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Juve-Inter -5: Allegri e Inzaghi due mondi lontani, scontro tra filosofie

Manca sempre meno al derby d'Italia tra Juve e Inter. Da un lato Max Allegri, dall'altro Simone Inzaghi: ecco le differenze tra i due allenatori con lo scudetto nel mirino.

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Continua la marcia d’avvicinamento al derby d’Italia tra Juve e Inter, big match della 13a giornata di Serie A in programma domenica sera all’Allianz Stadium. Tanti i duelli avvincenti in campo, ma anche quello in panchina tra Massimiliano Allegri e Simone Inzaghi, così diversi (caratterialmente) eppure così vicini (in classifica).

Juve-Inter è anche la sfida tra Allegri e Inzaghi, due mondi lontani

A cinque giorni dallo scontro diretto tra le prime due classe, analizziamo le differenze, anche caratteriali, che intercorrono tra i due allenatori. Livornese, ironico, a tratti freddo, Allegri. Che, quando perde le staffe, diventa una furia. In campo e pure davanti alle telecamere, visto che non sono mancati liti piuttosto accese con opinionisti come Sacchi e Adani. Emiliano, più emotivo e convinto del proprio credo tattico, Simone Inzaghi. Che, dopo aver fatto il pieno di coppe nazionali (sette tra Lazio e Inter) punta a consacrarsi col primo tricolore. Al contrario, Max vanta ben sei scudetti, anche se è ancora a secco di successi da quando è tornato alla Juve.

Allegri contro Inzaghi: entrambi con la difesa a 3, le differenze

La difesa a 3 è il porto sicuro di Allegri quando c’è raddrizzare la barca. A differenza del collega, l’allenatore della Juventus non disdegna la linea 4 e meglio si adatta alle caratteristiche dei suoi calciatori. A inizio campionato, ad esempio, utilizzava come braccetti Alex Sandro e Danilo: con i due brasiliani faceva giro palla da dietro e giocava più alto in quanto fisicamente meno prestanti. Con Gatti, che spesso diventa il quarto di destra, e Rugani la difesa della Juve si dispone più bassa perché forte negli spazi stretti, ma non imposta mai da dietro. Inzaghi ha la difesa a 3 nel suo dna e fa molto affidamento sui calciatori: la scorsa stagione ha fortemente voluto Acerbi, che già aveva allenato alla Lazio, e in estate ha esultato per l’acquisto del francese Pavard, poi finito ko. Impostazioni simili ma diverse, eppure con la stessa efficacia: l’Inter capolista ha incassato sei reti, la Juve seconda una in più.

Verso il derby d’Italia: i percorsi di Max e Simone

Allegri ha nella gestione del gruppo la sua arma migliore. Quando c’è da ottenere un risultato bada al sodo: meglio rinunciare allo spettacolo che ai risultati. E, grazie alle vittorie di corto muso, si ritrova nuovamente a due punti dalla vetta. Partito dalla Serie C2 con l’Aglianese nel 2003/2004, Allegri è approdato al Milan dopo i due anni di Cagliari in A, conquistando il suo primo scudetto. Il meglio lo ha dato durante il suo primo ciclo alla Juve con cinque scudetti di fila e due finali di Champions, più quattro Coppe Italia e due Supercoppe. Chi è specialista nelle coppe è Simone Inzaghi, che, a differenza del collega, ha allenato solo nella massima serie: per lui tre Coppe Italia (una con la Lazio e due con l’Inter) e quattro Supercoppe.

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