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Inter, Inzaghi: bello rimanere 13 anni come Simeone ma da noi si cambia presto idea

Il tecnico nerazzurro stima l'ex compagno Simeone e sprona i suoi a fare uno step avanti per tornare in finale ma anche sullo scudetto resta cauto

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

E’ l’ultima cosa che manca a questa Inter, l’etichetta di super anche in Champions. Viene da una finale, vero, ma allo stato i nerazzurri non vengono considerati alla stregua di Real Madrid o Manchester City e probabilmente neanche del Psg. Quel marchio di top-team internazionale che ti porta e essere tra i favoriti sempre. Ed è uno degli obiettivi di Inzaghi che vuol portare l’Inter alla prestigiosa doppietta. Con mezzo scudetto in tasca la sfida all’Atletico Madrid diventa esiziale per tutta la stagione. Domani round 1 a San Siro, il tecnico è pronto. Fa i complimenti al vecchio amico Simeone, sprona i suoi verso un ulteriore step in avanti ma sullo scudetto invita a rimanere tutti con i piedi per terra.

Inter, Inzaghi elogia Simeone

Per l’allenatore nerazzurro sarà una specie di derby visto il tecnico rivale, l’amico Diego: “Domani sarà un piacere ritrovare Simeone. E’ stato un grandissimo compagno. Abbiamo vinto a Roma con la Lazio, poi non ci siamo mai persi di vista. E’ stato un grande compagno di squadra e si capiva sarebbe diventato un grande allenatore. Allena l’Atletico da tredici anni, ha vinto undici trofei e al di là dell’impronta che dà alla squadra li ho visti con piacere. Giocano un ottimo calcio. L’ho sempre guardato con partecipazione il Cholo

Simeone è un esempio per tanti, da 13 anni nella stessa sqadra: “So quanto è difficile restare tanti anni nella stessa squadra. L’ho fatto anche io alla Lazio e spero di farlo qui, ma siamo sempre giudicati in base ai risultati. Simeone non ha solo carisma e mentalità, la sua squadra gioca a calcio con dei principi. Gioca un ottimo calcio. Se posso diventare il Simeone dell’Inter? Mi piacerebbe ma è inutile pensarci troppo, le opinioni cambiano in pochi mesi, viviamo il presente, abbiamo fatto bene ma quelli importanti sono i tre mesi che mancano, Siamo giudicati giornalmente, bisogna cercare di lavorare nel migliore dei modi e trasmettere il calcio che ogni allenatore ha in testa”.

Inzaghi ricorda l’importanza di Eriksson

Di quella Lazio con Simeone e Inzaghi in 12 sono diventati allenatori anche grazie a Eriksson: “Ha influito tantissimo per la gestione, per come si relazionava con noi, un ottimo allenatore con idee tattiche innovative che gli hanno permesso di vincere ovunque. Da quella Lazio sono usciti tanti bravi allenatori”.

La finale l’anno scorso, come si fa a migliorarsi? “Sappiamo quanto fatto l’anno scorso, abbiamo vissuto notti magiche con società e tifosi. Vorremmo rifarlo, ma ci sono grandissime squadre che hanno la stessa ambizione dell’Inter. Domani affrontiamo una squadra di grandissimo valore, nelle ultime quattro partite ha cambiato 22-23 giocatori senza cambiare il modo di giocare. Allenata benissimo, sarà un turno molto complicato per noi. Ce la giocheremo alla grande. Domani è il primo incontro sui 180′, sarà una bellissima atmosfera e sarà bellissimo giocarla. Servirà la vera Inter”. Contro un Atletico che fa paura: “L’Atletico è cambiato ultimamente, ora palleggia di più rispetto a prima, ha grandissima tecnica, non posso prevedere che partita sarà, sicuramente sarà un ottavo di grande difficoltà”.

Non c’è un dato in cui l’Atletico sia superiore all’Inter oggi ma Inzaghi non si fida e non si considera favorito: “Sarà una bellissima gara tra due squadre che hanno principi solidi in mente, che giocano bene a calcio, poi ci sono gli episodi che possono cambiare le partite, come ci capitò due anni fa con l’Inter e l’anno scorso in finale col City. A quale partita somiglia quella di domani? Potrei pensare a quella col Porto dell’anno scorso, una squadra molto determinata. Gli allenatori sono due miei ex compagni di squadra e la prima partita è comunque in casa. In questi giorni abbiamo cercato di prepararla nel migliore dei modi, dovremo essere bravi a leggere i momenti della gara. Su questo i ragazzi sono cresciuti”.

Inter, Inzaghi e il turnover

Capitolo turnover: “Parto da quello che ho fatto io all’Inter, negli ultimi 3 mesi l’anno scorso ne ho cambiati tanti a ogni gara ma me lo potevo permettere perché avevo tutti a disposizione. Anche ora stiamo bene, certo giocando più frequentemente sarà più complicato. Lo scudetto? Eravamo a -1 20 giorni fa, sappiamo che è facilissimo cambiare tutto in pochi giorni. Non dobbiamo guardare lontano”.

Gli chiedono di Sanchez e su cosa debba fare per trovare spazio: “Thuram e Lautaro stanno giocando di più ma sono contento anche di Arnautovic e Sanchez per quello che stanno facendo sia in allenamento che quando vengono chiamati in causa. Devono continuare così, giocando ogni 3 giorni avranno più spazio ma sono stati preziosi anche fino ad ora”

Thuram incorona Lautaro: Miglior attaccante al mondo

In sala stampa anche Thuram, una delle rivelazioni della stagione, il francese ribadisce che anche stanotte dormirà 14 ore come sua abitudine: “Sì, non cambio abitudine. Sicuramente sarà una bellissima partita, dobbiamo ripetere quanto stiamo facendo in campionato. Scherzo sempre? E’ vero ma non è che sono diventato pazzo qui, mi piace giocare con i compagni ed è bellissimo stare in questa squadra. Per il momento la stagione sta andando bene, speriamo continui così”. L’intesa con Lautaro migliora partita dopo partita. Lautaro è il miglior attaccante al mondo, ci troviamo benissimo, conosciamo a vicenda le nostre caratteristiche. Tra i pericoli c’è Griezmann: “Conosciamo il suo valore ma sono tutti bravi nell’Atletico, entreremo in campo per vincere come sempre, al ritorno ci penseremo dopo. Loro sanno difendersi bene ma sanno anche palleggiare, hanno attaccanti forti e dovremo stare attenti alle ripartenze. Inzaghi cosa mi consiglia? Lui è molto franco, ci dice le cose quando ha bisogno di dirle, non aspetta tre giorni. Devo migliorare dappertutto, con o senza palla, ma ci fa piacere”

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