoso, insofferente o già stanco della poltrone per due che gli è toccata?) che pure occupa una certa letteratura, ora. Inter-Porto è stata una rivalsa per il suo allenatore, Simone Inzaghi perennemente in prima fila quando c’è da affrontare critiche e, soprattutto, del buon Lukaku che ha ritrovato gol e prestazione dopo aver preso il posto del serbo.
Proprio il belga, davanti alla mamma e al figlio ha dato fondo alle sue migliori risorse per dimostrare la qualità della quale è ancora capace, anche in Champions.
- Inter-Porto: il fuorionda di Lukaku
- Una botta alla crisi che aveva compromesso i Mondiali
- La lite con Barella: risolto l'inghippo
- In gioco c'è la conferma
Inter-Porto: il fuorionda di Lukaku
Lukaku è stato anche capace, suo malgrado, di intrattenere il pubblico televisivo finendo anche sui social per una scenetta ghiotta, gustosa che lo ha visto celebrarsi in un fuorionda che è stato invece mandato in diretta: “Mamma mia, minc*** il petto. Guarda come sono in forma”.
Dopo il gol determinante al Porto, centrato a San Siro, l’attaccante nerazzurro si è presentato davanti ai microfoni di Sky per l’intervista di rito e, inconsapevole della luce rossa della telecamera, si è abbandonato a questa frase che diverte e fa sorridere se rivista sui social i sostenitori nerazzurri.
Una botta alla crisi che aveva compromesso i Mondiali
Un compiacimento che condivide con i tifosi dell’Inter i quali hanno dimostrato la loro insofferenza ai risultati poco costruttivi, nell’arco di questa stagione che ha visto lo stesso Big Rom affrontare fasi non proprio esaltanti e molto poco incisive in termini di realizzazioni. Uno stato di forma discutibile, che ha mostrato anche ai recenti Mondiali in cui il Belgio – e anche lui – hanno francamente deluso le aspettative.
E la preferenza per Dzeko, temporanea, ha fatto il resto: forse certe tensioni che si vedono in campo hanno anche un riflesso in questa dicotomia.
La lite con Barella: risolto l’inghippo
San Siro è esploso come succedeva spesso nell’anno dello scudetto di Conte e Lukaku ha festeggiato correndo ad abbracciare Nicolò Barella, autore dell’assist, come gli aveva promesso che avrebbe fatto dopo la lite di dieci giorni fa a Genova che la società aveva risolto, tra le polemiche.
In gioco c’è la conferma
Questa rete pesa e non poco, perché mette in discesa la strada verso i quarti di finale e l’Inter può sperare di poter svoltare, confermando poi le condizioni – almeno sportive – per la conferma che hanno accettato giocatore e tecnico.
“Ho passato dei mesi complicati per l’infortunio, ma sono contento di essere tornato di nuovo a disposizione e felice di aver aiutato per la vittoria”, ha detto poi Lukaku dopo la partita prima di ribadire la pace con Barella:
“Io l’ho sempre detto – ha concluso – è il primo giocatore che mi porterei in guerra. Sono contento mi abbia fatto l’assist. Lui in allenamento è il primo a motivarmi”. La chiosa attesa, come da copione, ha lanciato il messaggio forte e chiaro alla dirigenza: “Quanto sono contento per il gol? Lo dirò dopo la gara di ritorno, sono troppo concentrato”. Una promessa che sa anche di conferma.
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