Il 17 giugno 1970 è un giorno passato alla storia, calcistica e non: perché il gol di Gianni Rivera alla Germania, suggello alla partita del secolo, travalica i confini dello sport per entrare nella memoria collettiva di due popoli (magari i tedeschi ne avrebbero fatto a meno…).
- Rivera e quel gol storico
- Rivera, polemica con Gravina
- Rivera e il Milan di oggi
- Rivera, sogno da allenatore
Rivera e quel gol storico
Fuga di Boninsegna sulla sinistra, palla al centro per Gianni Rivera che all’altezza del dischetto batte il portiere e sigla il definitivo 4-3. La voce di Martellini, nonostante fosse notte in Italia, rimbombò in tutte le case degli italiani. Passi per le nuove generazioni di tifosi, che non nutrono grande interesse nel passato, bombardati come sono dal calcio just-in-time di oggi. Ma le istituzioni del calcio azzurro, forse dovrebbero avere un po’ di memoria storica.
Rivera, polemica con Gravina
“Nessuno mi ha invitato a vedere Italia-Germania stasera a San Siro. Io non mi aspettavo nulla, sia chiaro. Si vede che nessuno si ricordava che ho giocato per l’Italia e il Milan. Con Gravina ho un ottimo rapporto ma probabilmente non ci ha pensato e nessuno glielo ha ricordato”. A dirlo, ospite di Rai Radio1, a Un Giorno da Pecora, è l’ex stella del Milan e della Nazionale italiana Gianni Rivera, intervistato da Giorgio Lauro nel giorno della sfida tra azzurri e tedeschi. La tribuna d’onore del Meazza sarà sicuramente piena di personaggi presenti e passati del mondo del calcio: l’abatino non assisterà all’ennesimo capitolo dell’eterna sfida tra Italia e Germania.
Rivera e il Milan di oggi
Rivera ha poi parlato anche della stagione attuale del Milan, con cui ha avuto più di una frizione in passato: “Di chi è la colpa? Io so che gli americani conoscono il cosiddetto soccer, che forse non è nemmeno calcio. Quando vengono qui hanno tanti soldi, spendono ma non sanno contornarsi di persone che capiscono qualcosa. Forse Ibrahimovic non lo sanno ascoltare, capisce di calcio più di loro, forse però non lo stanno ad ascoltare, non saprei”.
Rivera, sogno da allenatore
Due allenatori in questa stagione? “No, prima sarei andato io…- ha detto ancora Rivera, che poi ha confessato il sogno di allenare la Nazionale. “Certo, perché ho preso il titolo poco tempo fa”. Disponibile dunque ad allenare il Milan? “Si – ha detto ancora Rivera – se vogliono un allenatore che capisce di calcio. Chi manderei via? Prima andrei lì e valuterei. Il giocatore più forte della squadra? Leao ha delle grandi qualità. Potrebbero farlo rendere anche di più, se sapessero utilizzarlo al meglio…”.
